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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Parma, il futuro resta un rebus: ma c'è un piano ambizioso

La società è concentrata a chiudere la stagione con dignita. Intanto c'è da risolvere le questioni legate a Carli e Lucarelli

Il futuro del Parma dipende ancora dalla matematica: almeno a sentire il presidente Kyle Krause, encomiabile ottimista, che smorza i toni di una quasi retrocessione fallimentare, che si trascina dietro un conto pesantissimo. I 73 milioni di euro spesi, faranno il paio con la perdita dei diritti tv per la Serie A, parzialmente ‘alleggerita’ da un subentro economico del paracadute, che come ha detto Jaap Kalma in conferenza, ammorbidisce la caduta rendendola meno drammatica, sportivamente ed economicamente parlando. 

I principi ottimistici di KK però hanno il sapore della circostanza. È impossibile che un manager esperto e navigato come lui, pur venendo da un altro mondo, lontano dal calcio, non si accorga di quanto sia prossimo alla retrocessione e di come il progetto tecnico del Parma sia in balia degli eventi, destinato a risultare da qui a cinque partite, fallimentare. Se non avviene il miracolo, chiaramente. Più realista è sembrato Javier Ribalta, che alla sua destra ha ascoltato attentamente, senza scomporsi né lanciarsi in proclami, nel giorno della sua presentazione. Anzi: il dirigente spagnolo si è sbilanciato appena, dichiarando di conoscere la Serie B e di avere la ricetta per vincerla, rivendicando quindi la sua straordinaria conoscenza calcistica. Legittimo, da parte di chi è arrivato dieci giorni fa, tenere il profilo basso. Se si considera che ha avuto poco tempo per studiare il tutto, si capisce come le sue dichiarazioni siano giustificate dalla prudenza. 

“Ho visto più partite di Serie B che di Serie A - ha detto il nuovo direttore dell’area tecnica - servono giocatori forti per vincere. Pensiamo, in caso di retrocessione, alla B come un piccolo passo indietro per poi farne altri in avanti”. Per il resto, come prevedibile, non si è lasciato andare sul futuro. In termini di scelte, il domani resta ancora indecifrabile, seppure si avverta una sensazione che porta a un rinnovamento. La foschia volutamente diffusa però, non indica che dietro di essa non ci sia un lavoro per mettere a punto la strategia giusta. Ci sono ancora cinque partite, è vero, serviranno per testare i giovani, i calciatori di proprietà, il Parma le sfrutterà principalmente per sapere su chi puntare e chi no. Probabilmente ci sarà anche un nuovo allenatore, Ribalta avrà un nuovo braccio destro, forse uno tra Marcello Carli e Alessandro Lucarelli, o una nuova figura, magari promossa dall’interno. Ma al momento, su questo fronte, tutto tace. 

I dubbi però sono stati spazzati via dalla voglia di riscatto di Krause, dal suo entusiasmo che non è certo scemato. Sarebbero guai. Tenuto in piedi da un progetto ambizioso, al quale è legato l’ammodernamento dello stadio, nel quale, si spera, possano giocarci calciatori funzionali al progetto. Per rimanere in Serie B il meno possibile. 42 partite, prima di tornare a spiccare il volo nella massima competizione. Quella a cui aspira un presidente ruspante, ambizioso e di grande spessore, come KK.

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