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IL PAGELLONE del Parma: promossi e bocciati di una stagione da record

Da Cassano a Paletta, passando per Amauri e Mirante, tutti i protagonisti della volata europea. Tra i promossi spicca Parolo, alla sua miglior stagione della sua carriera; rimandato Palladino, da lui si si aspetta qualcosa di più

mirante-11MIRANTE - 8 Ha messo le mani sulla convocazione al mondiale, pochissimi errori, tante le parate decisive, con un rigore neutralizzato a Gilardino in Genoa-Parma. Nel record dei risultati utili consecutivi, Antonio da Castellamare ci ha messo i guantoni più di una volta, con sicurezza e istinto, guadagnandosi un voto altissimo per la stagione straordinaria che ha fatto. Continuo come pochi nel suo ruolo, è stato davvero secondo solo a un certo Buffon, ma Prandelli lo ha chiamato solo per fare il 31esimo. Intanto si consacra e si mostra sicuro anno dopo anno. 

BAJZA - 6 Tre presenze in campionato, due in coppa Italia e una partita, quella con la Lazio, che ha lasciato qualche perplessità sulla sua affidabilità. Ma Bajza può essere tranquillamente considerato uno a posto, è sempre difficile farsi trovare pronto, e lui in campionato ha fatto bene, considerando quanto ha giocato, alle spalle di un mostro come Mirante. La sufficienza è di stima. 

PAVARINI - s.v. Celebrato e giustamente riconosciuto, il Pava lascia il gruppone in Europa dopo averlo riportato in A sette anni fa. Lo lascia da portiere vero e da atleta, da uomo e tifoso, commosso al giro di campo, con la mano sul petto e l'altra alzata in segno di gratitudine. Senatore all'interno dello spogliatoio, il merito per questa cavalcata è anche suo. 

mattia_cassani-3-2CASSANI - 7,5 E'arrivato in silenzio, quasi nella diffidenza totale, poi si è costruito un bel posto, dove ci è rimasto per tutta la stagione. Mattia Cassani è una delle sorprese più belle della stagione del centenario, una stagione difficile da ripetere a livello personale. Sempre presente, balbetta un attimo quando va a destra, nella posizione di primi centrale, esplode quando Donadoni gli regala la fascia destra, suo posizionamento naturale. Solca il terreno e garantisce sicurezza, sa mostrarsi forte con i forti e pure con chi è veloce, non soccombe mai, e in più sforna quattro assist decisivi per la volatona europea. Da riscattare. 

Paletta-11PALETTA - 7,5 Resta l'immagine di un supereroe con i capelli... al vento. Esce dalla battaglia pieno di polvere, ma vittorioso, un guerriero di altri tempi, duro e crudo, efficace e sempre presente. Un'infortunio lo penalizza nella prima parte della stagione, ma poi si riprende alla grande e spazza ogni avversario che cerca di superarlo. Quasi tutti cadono, compreso Higuain, gioca d'anticipo, ci mette il fisico e arriva su ogni palla. Nella parte conclusiva della stagione lo penalizza un attacco virale, soffre la pressione forse per la chiamata in Nazionale e stecca contro la Juventus, con il Bologna, Inter e Cagliari, ma Cerci lo perdona, facendo sì che la sua stagione resta comunque positiva. Immagine positiva della cavalcata. 

A.Lucarelli-4LUCARELLI - 8 Stagione pazzesca del capitano, mai così in alto come rendimento. Prestazioni mostruose, a volte riesce ad oscurare anche Paletta che gli sta a fianco. Combatte fino a novembre con Felipe, correggendo quando può, anche i suoi errori. Dal suo lato non si passa, ha lottato contro tutti e non è mai caduto. La scivolata di Torino, su gol di Immobile e la sua espulsione sempre con i granata, chiudono la stagione più importante della sua carriera, impreziosita da 4 gol di cui uno di tacco, alla Mancini. Giocate da urlo, chiusure tempestive e grinta da vendere fanno da cornice a uno sfondo di battaglie, dove a cadere non è stato quasi mai lui. 

Felipe-col-Parma-3FELIPE - 5,5 Arrivato con l'etichetta di "prescelto" da Leonardi, Felipe dal Bello non ha mai convinto del tutto. Le potenzialità di un giocatore che sembrava una promessa ai tempi di Udine, ci sono, ma la confusione tattica e la collera facile non lo hanno aiutato. Incerto sin dall'inizio, quando affianca Lucarelli perché Paletta è fuori uso, sbaglia e non da sicurezza a un reparto che avrebbe bisogno della sua freschezza. In 23 presenze, nessun gol, 5 ammonizioni e un'espulsione, contro il Cagliari. Da rivedere. 

MOLINARO - 7 Arriva dalla Germania, dove è stato protagonista con un paio di stagioni in Champions e ottime partite nel campionato che sta salendo alla ribalta per le innovazioni sugli impianti e sulla tattica. Si mette in mostra per spirito di sacrificio e volontà, fa fuori un fedelissimo di Donadoni come Gobbi, segna due gol e fa segnare, mostrandosi un tipo affidabile nelle tempeste. 

GOBBI - 6,5 Parte bene, poi qualche problemino fisico e l'exploit di Molinaro lo frenano. Ma si dimostra sempre pronto. Donadoni ci pensa dieci volte prima di sostituirlo, è un uomo suo gli ha risolto dei problemi, ha segnato un gol alla Fiorentina quando la partita sembrava finita, e si è immolato in varie occasioni. 

GARGANO - 5,5 Poche le volte in cui ha convinto davvero. Troppi infortuni ne frenano il rendimento, qualche abbaglio e troppo buio per uno con il suo curriculum, da cui è facile aspettarsi di più. Lotta, per carità, ma non è mai decisivo. Si esalta nelle battaglie, non si inserisce anche perché non ha nelle sue corde quello che gli chiede Donadoni, anche se un gol lo riesce a segnare. Qualche pallone in più avrebbe potuto morderlo.  

acquah-2ACQUAH - 7 Sorpresa, scippa la maglia da titolare a Gargano e saluta il campionato con una certezza: ripartire da lui, dai suoi tackle e dalle sue corse a perdi fiato. 

Parolo-3PAROLO - 8 Otto come i gol segnati dal centrocampista, ottimo come il suo rendimento anche riguardo agli assist che sono sette. Pazzesco, attaccante aggiunto, riesce a stupire anche perché non era facile dopo una stagione anonima rendere in questo modo. Si prende le chiavi del centrocampo, lo guida alla ribalta attraverso i suoi colpi e con il ritmo dei suoi inserimenti, fatali a Napoli, Milan e Inter. Due doppiette, tanti chilometri e intelligenza tattica. Cala alla fine ma si fa trovare pronto nel ciclo infinito di risultati utili, dove mette una delle firme più vivide. Si guadagna la convocazione nei 31, con buone possibilità di rimanere nei 23. 

OBI - 5 Mai pronto, a causa di troppi problemi fisici, Donadoni lo schiera con il contagocce. Gli manca il ritmo partita, come contro la Juventus in cui mostra la sua incertezza. Tornerà all'Inter, sperando che stia meglio. 

MUNARI - 5,5 Il suo apporto non è stato indimenticabile. In un centrocampo come quello del Parma che si basa sugli inserimenti, non ha trovato troppo spazio lui che è più uno che contiene. Preferisce fare da schermo piuttosto che offendere, qualche partita l'ha sciupata anche lui, contro il Genoa è stato difficile vederlo sbagliare due gol da posizione ottima, ad esempio, ma resta comunque uomo simbolo della tifoseria, che lo ha eletto idolo senza troppi gesti tecnici che restino impressi. 

MAURI - 6 Debutta contro l'Udinese, poi qualche altra apparizione dove mostra tempra e tenacia, si farà il giovanotto, la dirigenza ci punta molto. 

MARCHIONNI - 6,5 Il metronomo del centrocampo crociato si mette a disposizione di Donadoni, davanti alla difesa detta i tempi e cerca di fare da schermo in fase difensiva, quando fa valere anche l'esperienza. Trova il gol contro il Torino, molti inviti per i compagni sono anche suoi. Nel ciclo d'oro è decisivo, costituisce l'ossatura della squadra, poi subisce qualche appannamento, normale,ma conduce a livelli sempre al si sopra della sufficienza.

SCHELOTTO - 6 Arrivato con tutta la diffidenza di chi accompagna un giocatore finito, El Galgo si mette a disposizione e lavora sodo per scalare posizioni nell'indice di gradimento. E ci riesce con un gol subito, all'Atalanta, poi altri due centri, e tanto sacrificio. Sansone non viene rimpianto, proprio grazie al levriero che si cala bene nella parte e trasforma lo scetticismo in applausi. 

Amauri1-12AMAURI - 7 Gioca poco rispetto alla stagione precedente, ma riesce a far sentire il suo peso nella notte europea di un Parma tutto carattere, come lui. Poi piange come un bambino, in segno di questo amore che lo lega alla tifoseria e alla squadra che lo ha fatto rinascere per la seconda volta. Penalizzato un attimo dal modulo di Donadoni, che gli ha preferito Cassano come "falso nueve", Ama ha accettato tutto, la panchina e qualche malumore, poi si è alzato e ha segnato, come in un film. E il giorno dopo è tutto suo...

Biabiany-3-8BIABIANY - 7 La freccia transalpina ha segnato sei gol, è stato uno dei più impiegati da Donadoni e lui lo ha ripagato con prestazioni positive. Oltre alla fase offensiva, cura bene la fase difensiva, mostrandosi adatto alla duttilità tattica e ben interpretando sia il ruolo di ala che di attaccante esterno. 

Cassano-4CASSANO - 8 La sua fantasia comanda. In una squadra che gioca ai suoi ordini, che si muove attraverso il suo dettato, FantAntonio brilla e segna 12 gol, eguagliando lo score realizzativo della stagione blucerchiata. Conquista la maglia della Nazionale e sbaglia anche due rigori, ma per il resto colleziona assist a non finire e resta a lungo al comando del gioco del Parma. Benissimo come falso nueve, soffre un po' se relegato a sinistra, ma mantiene la promessa fatta ai tifosi di portarli in Europa, saldando il debito di quella cassanata, l'unica, di gennaio della quale è meglio non parlare in pagine celebrative. Esulta come un matto, si allena anche quando è a riposo, trova il tempo di dedicarsi alla famiglia del Parma, dimostrando attaccamento e professionalità. Chi aveva dei dubbi si è ricreduto.

PALLADINO - 5,5 Il solito guascone, con la faccia da scugnizzo. Palla non è sempre in palla, spesso fuori dagli schemi,sembrava potesse fare bene almeno questa stagione, ma dopo un inizio confortante si perde per strada. Il suo contributo realizzativo non è alto, qualche partita condotta bene, poi tante gare "buttate". 

CERRI - 6 Esordio stagionale con il Napoli, gambe che tremano ma va bene così. 

ALTRI 

Pavarini (6), Rossini (s.v.), Pozzi (s.v.)

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