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Il Parma si ritrova e cancella il Genoa con Benek e Vazquez

Finisce 2-0 la gara del Tardini che torna a festeggiare e ad applaudire i suoi beniamini. Gara autoritaria dei crociati che tornano in zona playoff e non rischiano mai

Il Parma vede la luce e torna alla vittoria in modo netto e autoritario. Il 2-0 firmato Benek e Vazquez con il quale doma il Genoa, che prima di oggi era avanti dieci punti in classifica, matura nella settimana più complicata della gestione Pecchia. La sconfitta di Cosenza aveva mosso un gran trambusto da queste parti, la contestazione annunciata dai tifosi alla fine si è rivelata una protesta che ha avuto forse il merito di motivare la squadra e risvegliarne l'orgoglio, visto come ha poi risposto sul campo. E il Tardini è tornato festante e con un colpo d'occhio che rimarrà a lungo dentro le teste dei calciatori crociati. Tutta questa differenza di punti tra il Parma e il Genoa, in campo non si è vista. Anzi, sì, ma al contrario. Pecchia e i suoi hanno vissuto un pomeriggio da grande squadra, cominciato male.

Anche un allenatore equilibrato come lui ha sbottato, inveendo contro il destino che dopo tredici minuti gli ha messo ancora lo sgambetto e lo ha privato di Valentin Mihaila, uscito in lacrime dopo l’ennesimo infortunio muscolare della sua annata travagliata. Il romeno, schierato tra i trequartisti dietro Benedyczak unica punta, si è coperto il volto con la maglia consolato da tutta la panchina all’uscita dal campo. Il Parma, che pure aveva cominciato bene la partita con un atteggiamento propositivo e convinto in fase di pressing, deve rivedere il piano gara: Al posto di Mihaila entra Sohm, con Bernabé che va a fare il trequartista e Vazquez alla ‘Totti’ pronto a rifinire il gioco e a cucire tra i reparti. Benek che transita a sinistra, Zanimacchia parte da destra per attaccare la porta di Martinez. Gilardino, quasi sorpreso dalla partenza forte dei padroni di casa, è tutto nella palla lunga a cercare Coda lasciato davanti a predicare tra Balogh e Osorio. Strootman e Gudmundsson non riescono ad arginare Bernabé, in giornata super e quando hanno la palla tra i piedi non trovano mai spazio per il fraseggio. Pecchia toglie profondità agli avversari e la soluzione estrema resta quella del lancio lungo, spesso intercettato dalla difesa crociata che nel primo tempo non rischia niente, se non un colpo ti testa di Coda ciccato dall’attaccante. La partita non regala tante occasioni ma si mantiene vibrante. Per scaldare il pomeriggio servirebbe la classica giocata. E la trova Vazquez, che con un tocco di prima intenzione libera la corsa di Benedyczak partito dall’esterno. Il polacco buca Martinez dopo una mezz’ora abbondante di partita e, tenuto in gioco da Matturro, segna il terzo gol in campionato. Gilardino, colpito con un’azione che ha fatto leva sull’ampiezza del campo, se ne resta con le braccia conserte e applaude il suo portiere quando al tramonto del primo tempo vola e nega il raddoppio a Bernabé. Il 3-5-2 dell’ex bomber del Parma è stato letteralmente inglobato dalla squadra di Pecchia che gioca a tutto campo, uomo contro uomo lavora alla riconquista della palla e punta sulla verticalizzazione per far saltare il banco del Genoa. 

Gila cambia: lascia in panchina Matturro, chiama Jagiello e passa al 4-4-1-1 con Aramu dietro a Coda. Ma l’attaccante è solo lontano parente di quello che l’anno scorso aveva segnato tre gol a Buffon. Controllato bene e aiutato poco dai compagni, esce senza aver dato nulla alla sua gara. Il Parma intanto è già andato sul 2-0, merito di Vazquez che ha trasformato il rigore concesso, dopo un controllo al Var, per tocco di mano di Dragusin su palla in area di Zanimacchia. 2-0, il Tardini si riscopre vivo come non gli accadeva da tempo. Gilardino rifà l’attacco: dentro Yalcin e Puscas con 20’ di partita davanti. Non arriva la scintilla, dopo aver sostituito il reparto d’attacco, Gilardino fa lo stesso con la mediana. Dentro Salcedo e Sturaro per Gudmundsson e Strootman. 

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