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Sabato, 20 Aprile 2024
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Parma, con le grandi bisogna cambiare marcia

La quinta sconfitta (la quarta con le big) però è diversa dalle altre

A mente fredda Roberto D’Aversa avrà pensato che lasciare un tempo agli avversari non è certo una furbata. A maggior ragione se la squadra è già forte di suo e non ha bisogno di ulteriori riconoscimenti né ricompense. E’ un po’ quello che è successo a Frosinone. Sarà stata la carica dello Stirpe o il colpo d’occhio fornito da uno stadio bello, per carità, ma con un terreno di gioco uguale a quello degli altri stadi, fatto sta che il Parma per mezz’ora non ci ha capito granché. Eppure i presupposti per giocarsi una partita matura con l'antefatto dei nove punti in tre partite - come è successo poi nel secondo tempo - c’erano tutti. D’Aversa, per contenere la spinta di Matteo Ciofani e di Beghetto, molto propositivi e ottimi assistenti in fase offensiva e difensiva, aveva sistemato i suoi con un 4-4-2 inizialmente, sfruttando la fisicità di Munari - aiutato da Mazzocchi - e la corsa di Di Gaudio sugli esterni. Non è andata benissimo, il Parma a centrocampo con Gianni più largo ha perso muscoli nel mezzo ed è stato subissato dalla freschezza di Sammarco che il pallone lo tratta bene. Il suo infortunio, avvenuto sull’1-0 per la squadra azzurro gialla, ha facilitato le cose aiutando D’Aversa a capire che andava riportato tutto ai vecchi equilibri. D'Avarsa che ha anche ringraziato gli dei del calcio per aver finito i primi 45' con un solo gol di scarto. Così Insigne ha scalato, andando a fare l'esterno destro nel 4-5-1 (sempre parlando di fase difensiva) facendo qualche passo indietro e la densità in mezzo al campo è stata ristabilita. Il Parma da lì in avanti ha sofferto poco, ha provato in tutti i modi a fare propria la partita. Una volta accorciate le distanze, Lucarelli e compagni hanno messo tutto quello che avevano sul campo per tentare di acciuffare il pareggio. Ma non sono riusciti nell’intento trovando un buon Bardi e sbagliando molto anche in fase di rifinitura.

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