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Martedì, 23 Aprile 2024
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Parma | Galloppa: "In tanti contenti per la D, ma sarebbe la morte" Crespo: "Non ci sono certezze"

"Lo vedono come un ripulirsi di tutto. A oggi chi spende 75 milioni per la B? Siamo realisti. Lottiamo per i dipendenti e per il futuro del club. Se resto anche in caso di D? Non ci voglio pensare, sono disposto a negoziare il contratto"

Ospite al convegno organizzato all'Auditorium Paganini, incentrato sulle alterazioni muscolari dell'atleta, Daniele Galloppa ha parlato anche della situazione delicata che sta vivendo il suo Parma. Lui è uno dei veterani, uno degli uomini simbolo, ha partecipato con Lucarelli, Gobbi e Mirante lunedì, a Roma con Tavecchio per chiedere la riforma di un sistema calcio che, secondo loro, in compartecipazione con la gestione disastrosa della società, ha portato il Parma in questa situazione che pare essere irreversibile. "Sicuramente abbiamo chiesto che questo caso Parma sia un po' l'esempio, abbiamo alzato la voce, qualcosa abbiamo fatto, ma non ci accontentiamo, siamo partiti per fare la guerra alle istituzioni e oro hanno colto la palla al balzo per passare da salvatori dopo il cambio delle regole. Speriamo che il Parma possa salvarsi e sopravvivere soprattutto per la gente che ruota attorno a noi, che ci sia un futuro". Come ogni lotta politico-sindacale, il tutto andrà per le lunghe, non si può pensare a un cambiamento veloce e radicale, ma i giocatori del Parma verranno ricordati in futuro per quello che hanno passato in tutti questi mesi. "Il riconoscimento ci interessa poco, abbiamo fatto questo perché ci è capitato qualcosa di inammissibile in una società come il Parma e in un campionato di livello come la A. Saremo disposti a fare anche sacrifici economici ulteriori, ma le strade sono due: o si fallisce e si riparte dalla serie D, dove cambiano tutti gli scenari, il mercato sarà aperto, ci svincoliamo tutti e molti dipendenti andranno via. Tanti sono contenti di questo, lo vedono come un ripulirsi da tutto; l'altra strada è ripartire dalla B, salvarsi e ridiscuterere i nostri contratti perché il debito sportivo è alto e al momento non ci sarebbe nessuno disposto a prendere la società con 75 milioni di euro per mantenerla in B, siamo realisti. Rimanere in serie D? Non abbiamo neanche affrontato il problema perché sarebbe la morte della società. Ripartire dalla B significherebbe un progetto diverso. Ma adesso non ci pensiamo, speriamo che questi due mesi ci portino buone notizie". Intanto, dopo la botta al ginocchio destro rimediata in amichevole venerdì contro la Primavera, il centrocampista è in dubbio per la partita con l'Inter.

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E, a proposito di Primavera, sulla stessa lunghezza d'onda viaggia Hernan Crespo: se le cose si aggiusteranno, a meno di problematiche diverse e colpi di scena, dovrebbe essere lui il candidato alla panchina di Donadoni che da giugno sarà considerato libero a tutti gli effetti, perché il suo contratto scade. "L'avvento dei curatori fallimentari cambia poco oggi, ci sono dei curatori che stanno cercando di trovare il punto di incontro. Noi stiamo facendo il nostro lavoro con orgoglio perché siamo riusciti a dare giocatori anche alle Nazionali, (Lombardo ultimo in ordine di tempo convocato dalla Repubblica Dominicana). Il nostro compito non è solo quello di portare calciatori dalla prima alla squadra, ma di dare anche qualche ragazzo alle Nazionali di categoria. Noi possiamo solo cercare di capire cosa si vuole fare. Loro non garantiscono il futuro, ma sono convinto che chi abbia un contratto pluriennale possa discuterlo o azzerarlo, sempre in nome della continuità aziendale. Ma credo che questi ad oggi non sia possibile, l'interlocutore non può garantire il futuro, quindi di cosa stiamo parlando?".

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