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Parma, mai dire rimonta: se prendi gol perdi

La squadra di D'Aversa ha pareggiato solo all'esordio dopo essere passata in vantaggio per 2-0. Cinque sconfitte e quattro pari e se segnano prima gli avversari non è in grado di rimontare

Non è ancora tempo di tuffarsi nello scontro diretto, nella partita salvezza contro il Frosinone. Roberto D'Aversa alla ripresa degli allenamenti ha voluto fare una sorta di ripasso di quella che è stata la gara di Bergamo prima di archiviarla del tutto e non parlarne più. Una partita condotta bene dal Parma fino al 55', quando uno dei migliori giocatori della rosa fino a qui, Riccardo Gagliolo, in uscita palla al piede ha esagerato, si è fatto intercettare il pallone e rubare il tempo da uno che non ha bisogno di preghiere per tirare in porta. Infatti quel cecchino di Ilicic, appena visto lo spazio aperto, dopo qualche passo ha calciato verso Sepe, pronto ma sfortunato nel respingere il pallone sulle gambe di Gagliolo che, nel frattempo, ha provato a rimediare alla stupidaggine.gervinho-ansa (3)-3-2

Rendendosi subito conto che l'aveva combinata grossa, è corso all'indietro cercando disperatamente di recuperare ed evitare pasticci. Ma era troppo tardi perché il pallone calciato dallo sloveno gli è carambolato addosso ed è finito in porta. Da qui è poi partita la fase in cui il Parma è passato alla modalità 'autogestione', cercando di limitare i danni e quasi mai, tranne che in un tentativo che ha portato disturbarsi a vicenda Barillà e Rigoni, a cercare di pareggiare una partita che poi ha perso male. E non con l'atteggiamento tipico delle squadre di D'Aversa, uno che prepara la gara in tutti i dettagli e che gioca molto sull'avversario. Non gli sarà mica sfuggito, nell'analisi della settimana, il fatto che l'Atalanta sfrutta le palle inattive (come il Parma) e che con la fisicità può diventare pericolosa. Le marcature sono saltate, vuoi per una spizzata come nel caso del gol di Palomino, che ha allungato la traiettoria del pallone verso il secondo palo, vuoi per il crollo del castello difensivo quando Mancini ha fatto irruzione nell'area piccola, la partita è andata a finire come è finita. Con un 3-0 che non lascia spazio a recriminazioni, se non a una: l'episodio chiave in cui il match è girato e capitato al minuto 49 poteva essere sfruttato meglio. Quello che ha visto protagonista un Gervinho tenuto in campo da D'Aversa fino alla fine per permettergli di riacquistare il minutaggio che serve per vincere le partite che contano (vedi contro il Frosinone) e per il quale il tecnico è stato crocifisso.

Il pallone calciato da Barillà in mezzo all'area è stato smanacciato da Berisha che ha rimesso in gioco Siligardi - migliore in campo e sacrificato sull'altare di Gervais (doveva uscire l'ivoriano, ma D'Aversa gli ha concesso qualche minuto in più sperando nel guizzo) - bravo a farsi trovare pronto ma non a calciare in porta. Il pallone deviato è finito comunque sui piedi di Gervinho poco lucido e poco preciso a un passo dalla porta. Da lì in poi il Parma si è ritratto e ha messo la testa nel guscio cercando di sfruttare qualche ripartenza, facendo affidamento al fragile Ceravolo che tra le torri dell'Atalanta sembrava uno scudiero indifeso e solo. Nel frattempo il Parma aveva capito che la musica sarebbe potuta cambiare da un momento all'altro e così è stato.

sepe-ansa-atapar-2L'errore di Gagliolo ha spalancato le porte a una goleada che magari da un lato condanna la squadra di D'Aversa, certificando dall'altro il gruppo riuscirebbe pure a gestire il risultato - fino a un certo punto nel caso di Bergamo -, che il Parma potrebbe essere una squadra che se passa in vantaggio lo mantiene pure con una gara di sofferenza. Se trova spazi arrotonda (è successo contro il Cagliari, contro il Genoa in trasferta) ma se va sotto (vedi Spal, Napoli, Lazio e Atalanta), non recupera. E rischia di soccombere. Perché? Pare che la squadra non abbia cifra tecnica e materiale umano tale da permettergli il ribaltone... .

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