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ESCLUSIVA - Parma, Braida: "Entrambe nel mio cuore, gara da tripla"

"D'Aversa? Riflessivo e sanguigno, Rino più verace. Entrambi meritano gli applausi. Le critiche? Cosa volete dire a Roberto? Faggiano? Non sono io il suo maestro, ma è bravo..."

La partita del Barcellona è finita da poco. Messi e compagni hanno calato sul tavolo della Champions un bel tris. Con il quale hanno fatto saltare il banco del Manchester United in quella che una volta era la vecchia Coppa dei Campioni. Che Ariedo Braida conosce benissimo. Il direttore sportivo del Barcellona, dedito alla cura delle trattative con i club esterni, è sempre in giro per il mondo, torna spesso in Italia e passa anche da Parma, “il legame con la famiglia Ceresini è di quelli forti. Le cose belle della vita le ho vissute anche con loro dice in una intervista rilasciata a ParmaToday.it –“. Perché a Parma Braida ha giocato, dal 1977 al 1979, prima di intraprendere una lunga carriera fatta di successi da direttore generale e direttore sportivo del Milan.

Braida, ci racconti Parma?

“Per me è la famiglia Ceresini. Ho un legame molto forte con Fulvio e con il Parma, malgrado ci abbia passato poco tempo. Quando sono arrivato mi hanno accolto benissimo, mi hanno fatto sentire uno di casa. Come se mi avessero adottato. Non mi hanno mai fatto mancare nulla”.

Cosa le resta di Parma?

“Lo sport può aiutare molto a crescere. Ho sempre avuto un rapporto molto sincero con Parma e con i suoi tifosi, oltre che con la famiglia Ceresini. Ogni tanto torno, sono stato a Parma qualche mese fa a vedere la gara con Sassuolo all’andata. Ho rivisto Fulvio allo Stadio, è stato molto piacevole. Parma mi è rimasta nel cuore, è una grande realtà, una bella piazza che merita il meglio. Ha una storia importante, non solo a livello calcistico. Stando a Parma ho avuto modo di apprezzare una città fantastica. Dove mi sono sentito a casa. Fulvio, il padre, sua moglie, la sua famiglia mi hanno aiutato. Il mio legame con loro è fortissimo, spero che il Parma vada sempre meglio perché stiamo parlando di una grande realtà a livello industriale, ha un grande Teatro, una tradizione culinaria importante, è sede di aziende molto celebri. E’ cresciuta. Lo sport, come dicevo prima, aiuta a crescere. Direi che ha tutto per fare bene anche nel calcio”.

Il ricordo più fulgido a livello calcistico?

“Un gol fatto alla Reggiana negli ultimi minuti, mi hanno dedicato una grandissima festa che ricordo ancora con estremo piacere”.

Parliamo del Milan.

“Cosa le devo dire? Il Milan ce l’ho nel cuore. Non mi faccia scegliere il ricordo più bello. Del Milan ricordo tutto con piacere. Ci ho passato 27 anni al Milan, oltre a trofei, coppe, scudetti mi porto dietro le esperienze di vita”.

Va bene. Le posso chiedere che partita sarà?

“Sarà una partita difficile per tutte e due le squadre. Il Parma deve ancora fare qualche punto per la salvezza, il Milan ha fame e deve andare in Europa. Sarà una partita tosta, il Parma vorrà vincere, il Milan anche ma si affrontano due squadre che vivono momenti simili. Guidate da due miei allievi, diciamo così”.

Uno è D’Aversa, l’altro…

“D’Aversa? Lo conosco bene, dai tempi del settore giovanile del Milan. Un giocatore forte, un po’ ribelle ma forte. Un tecnico preparatissimo. Ho avuto modo di apprezzarlo anche nella sua prima esperienza da allenatore a Lanciano. Un ragazzo eccezionale, un mio allievo possiamo dire al quale sono legato. Sono andato spesso a trovarlo quando faceva l’allenatore e io ero ancora in Italia. Ha trovato il suo mondo ideale per lavorare e mettere in pratica i suoi principi. Lanciano lo ha aiutato moltissimo, è stato utile nel suo percorso di crescita. Dopo due promozioni di fila diciamo che è uno che raggiunge gli obiettivi”.

… l’altro è appunto Gattuso.

“Gattuso è un ragazzo straordinario, ha un cuore grande  è riuscito a compattare il Milan. Sa combattere è uno che fa di tutto per raggiungere certi traguardi. Vive di calcio, onesto, un uomo con la ‘U’ maiuscola. Non era facile riprendere in mano il Milan, lui ce l’ha fatta e con grandi risultati. Rino è un ragazzo d’oro”.

Hanno qualcosa in comune?

“L’umiltà. Nella vita troverai sempre qualcuno più bravo di te. Per arginarlo devi avere più fame di lui. E mi pare che Rino e Roberto abbiano fame. Tanta fame. D’Aversa è un pochino più riflessivo, uno che pensa di più. Mentre Rino è uno sanguigno, uno che vive il momento, uno che però dà tutto per quello che fa. La sua forza è stata sempre l’umiltà. Sono felicissimo di vederlo sulla panchina del Milan”.

D’Aversa è sempre al centro della critica.

“Non è amato? Beh, nella vita, non solo nel calcio, ci si rende conto del valore di una persona quando non c’è più. Si ricordi una cosa: le persone vengono apprezzate quando se ne vanno. Quando ci sono tutti sembrano più bravi, a parole. Dei grandi attori, ad esempio. Non sarà un caso se si ricordano le qualità quando non ci sono più. Nel calcio tutti sappiamo tutto, tutti facciamo la formazione e tutti parliamo. Siamo tutti bravi allenatori. Però poi c’è da raggiungere gli obiettivi. Quando le cose non funzionano si cambiano gli allenatori. Questa è una vecchia regola del calcio. Non potendo cambiare la squadra si cambia l’allenatore”.

Quindi?

“Ecco, tornando a D’Aversa: quando approderà in un’altra squadra allora lo rimpiangeranno. Perché nel calcio non c’è solo il bel gioco, ma anche gli obiettivi che devi raggiungere. Per fare il bel gioco devi avere i calciatori adatti. Per vincere ci vogliono gli uomini. Nel calcio è fondamentale l’obiettivo. Sarai ricordato solo se vinci. C’è chi raggiunge il traguardo attraverso il bel gioco, c’è chi invece passa attraverso la praticità. Cosa gli volete dire a D’Aversa? Ha vinto due campionati, ha quasi raggiunto una salvezza,cosa gli vogliamo dire? D’Aversa è un ottimo professionista, io so come lavora. Lui è valido. Ha gente valida al suo fianco”.

Si spieghi meglio.

“La società, lo staff, Faggiano”.

Anche Faggiano è un suo allievo?

“No, iI maestro di Faggiano non sono io”.

Chi è allora?

“Se lo faccia raccontare da lui (ride ndc). Io posso dirle che Faggiano è un ragazzo umile, che ha fatto la gavetta, ha saputo trovare la sua dimensione e si è guadagnato il Parma con grandi risultati. Questa è una grande piazza per fare calcio. Faggiano conosce il mercato, sa muoversi nei meandri delle trattative e ha tanti amici. Conosce la materia, sa il fatto suo. E’ uno bravo, sono sicuro che con lui il Parma abbia fatto un affare. E’ a un passo dal raggiungere il suo obiettivo. Ci ho parlato a Viareggio, lo conosco da una vita. Fidatevi di lui”.

Oggi come ai suoi tempi il Parma è ripartito dal basso. Dove può arrivare?

“Il Parma attuale dopo una scalata di promozioni e una salvezza quasi raggiunta può fare grandi cose con questi due ragazzi. Assieme alla società e ai tifosi meritano il meglio”.

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