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Parma celebra Lucarelli: "Emozionante"

Il capitano: "Grazie davvero"

“Fascia al braccio, maglia sudata. Capitan Lucarelli storia crociata”. Lo striscione denso di significato racchiude tutte le emozioni che Alessandro Lucarelli e la sua curva hanno vissuto e vivono ogni volta che il Parma scende in campo. Una storia lunga che si arricchisce di un altro capitolo, l’ennesimo, che questo quarantenne di Livorno ha scritto assieme alla sua tifoseria che lo ha eletto a simbolo di una comunità. Ritratto dell’orgoglio crociato, Lucarelli quella fascia al braccio se l’è pure tatuata per portarla con sé sempre, anche fuori dal campo. Segno indelebile di un connubio viscerale e lodevole diventato tale dopo un fallimento che ha rischiato di spazzare via il Parma dagli almanacchi. Lui però si è messo in testa che neanche l’onta della vergogna proveniente da terzi poteva cancellare la voglia di calcio di una città gloriosa e di un capitano pronto ancora a brandire orgoglio e rabbia: “I festeggiamenti finali del Tardini per il mio record di presenze hanno rappresentato una grande emozione. Ricevere uno striscione così da parte della Nord mi ha riempito di soddisfazione e di orgoglio – ha detto Lucarelli in mixed zone - ben sapendo la posizione dei ragazzi della Curva nei confronti dei giocatori per le vicende di anni fa. Li ho ringraziati personalmente subito. Mi fa capire che loro apprezzano la persona al di là del giocatore. Li ringrazio anche pubblicamente. Con loro c’è un bellissimo rapporto che si è creato in questi ultimi anni. Quando mi sono avvicinato loro, gli ho detto che la stima che nutrono nei miei confronti è reciproca e contraccambiata”.

 Un grazie quasi commosso, gli occhi lucidi del capitano si inumidiscono quando poi il discorso va su quelle tristi faccende ritornate terribilmente attuali con l’istanza di fallimento che ha raggiunto il Palermo: “Ci vuole tempo per cambiare le cose ma tempo non abbiamo. Questo succederà sempre”. Lucarelli però ha potuto festeggiare in maniera serena il record di presenze già dieci minuti prima della celebrazione grazie a Giua che ha dato il via al party ‘graziando’ il capitano per un fallo da rosso su Santini. 311 in campionato, giocatore più longevo nella storia crociata dietro solo a Gigi Apolloni che ha accumulato anche presenze in campo europeo e che lì ha avuto molta più gloria del capitano. 311 che diventano 313. Premiato prima della partita da Jiang Lizhang con una ‘tela’ dipinta dall’artista Osvaldo Casanova raffigurante la sua mitica numero 6, Lucarelli è stato celebrato anche dai compagni durante e dopo la partita con una maglia con tanto di patch con tre numeri: un 311 che ha un 6 intersecato nel 3 e una didascalia che ricorda il record di presenze in maglia crociata appunto. Durante la partita e dopo, con una t-shirt celebrativa in cui c’era anche il suo faccione, apparso sul tabellone dello stadio in un video montato con una colonna sonora che caricherebbe chiunque:  “La stima che provo per questa gente e per questa piazza è incredibile. Grazie davvero di tutto”.

Ringrazia anche Frattali il capitano: “Fortunatamente ci e mi ha salvato Frattali con il rigore parato, perché se l’Ascoli avesse realizzato quel gol forse nei minuti finali poteva emergere un po’ di paura da parte nostra. Alla fine, poi, l’abbiamo chiusa dilagando. E’ stata veramente una prestazione da squadra matura”.

Matura anche nel non guardare la classifica: “Se non la guardavamo quando eravamo qualche posizione più sotto non la dobbiamo guardare ora, perché sappiamo che ci sono tantissime squadre in pochi punti. E’ un dato di fatto, però, che abbiamo trovato la quadratura del cerchio. Nelle ultime cinque partite, abbiamo vinto quattro volte con l’intermezzo di Frosinone, dove nonostante la sconfitta avevamo fatto la nostra gara. La squadra ora è equilibrata e matura e sta in partita. Oggi era difficilissimo, al di là del risultato che ne è scaturito. I ritmi erano bassi. Non siamo riusciti a chiuderla subito, nel primo tempo, come avremmo dovuto. Siamo stato bravi anche nel secondo tempo a difenderci”. E matura nel riconoscere il limite di questa squadra: “Abbiamo ancora il vizio di non saper chiudere la gara, quando creiamo le occasioni per farlo. Nel primo tempo abbiamo avuto almeno tre palle in contropiede per raddoppiare. Oggi, però, siamo stati bravi a non dare agli avversari la possibilità di rientrare in gara”.

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