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Lauria, l'eroe del Manuzzi: "Parma, puoi fare la storia"

Intervista esclusiva all'attaccante della Sanremese tra i protagonisti della vittoria del campionato che ha riportato il Parma tra i Pro: "Parma nel cuore. Che spirito Lucarelli..."

Il destino del Parma passa inevitabilmente da Cesena. Nella storia recente del club il Manuzzi ha rappresentato un campo tanto difficile quanto significativo. In Romagna, a tre gare dal termine sarà fondamentale fare risultato a tutti i costi per evitare inutili patemi e calcoli che ti fanno perdere tempo e sonno. Una situazione simile rispetto a quella vissuta l’anno scorso, in cui il Parma (come adesso) era padrone del proprio destino. E aveva tutto nelle sue mani. Un po’ come nell’anno della ripartenza, quando aveva l’obbligo di vincere il campionato di Serie D e uscire dalle sabbie mobili del dilettantismo. Anche all’epoca Cesena, il Manuzzi e la Romagna avevano rappresentato un punto di svolta per la stagione. Anche allora fu una partita di fatica, così come probabilmente di fatica sarà quella contro il Cesena. lauria-gol-1

Tensione e difficoltà spazzate via da un colpo di genio di un giocatore che il Cesena lo ha affrontato per giocarsi l’accesso ai play off. Una vita fa, stagione 2005/2006, Fabio Lauria vestiva la maglia dell’Arezzo e aveva 19 anni, aveva cominciato dalla Serie B perché era considerato da tutti uno con delle doti importanti. Uno che con i dilettanti non c’entrava nulla. Minuto 90’, palla vagante nell’area di rigore del Romagna Centro. Lauria si avvita e con una rovesciata insacca l’ultimo pallone utile per il vantaggio. Quello che segue è un boato che sfocia in una corsa di cento metri dall’altra parte dello stadio, dove la Nord, trasferita in blocco, applaude il gesto di un ragazzo che è rimasto nel cuore di tutti come giocatore e soprattutto come uomo. “Cesena ha rappresentato il punto più alto della mia avventura a Parma – dice Fabio Lauria a Parmatoday.it -. Il gesto rimane splendido, ma ancora più bella è la sensazione che ti rimane durante i giorni successivi, quando ti accorgi davvero di quello che hai fatto. Il bello è che anche due anni dopo girano quelle immagini. Un qualcosa di straordinario. E’stato l’ultimo slancio per andare tra i professionisti. Anche questa volta mi pare possa essere considerato come l’ultimo slancio per… . Non lo dico”.

Lauria, segue ancora il Parma?
“Se seguo il Parma? Come fai a non seguirlo. L’ho sempre seguito, sempre. Ho visto abbastanza partite compatibilmente con i miei impegni da giocatore”.

Che sensazione ha?
“La sensazione è che nei momenti di difficoltà hanno trovato la giusta amalgama. Squadra, allenatore, società e tifosi. Va dato merito alla proprietà per tutto quello che hanno fatto con D’Aversa. Sono stati sempre uniti nei momenti di difficoltà, adesso stanno raccogliendo i frutti. Ho una sensazione molto positiva. A parte lo stop di Vercelli, loro stanno bene. E lo dimostra il fatto di aver fatto una buona partita martedì, contro un avversario difficile come la Ternana che deve salvarsi, costretta a giocarsi il tutto per tutto”.

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Quali sono i pericoli per la partita di domenica?
“Tre anni fa eravamo partiti da Arzignano forse nessuno avrebbe mai immaginato di trovarsi nelle condizioni di adesso. Quello che potrebbe verificarsi sarebbe il coronamento del sogno che avevamo tutti. I pericoli sono tanti: in B non c’è mai una squadra materasso e sabato a Cesena può essere la partita decisiva. Da quando è arrivato Castori hanno avuto un’inversione di marcia importante, lui è un allenatore di carattere, la squadra rispecchia il suo ideale di calcio. Corta, compatta, gioca sulle ripartenze. Davanti ha gente forte come Jallow e Laribi. Mi fanno paura. Il pericolo non è mai uno, ma sono tanti”.

Cosa deve temere il Parma?
“Cadere a Vercelli e rialzarsi subito con la Ternana non è da tutti. Questo Parma è maturo. La rosa era forte e ampia prima, adesso ha recuperato anche pedine fondamentali. Da fuori vedo una grande unione di intenti. Ale (Lucarelli ndc) ad esempio vuole rientrare a tutti i costi. Il fatto che sia andato con la squadra a Vercelli  da infortunato, il fatto che lavori sodo per rientrare, sono segnali forti di una voglia di fare un miracolo. Il sintetico? Non è da sottovalutare, è un buonissimo campo ma i rimbalzi, gli appoggi sono diversi dal solito. Giocare su un sintetico è troppo più veloce. Poi c’è la curva del Cesena che è calorosa, rumorosa e dà carica. Loro sono a 43 punti, vincendo sarebbero quasi salvi visto che i play out sono a 41. Le difficoltà sono tante, ci saranno molti tifosi al seguito e c’è tutto per poter lauria-piangeportare a casa il risultato”.

Che cosa deve fare il Parma?
“D’Aversa lo sa meglio di me (ride ndc). Il Parma deve fare risultato e non può fare conti. Deve cercare di andare a far male subito e andare a vincere. Ci sono troppe squadre dietro. Potrebbe, se vince, abbattere mentalmente gli avversari. Chi insegue potrebbe accusare il colpo”.

Qual è l’avversario che più può preoccupare il Parma?
“Il Parma stesso. Ma sono tante le squadre forti che ambiscono al traguardo. Il Venezia? Troppo solido, non se lo aspettavano nemmeno loro di essere lì e le pressioni sono minori rispetto a Parma. Il loro sogno era quello di entrare nei play off e adesso si trovano a tre punti dalla promozione”.

Ha sentito Lucarelli ultimamente?
“Si sento ancora Ale, sono venuto alla sua festa per le 300 presenze, ci sentiamo ancora. Se smette? Non ci metterei la mano sul fuoco. Ha l’entusiasmo di un ragazzino. Perché sta bene e non si aspettava nemmeno tutto questo spazio che si è meritato grazie alle prestazioni. Ho visto ancora uno spirito di competizione che lo lega al campo. Gli piacerebbe chiudere portando il Parma dove merita. Non vuole deludere nessuno. Quindi come se ragionasse da tifoso. E riesce a dare di più per questo motivo. L’ho visto giocare, ha 40 anni ma non li dimostra. E in così tante partite è naturale che si gestisce. Ma ha l’entusiasmo giusto che ha sempre avuto: non scendi dalla Serie A alla Serie D se non ami il tuo lavoro, se non ami i tifosi, la piazza. Lo vedo con entusiasmo. Per me non finisce. A meno che Cristiana (la moglie) non gli imponga di smettere (ride ndc)…”.

Lei invece, che periodo sta vivendo?
“Io sto vivendo il periodo migliore della mia carriera. Ho trovato la dimensione giusta, il ruolo giusto. Se ho un cruccio è quello di aver fatto per poco tempo l’attaccante. Perché ogni volta che ho giocato da seconda punta ho fatto un sacco di gol. A Rovigo 17, a  Parma, nelle partite in cui ho giocato dove dovevo giocare ho fatto gol.  44 gol negli ultimi due anni, 22 gol con il Campodarsego, 22 con la Sanremese. Sono un bel bottino. Ho acquistato consapevolezza e maturità, sono contento. L’unico cruccio, ripeto, è che non ho avuto le giuste opportunità e io neanche ho avuto – probabilmente - tanta voglia di andarmele a prendere. Mi gioco comunque la promozione con l’Albissola (66 punti). Devono pareggiare o perdere per sperare …”.

Le dà ancora fastidio aver dovuto lasciare Parma?

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“Il cruccio di Parma è rappresentato dal fatto che avrei potuto fare qualcosa in più dal punto di vista realizzativo. Mi sono adattato a fare un ruolo non mio, ma ho rispettato le scelte. Avessi fatto qualcosa in più probabilmente avrei fatto i gol giusti e sarei forse anche rimasto. Ma l’anno di Parma non lo potrò mai dimenticare: risultati, squadra incredibile, gruppo meraviglioso, amicizie, tifosi. Tutta la gente vicina al Parma ha valutato l’uomo prima ancora che il calciatore. Sarò sempre legato alla piazza, ai tifosi. Se a distanza di tre anni si ricordano ancora di me significa che hanno visto dei valori importanti. Da Parma sono passati giocatori dell’altro mondo e se anche Lauria è stato osannato e viene ricordato con piacere significa che ho dato tutto. I tifosi del Parma sono unici. Meritano il meglio, li porto sempre con me”.

Quindi? Venga a trovarli nella partita con il Bari.
“Già da un po’ stavo pensando di venire con il Bari (ride ndc). Volevo essere a Firenze l’anno scorso ma purtroppo non ci sono riuscito. Vediamo”.

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