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Parma, i punti pesano: cosa va e cosa non va

Dopo Terni si ha la consapevolezza di aver buttato due punti

COSA NON VA

Quando il Parma passa in vantaggio fatica a chiudere la partita nonostante l’inerzia di essa penda dalla parte dei crociati. Nel caso specifico di Terni – è successo anche altre volte – pur avendo le occasioni per condurla in porto, la nave crociata non ha solcato con convinzione i mari poco tempestosi del Liberati offrendo il fianco all’avversario che, dai e dai, alla fine ha trovato il varco giusto per fare male al contrario dei crociati che non sono riusciti nel tentativo di fare bottino pieno. Manca cinismo.

Manca anche la forza di gestire certe situazioni. La terza difesa meno battuta con diciassette reti incassate (dietro Venezia che ne ha subite quindici e Palermo, sedici), ci è ricascata. Errori di posizionamento e di concentrazione che hanno portato i crociati a subire un gran gol da parte di Tremolada. Ma l’azione che porta al pareggio è solo la somma di una serie di errori che ha generato l’episodio e che potevano e dovevano evitarsi.

Lasciare il campo agli avversari credendo di poterli colpire quando serve può portare, magari inconsciamente, a credere di sentirsi superiori all’avversario e abbassare la guardia. Siamo sicuri che questo non accada, conoscendo D’Aversa che tiene tutti sulla corda e in tensione, volendo ricercare sempre la massima espressione della sua squadra sia in fase difensiva che offensiva. Ma a volte sembra che questo accada puntualmente. Soprattutto nelle partite che contano.

Appoggiarsi troppo sui limiti dell’avversario senza magari cercare, come a Terni, di imporsi, non è sempre una logica appagante. COSA VA

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