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Guazzo, ancora quattordici partite per dimostrare che sei da Parma

Il centravanti non riesce a sbloccarsi, si danna ma corre a vuoto e si innervosisce. Nonostante Apolloni voglia preservarlo dai fischi evitandogli la sostituzione, non gli bastano 94' per azzannare la gara. Altra opportunità buttata al vento

Dal nostro inviato

PARMA - Ecco perché Apolloni non si fidava, evidentemente conosceva i suoi polli. Il Parma di domenica è lontanissimo da quello sprint e pronto al pressing che vuole Gigi che, contro il Mezzolara, ci ha messo del suo per confondere le idee a una squadra che, nel frattempo, perdeva di lucidità man mano che il tempo passava e giocava con il Parma come fa il gatto con il topo. C'è da dire che i cambi, non proprio azzeccatissimi, con il senno di poi è facile giudicarli, ma se ha risparmiato a Guazzo l'ennesima pioggia di fischi, forse ha agito con buon senso. Perché anche di questo si tratta: certo è che con Baraye largo ha dato punti di riferimento davanti, ha perso imprevedibilità e in accelerazione. Poco da fare, domenica è stata una giornata no, condita anche da alcune scelte sbagliate da parte di giocatori in campo e tecnico in panchina che hanno dato al Mezzolara il lustro del settimo 0-0 di questo campionato, che coincide con il nono pareggio e il 25esimo punto della gestione Bazzani, che al Tardini sembrava essere indiavolato, come quando giocava. Un avversario difficile da fronteggiare, che ti tiene li, nella gabbia costruita tra centrocampo e difesa, ti stritola e ti imprigiona. Soprattutto quando non fai nulla o quasi per cercare di liberarti da un cappio al collo che ti soffoca le fonti di gioco. Domenica il Parma non ha rischiato nulla, sia chiaro, Zommers si è di nuovo girato i pollici, scaldato dal tiepido sole fuori stagione. Ma nemmeno ha creato nulla, o almeno, ha fatto poco per impensierire una squadra che non aspettava altro, che giocava sulle palle lunghe e rilanciava, che aspettava quelle sporche e che arrivava sempre o quasi prima sulle seconde. Poca cattiveria, poca vena creativa, anche perché il povero Corapi riempito di calci, è stato marcato bene e non ha girato come sempre ha fatto in questo mese di gennaio.

proteste 2-4-2

Cioè, di girare ha girato, ma a vuoto, prima da trequartista, marcatissimo, poi da ala, spaesato e ancora da mediano. Poca roba, complice anche lo scarso movimento degli attaccanti, poco convinti a venire incontro, più disposti ad aspettare la palla e quindi, farsi prendere d'anticipo dai lungagnoni del Mezzolara che erano tosti e veraci, tipi da non fare certo i complimenti. E niente, lo zero sul tabellone deriva da questa prevedibilità, dalla scarsa propensione ai movimenti, quelli giusti, non è che fossero proprio piantati. Uno solo ne ha fatto Guazzo, uno solo giusto, notato e ben servito, ma non è bastato all'attaccante che resta ancora all'asciutto. L'unica gioia che questi 398' di Parma gli hanno riservato, è quella di Rovigo, quando è andato a segno. Per il resto spezzoni e infortuni, prove negative e disastrose, come quella di domenica contro il Mezzolara, che all'attivo ha 32 gol subiti e l'ottava peggior difesa di un campionato che, attenzione, non pare essere in discussione.

Parma, che brutto pari: 0-0 contro il Mezzolara - foto di Davide Fornari

I nove punti di vantagio sulla seconda, che stavolta è rappresentata dal Forlì, dato lo scivolone dell'Alto a casa della Clodiense, dovrebbero essere comunque sufficienti a poter stare traqnuilli e a smaltire una rabbia che non farebbe bene a nessuno . Zero drammi, ma qualche domanda Apolloni se la deve fare, tipo: sicuri che Guazzo possa valere il Parma? Perché domenica, ha fatto veramente poco per dimostrarlo. Ora gli restano quattordici gare per far vedere a tutti di che pasta è fatto. Certo, dalla sua c'è il fatto di aver giocato senza continuità, di aver avuto tanti problemi fisice e di non essersi calato subito nella parte. Ha sofferto un po' l'ambientamento, ma il giocatore senza dubbio c'è e si vede quando è tranquillo. Però, siccome il campionato non aspetta e il Parma nemmeno, farebbe bene a esserlo sempre, o almeno cercare di esserlo. 

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