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Parma, da dove riparti? Si riflette su futuro

Krause ha conferito a Ribalta pieni poteri: toccherà al dirigente spagnolo risolvere la questione della prossima guida tecnica

I numeri da capogiro del Parma certificano l’impresa al contrario di una squadra destinata ad andare in Serie B. I quattro gol incassati dal Crotone, ultimo in classifica e incapace di vincere una partita fuori casa fino a sabato, hanno spalancato le porte degli inferi a Roberto D’Aversa e ai suoi ragazzi, ammirati in una delle versioni più brutte della saga. Una saga dell’errore, che ha moltiplicato agli occhi di Kyle Krause, l’incapacità di voler tutelare il lavoro fatto fino a qui, con le basi poste negli anni precedenti dai soci parmigiani per quella che è stata una marcia trionfale. Con 70 gol subiti, il Parma ha ormai la consapevolezza di abbandonare il calcio dei grandi, rinunciando a una fetta importante di diritti tv (45 milioni), a fronte di un paracadute (25 milioni) che servirà solo in parte ad ammortizzare le spese folli di una gestione scellerata, capace di accorpare a calciatori ‘narcotizzati’ da un ciclo instancabile di vittorie, giovanotti di belle speranze che però non hanno avuto modo e tempo (per come si è messa subito la stagione) di mostrare le proprie qualità. Le due gestioni tecniche, quella di Liverani al quale è subentrato D’Aversa, non hanno dato niente in termini di punti. Ed ecco il risultato: un penultimo posto minacciato dalla risalita d’orgoglio del Crotone, che al Tardini ha passeggiato su un Parma arrendevole, capace di andare in svantaggio al primo errore (quello di Magallan è il dodicesimo gol di testa) e di riprendere la partita arrivando dall'1-3 al 3-3. Prima di soccombere e sprofondare, perdendo anche la dignità sportiva, messa a repentaglio da un calendario tutt’altro che semplice – per quello che conta -. Da qui alla fine, si incontreranno avversari con obiettivi di salvezza, Champions, Conference League (Torino, Atalanta, Lazio, Sassuolo). E già lunedì all’Olimpico Grande Torino, il Parma potrebbe retrocedere aritmeticamente, qualora non mostrasse un sussulto d’orgoglio e finisse per perdere la partita.

Bisogna allontanare la matematica, mettendo a frutto la strategia della società. Che da ora in poi si servirà delle partite che restano per cercare di capire su chi puntare l’anno prossimo, in Serie B. Il club mira a valorizzare i calciatori di proprietà, buttando nella mischia qualche profilo interessante, con il quale tentare di ripartire o, perché no, di farci qualche soldo per ammorbidire una caduta fragorosa, non solo a livello sportivo, ma anche economico. Senza pensare che alla prima da presidente, Krause si sia macchiato di una retrocessione che resta comunque un’impresa al contrario. Pazienza, ci sarà tempo per lavarla via, a patto che si stili un piano vincente. Per farlo, KK ha sposato la causa con tutto il suo entusiasmo, ha chiamato a corte profili internazionali come Kalma e Ribalta, messi a capo del management. Passerà anche per loro la rinascita. L’intenzione del club resta sempre quella di abbassare l’età media, ‘liberarsi’ dei calciatori scontenti per evitare di ritrovarsi con il cerino in mano anche l’anno prossimo, e soprattutto capire a chi affidare il progetto. Se a D’Aversa, inviso alla piazza, ma avvantaggiato dalla conoscenza del campionato cadetto e dell’ambiente, o ricominciare da zero, con un nuovo allenatore e un profilo che conosca il tipo di calcio che si va ad affrontare. 

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