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Parma, aumenta la pressione: Pecchia deve dare delle risposte

Il futuro del tecnico, con un contratto che scade nel 2024, è legato al risultato dei playoff. Intanto cominciano a sorgere i primi dubbi sulla sua capacità di gestire un progetto giovane

Chissà se alla fine del 27esimo turno di Serie B è tornato a Fabio Pecchia un po' di buonumore. La classifica del Parma resta l'unica nota positiva (si prova a essere ottimisti), seppure il primo posto sia lontano 21 punti e il secondo 10. Nonostante il Pisa abbia inflitto ai crociati la sesta sconfitta al Tardini, la seconda consecutiva in casa coincisa con la decima in campionato, il tecnico di Formia si è ritrovato ancora aggrappato alla zona playoff e condivide l'ultima posizione utile con il Palermo, rispetto al quale è avanti per differenza reti ma non nel computo degli scontri diretti. Ed è questo quello che conterà a fine campionato. La classifica, dicevamo, è l'unica buona notizia che al momento può dare fiducia a Pecchia che, martedì sera, ha lasciato il Tardini scurissimo in volto. La sconfitta ha complicato i piani di rincorsa del suo Parma, con il tecnico che ha comincia a denunciare qualche segnale di velato nervosismo già dalla vigilia della partita contro i toscani, rivendicando in conferenza stampa la necessità di schierare giocatori fuori ruolo per via dei tanti infortuni, non certo per voglia di sperimentare. Pecchia fino a qui, seppure abbia vissuto situazioni di maggiore difficoltà, aveva sempre mantenuto i nervi saldi. Adesso le partite diminuiscono, purtroppo non i risultati negativi che continuano a frenare il processo di crescita di un club ambizioso che non riesce a trasformare in fatti le buone intenzioni e, di conseguenza, la pressione aumenta anche per lui apparso in difficoltà anche nella gestione delle risorse. Da quando Krause è presidente, a fine stagione si è sempre assistito a un cambio di rotta in panchina. È successo con D'Aversa (che aveva ereditato una situazione complicata da Liverani), con Iachini (che aveva dato il cambio a Maresca). È presto per dire se succederà anche con Pecchia, mancano ancora undici partite alla fine dell'anno e può accadere davvero che, da un momento all'altro, gli equilibri del campionato vengano alterati. C'è un contratto che lo lega al club di Krause fino al giugno del 2024, ma abbiamo visto come per il patron americano non sia un problema interrompere legami.

Dentro le varie aree della società ci sono anime diverse: in principio il nome di Pecchia, alternativo alla prima scelta Fabio Grosso, sembrava aver messo tutti d'accordo. Probabilmente sia il tecnico che il club, che intanto ha sempre creduto molto nel parco giocatori tanto da declinare le svariate manifestazioni di interesse giunte anche nella finestra di mercato, si aspettavano di trovarsi un po' più avanti in questo percorso di crescita che proprio non ne vuole sapere di decollare. L'area tecnica ha confermato quasi in blocco la squadra che aveva chiuso al 12esimo posto la prima stagione in Serie B, denotando troppo ottimismo nelle analisi in fase di costruzione. Il tecnico ha più volte sostenuto di credere in questo progetto, che sarà sempre più incentrato sui giovani, ma dall'alto comincia a sorgere qualche dubbio sulla sua capacità di adattarsi a questo tipo di progetto ambizioso ma - fino a ora - per niente remunerativo. Probabilmente a Pecchia, un vincente in categoria, manca un 'consigliere', una figura forte in cui si identifica l'intera area Sport. Non è un mistero che Krause assieme ai suoi uomini stia lavorando per trovare un Managing Director Sport dopo le dimissioni di Javier Ribalta alla fine della scorsa stagione e la fuga di Julien Fournier, il cui interregno è durato poco più di tre mesi. È evidente che adesso nessuno possa più chiedere la qualificazione diretta (il Frosinone - battuto due volte - sembra imprendibile e il Genoa corre) ma era questo l'obiettivo fissato dal presidente a fine maggio. Quello minimo adesso è andare oltre la regular season, traguardo che potrebbe rilanciare le ambizioni del Parma in una stagione disgraziata. Così valutazioni e giudizi potrebbero cambiare. E anche il destino di Pecchia passa da qui. 

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