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VISTA DALLA CURVA | Fi' c'me le bon Baraye

Luca Cavallina ci porta in curva

Vincere senza soffrire alcune volte è bello e fa bene al morale e alle coronarie, vincere come ha fatto il nostro Parma oggi è un’iniezione di fiducia in noi tifosi che forse, ultimamente, eravamo un po' giù di corda. Si celebrava oggi il nono anniversario dalla tragica scomparsa di Matteo Bagnaresi e non c'è stato omaggio migliore dei tre punti senza tanti patemi con tanto di sorpasso in classifica al Padova. La Nord non ha ancora finito di scomporre la coreografia, non ha ancora iniziato a cantare quando Calaiò esibisce subito una specialità della casa: riceve palla in area spalle alla porta, colpo di tacco, con annesse ragioni balorde del mio compagno di stadio Nicolas, Nocciolini si fionda sul pallone e deposita in rete. Uno a zero, chi ben comincia è a metà dell’opera. Prima di esultare rifilo cazziatone e scappellotto al miscredente al mio fianco.

La curva, galvanizzata dal gol, canta a squarciagola, invita i nostri a chiudere la partita, la maceratese prova a reagire ma oggi dalle parti di Lucarelli e Di Cesare non si passa, il centrocampo crociato intanto aspetta, pressa con lucidità e fa ripartire la manovra: ogni volta che Baraye e Calaiò entrano in area avversaria si scatena il panico eppure anche oggi si pecca di freddezza e non si concretizzano tutte le occasioni, qualcuno sugli spalti teme addirittura la beffa: “Sbaglia, un gol, sbagliane due e poi zac, ti fregano” continua a ripetere un tifoso timoroso. La paura scompare del tutto al minuto trentotto, quando Baraye entra in modalità Playstation : dai e vai con Scavone, assist illuminante per Calaiò che supera in velocità Sabato e con un sontuoso tocco sotto trafigge l'incolpevole forte. Mentre lo stadio gioisce, Calaiò improvvisa un balletto sotto la Nord e in tanti, meravigliati si lasciano andare a tipiche espressioni parmigiane di giubilo: “ Vacco ca' che rása d'un gol” “ Fi' c’me le bön Baraye”… Fine primo tempo, tutti felici e di nuovo secondi.

Il secondo tempo, a differenza delle emozioni del primo, è il festival del nulla, i nostri fanno accademia, amministrano il risultato e non rischiano nulla. La curva cala l'intensità ogni tanto ricorda ai cugini depressi e congelati a meno dieci punti da noi che siamo dei bagoloni ma siamo ben felici di esserli. Nella tranquillità irreale della ripresa l'unico sussulto lo regala sempre Calaiò che appoggia tra i piedi di Forte il rigore del possibile tre a zero, più che un rigore, passi il “francesismo”, l'arciere crociato ha scoccato una scoreggia verso la porta marchigiana. La partita si trascina stancamente al termine, la Nord comincia a caricarsi per la trasferta di mercoledì a Padova ed un compagno di scalinata incassa anche oggi la sua delusione settimanale nel constatare che anche oggi “samurai” Sinigaglia è rimasto seduto in panchina.

Curiosità dalla curva: in nord era presente un appassionato di sport ( con del tempo libero, tanto tempo libero) che da settembre ha assistito a centoventidue partite tanto che prima di venire in curva era a vedere lo Scandemberg, qualcuno contatti il Guinness World record. Bentornati in campo Gigi e Gianni, noi continuiamo a crederci.

Di Luca Cavallina

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