Parma, passi in vantaggio e ti nascondi

Per fortuna qualcuno ha pensato bene di contenere i danni per una squadra che ha perso due punti in un minuto. Il calcio dà e il calcio toglie (vedi la vittoria contro il Pordenone), ma l’atteggiamento del Parma comincia a destare qualche preoccupazione: perché una volta andata in vantaggio la squadra si ritrae completamente all’indietro preferendo giocarsela in contropiede? Perché dopo il gol smette di remare e pensa di poter arrivare a riva con bracciate isolate e intanto si diverte a stare a galla? Perché non chiude le partite invece che aspettare che gli altri facciano gol? E’ successo contro l’Albinoleffe, contro la FeralpiSalò e contro il Forlì in dei secondi tempi che hanno evidenziato un po’ di appannamento. Se nei primi due casi è andata bene, lunedì sera qualcosa deve essersi inceppato. Va detto che il Forlì non aveva mai tirato in porta prima dell’89’, ma qualche avvisaglia dalle parti di Bassi la squadra di Gadda l’aveva portata. E invece di ‘ammazzare’ la partita ed evitare che ci fossero delle opportunità, il Parma ha preferito vivacchiare magari con la consapevolezza inconscia di chi sa di essere più forte, oggettivamente, e per questo riesce a portare a casa la posta in palio. Ma nel calcio non funziona sempre così, purtroppo. Le partite sono figlie dei risultati e quello di lunedì sera ha detto che il Parma, aldilà della prova sparagnina offerta in casa (l’ennesima), ha lasciato il campo agli avversari e due punti al Venezia che ringrazia e, a dieci partite dal termine, prova a rimanere tranquilla in vetta, da sola al comando. Il Parma era condannato a vincere prima e lo è tutt’ora. E’ la condanna obbligatoria di una squadra che adesso non può più sbagliare con trenta punti a disposizione e che deve pure sperare che nello sbaglio incappino gli altri.