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MANOVRE CROCIATE

Parma, aprile cruciale: senza playoff tutti a rischio addio

Da Pederzoli a Pecchia: Krause tiene tutti sotto osservazione, compresi i giocatori chiamati a dare di più

Perseverare è diabolico: il Parma persevera nei suoi errori e si sente sempre più dentro questo vortice alimentato dai risultati che stentano ad arrivare. E che hanno prodotto uno scollamento tangibile tra l'ambiente e la proprietà, sempre più lontana (non solo geograficamente) dal pensare comune. La classifica, per ora, regge: nono posto, a un punto dai playoff, a +2 dal Como che occupa la decima posizione. Ma in questo 2023 le cose non sono andate come avevano previsto dalle parti di Collecchio: sono già cinque le sconfitte e, con otto partite ancora da giocare prima del mini torneo che potrebbe garantire l'accesso alla Serie A, c'è una discreta preoccupazione. L'aspetto mentale in una corsa a tappe serve almeno quanto la resistenza fisica. E il Parma ha mostrato che il suo savoir faire ha la stessa consistenza della carta velina. È vero anche che, in questo 2023, ci sono le esaltanti vittorie contro Genoa, Frosinone e Reggina, ma sono prove autoritarie che non hanno fatto altro che aumentare i rimpianti per una stagione sull'ottovolante. Di sicuro arrivare ottavi, noni o sesti cambia tantissimo. Dall'esito della stagione dipenderanno tante cose. Il 2023/2024 è certamente ancora da definire, ma in seno a Collecchio ci stanno già pensando: il presidente Kyle Krause ha affidato ai suoi head hunter il compito di trovare una figura per riempire il tassello mancante del suo assetto societario. Manca un Managing Director Sport e i primi colloqui per reperirlo sono stati avviati. Pederzoli, Notari e Pecchia hanno ancora un anno di contratto (scadenza: 06/2024) e le parole con le quali il ds ha rinnovato la fiducia all'allenatore sono state rassicuranti. Si è avvertito il bisogno di ribadirlo a mezzo stampa in un momento di difficoltà che ha avuto il culmine con la sconfitta di Como, ma anche loro sanno che senza la qualificazione ai playoff le decisioni sul futuro dell'area tecnica e dell'allenatore sarebbero da scrivere. E non è esclusa l'ennesima rivoluzione. 

Di sicuro, quando le cose non vanno vuol dire che sono stati commessi errori a tutti i livelli. Nessuno al Parma è esente da colpe. I giocatori hanno deluso, soprattutto per quanto riguarda fame e personalità. E c'è chi è riuscito anche a fare peggio dello scorso anno, abbassando il livello (Juric, Man, Inglese). Nessuno sembra avere lo spirito di guidare i compagni verso alla svolta. Le parole di Buffon dopo il Genoa, l'unico ad alzare la voce pubblicamente per dare un segnale, sono cadute nel vuoto e nel silenzio. Fabio Pecchia non riesce più a nascondere i difetti di una squadra costruita male e si sta perdendo negli equivoci tattici da lui creati, con l'utilizzo forzato di calciatori fuori ruolo dettato dalla convinzione moderna che ognuno dei suoi debba saper fare tutto. L'ex Cremonese non sta impedendo il ripresentarsi dei problemi dello scorso anno. Il suo Parma sbaglia spesso approccio, non reagisce quando va in difficoltà. Dall'altro lato, Pederzoli e Notari hanno visto le loro scelte cadere al primo soffio di vento. Romagnoli, pilastro attorno al quale garantire la crescita di Valenti e compagni, ha giocato appena sei partite prima di farsi male e chiedere la cessione a gennaio. Charpentier è partito indietro nelle gerarchie: ma quando gioca non fa niente per far cambiare idea al suo allenatore. Dopo la sosta il Parma ha la possibilità di tornare a essere padrone del suo destino: battendo il Palermo tornerebbe in piena corsa per un posto tra le prime otto, a patto che sia la squadra che ha dominato il Genoa e la Reggina. Altrimenti diventa complicata. Pecchia alla ripresa potrebbe cambiare qualcosa per provare a prendersi tutto (playoff) o niente. Aprile sarà il mese decisivo per capire in che direzione andare. 

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