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VISTO DALLA CURVA - D'Aversa e l'Olio di Palma

Viaggio nel mondo ultras con Luca Cavallina

"… Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…ma Amici mai…"Questo è il testo di una della più belle canzoni di Antonello Venditti ma questo è anche il riassunto del Parma biologico che si è sciolto come neve al sole dieci giorni fa, già, amici mai perché nel mondo del lavoro legare amicizia ed esperienza professionale molto spesso è deleterio e quindi oltre a Gigi, forse succube del biologico maestro Scala, via Minotti e Galassi che hanno palesemente fallito il mercato estivo, via Casellato che ha preparato malissimo la squadra a livello atletico.
Detto questo, finalmente oggi una partita giocata con rabbia, con agonismo e con tenacia, perché Parma Bassano è stata la classica partita di lega pro: brutta, sporca, e cattiva, con una curva bella compatta a sostenere la squadra ed a ricordare ( spesso, molto spesso…) che il derby è da vincere. Nemmeno il tempo di cominciare che Ricci, riesumato dal mister ad interim Morrone, s'incunea in area e c'entra la traversa. "…Che sfiga comincéma mël…" Grida qualcuno, poi è Nocciolini invitato a nozze da un cross al bacio di Calaiò a sfiorare il palo di testa. Il Bassano però non sta certo a guardare ed impegna Zommers con un tiro dalla distanza deviato oltre l'incrocio. Il primo tempo scivola via veloce sullo zero a zero, la squadra incarna lo spirito di Mr Morrone e lotta su ogni pallone con tanta foga e tanto agonismo, il Bassano non si tira affatto indietro e quando si tratta di affondare il tackle non si fanno certo problemi, ne nasce un match agonisticamente acceso e di difficile gestione da parte dell' arbitro.
"Ci vuole Mazzocchi!", "No, metti Felicione e togli Baraye che è un ectoplasma" Sono i discorsi di fine primo tempo tra alcuni tifosi…Morrone li ascolta e nel secondo tempo inserisce immediatamente Messina, ragazzo dato per scomparso o addirittura mai esistito, ai tempi di "Gigi il rosso".
I crociati ripartono forte, nemmeno il tempo materiale di rendersi conto dell'ingresso di Messina che Baraye, che fino a quel momento si era distinto per una pessima e mal riuscita simulazione in area, coglie un' altra traversa. "Che sfiga, non vuole entrare questa palla" Mi urla nelle orecchie Andrea, fedele compagno di tante trasferte.
Il Parma inizia poi ad entrare nella fase "Casellato": abbassa i ritmi, perde lucidità, gamba, freschezza ed arriva sempre secondo su ogni pallone, in parole povere comincia ad essere stanco, in parole semplici ha finito la benzina, in gergo Curva Nord è spompo.
Ricci perde palla a centrocampo e Zommers è miracoloso a respingere l' attacco ospite, Lucarelli si fa rubare il tempo di testa e sempre Zommers respinge goffamente sui piedi di Grandolfo che sbaglia un gol fatto, Corapi, Baraye e Calaiò scompaiono dalla scena.
Chi purtroppo non scompare affatto dalla partita è Nunzella: quando ormai lo zero a zero sembra cosa fatta si ricorda di essere una persona affettuosa e abbraccia forte Fabbro in area. Rigore sacrosanto e Bassano in vantaggio.
I gialloblu però non ci stanno a perdere ancora, si riversano in avanti e trovano immediatamente il pari con il redivivo Baraye, il Tardini diventa una bolgia, gli animi in campo si surriscaldano, falli da una parte e dall'altra, mischione furibondo in area gialloblu, tutti trattengono tutti, Nunzella cerca di strozzare qualcuno, Bizzotto prova a fare il gradasso con Lucarelli che reagisce, ne nasce una mini rissa a suon di testa contro testa ed a farne le spese sono proprio il capitano crociato e il numero cinque veneto, cacciati dal Signor Amoroso di Paola.
Finisce cosi: uno a uno, tanta tensione e gli applausi per una squadra che ha riequilibrato il match col cuore quando la gamba e il fiato ormai erano esauriti.
Note a margine: il Signor Amoroso di Paola, quinto anno di lega pro è un innovatore: ha arbitrato all'italiana gestendo i cartellini all' inglese. Risultato: nervosismo finale e tanta emozione nel sentirsi dedicare un coro da tutto lo stadio, peccato gli urlassero " Scemo scemo…" Epiteto azzeccatissimo viste le manie di protagonismo di un' arbitro bravo nelle decisioni tecniche ma eccessivamente protagonista ed arrogante.
Seconda nota: Noi tifosi siamo stati costretti ad omaggiare minuti di silenzio assurdi ( Es. Giulio Andreotti ) ma mai come oggi mi sono sentito coinvolto nel lutto che ha colpito la Chapecoense: il calcio deve unire e non dividere.
Terza nota: benvenuto a Mister D'Aversa, buon lavoro e buona fortuna…"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano…ma amici mai" Sono soddisfatto della scelta, pur non conoscendolo come mister, proprio perché non è una minestra riscaldata e nemmeno tanto biologica anzi spero che contenga pure un po' di olio di palma.

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