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Parma, adesso tocca a Yves: la seconda vita di Baraye

Con D'Aversa in campo 21 volte su 23, otto gol e sette assist...

Friedric Nietzche diceva che ciò che è decisivo si compra, nonostante tutto. Chiedere al Parma per conferma, che di fatto ha comprato e anche a caro prezzo chi può essere decisivo. Stiamo parlando di Yves Baraye, l’uomo che quest’anno ha vissuto una doppia vita e che ora sta attraversando un periodo chiave per la crescita della sua carriera e per l’eventuale consacrazione. Troppe le occasioni sprecate da quello che è stato da sempre considerato un talento. Dai tempi di Dakar, mentre spensierato correva tra la polvere e tirava calci a un pallone sgonfio con addosso la maglietta di Zinedine Zidane, il suo giocatore preferito. Dai tempi dell’Udinese, dove però non c’era posto per permettergli di esprimere il suo talento, che non si è visto neanche al Chievo però. Qualcosa si nota a Castellamare di Stabia, poca roba. Si comincia a pensare che Baraye sia uno dei tanti talenti destinati a non esplodere, che si annovera nel lungo elenco di quei giocatori che rimarranno sempre in bilico e che vivono nella sottile linea di quelli che giocano e non giocano, che vanno per due partite e si siedono durante le successive, per poi rialzarsi estraendo qualche numero dal cilindro del loro talento nascosto. E Baraye rischia seriamente di rimanere uno di quei giocatori con addosso l’etichetta di ‘mezzo atleta’. Nella sua seconda vita a Parma, Yves sicuramente ha mostrato parecchi segni di miglioramento, sia dal punto di vista fisico che mentale. Con Gigi Apolloni è stato valorizzato nel ruolo di attaccante, lui che attaccante proprio non era. Venti gol e un campionato ottimo, il Serie D. Bisogna riconoscere il grande merito di Andrea Galassi che lo ha prelevato nell’estate del 2015 nei parchi di Milano, mentre si allenava senza squadra, in attesa di una chiamata. Il suo cartellino era di proprietà del Chievo e per tesserarlo il Parma ha sofferto non poco. Un anno di contratto con l’opzione verbale di un rinnovo. Che è arrivato a tempo scaduto, dopo mille colloqui con il giocatore e l’agente che hanno portato alla stipula di un altro anno. Dal merito di averlo individuato, al potenziale errore di perderlo: forse per superficialità, Baraye ha rischiato di andare via a costo zero in giugno. In estate era già tutto fatto con il Trapani, poi il rinnovo, fortunatamente, ne ha impedito l’addio. Ma Faggiano, che da Trapani ci è passato e che ha messo gli occhi addosso al ragazzo da tempo, lo ha blindato, a peso d’oro. Un ritocco dell’ingaggio e una ricca commissione all’agente hanno permesso di aggiustare una situazione svantaggiosa. Soldi spesi bene, si spera perché dal girone di ritorno, YVes ha fatto benissimo. Con Roberto D’Aversa otto gol, due in due derby, più sette assist in 1762’.  Prima, due gol con 576’, 4 panchine, 5 subentri, e 6 partite da titolare. Baraye ha raggiunto una maturità importante, risultando decisivo per la squadra e per se stesso. Gol a Venezia, assist a Pordenone e a Bergamo, gol alla Samb, gol con il Forlì, assist a Mantova, gol a Padova e con la Reggiana per chiudere la stagione. Adesso sotto con i Play Off.

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