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Martedì, 16 Aprile 2024
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Parma, dal mercato nessun supporto

Ciciretti e Vacca non hanno ancora dimostrato il loro valore, Da Cruz è ancora grezzo ma si farà

Alzi la mano chi a gennaio, alle 23 del 31, non vedeva l'ora di andare a giocarsela con il Brescia forte degli acquisti di Marcello Gazzola, Antonio Vacca, Alessio Da Cruz e Amato Ciciretti, con il quale è arrivato Armando Anastasio sempre dal Benevento ma via Carpi. Alzi la mano chi anche solo per un attimo non si è sentito rinforzato dopo le difficoltà di fine andata e la penuria di soluzioni offensive a disposizione del bistrattato Roberto D'Aversa alla fine del girone, quando il tecnico crociato è stato costretto a schierare Baraye prima punta da Carpi in avanti, racimolando in sei partite sette punti. Il mancato raccolto invernale si sta però facendo sentire in questa mesta primavera che per il Parma sembrava essere sbocciata in anticipo dopo le sofferenze delle scorse giornate. Lo stop di Chiavari però ha messo a nudo - ancora una volta - i limiti di una squadra che sembra fare di tutto per non ingranare o che, forse, più semplicemente non riesce a camuffare il fatto di non avere giocatori di personalità capaci di trainare il gruppo quando le cose non girano come tutti vorrebbero. Sembrava che il mercato avesse potuto arginare questo tipo di problema, per lo meno correggerlo. Ma non è stato così e - se è possibile - lo ha rimarcato anche di più. Perché gli acquisti del Parma, al contrario magari di quelli delle dirette concorrenti, non hanno permesso alla squadra di fare il salto di qualità o semplicemente di invertire la rotta né di proiettare i crociati a giocare per posti più ambiti. Fino ad ora, si può dire con discreta certezza puntando anche sul conforto dei numeri, che il mercato invernale del Parma non è stato di grande aiuto a una squadra che - seppure con tante difficoltà - ha chiuso l'anno solare al quarto posto di un campionato ancora molto aperto a ogni scenario. 

DA CRUZ E GAZZOLA - Il primo a varcare la soglia del centro sportivo di Collecchio è stato Alessio Da Cruz, preceduto dalla fama di bad boy (totalmente fittizia) e dall'eco sordo - fino ad ora - dei tre milioni di euro o poco meno (tra bonus e dilazioni di pagamento) spesi per acquisire le prestazioni (scontate) di quello che viene definito un talento da sgrezzare. Dopo aver scontato una squalifica di due turni, Da Cruz si è presentato con un assist a Brescia per Fabio Ceravolo illudendo tutti di poter contare nelle sue doti fisiche imponenti e tecniche molto valide. Ma l'essere un '97 non lo ha aiutato certo a supportare - forse - momenti delicati come questo e si vede in campo. Dopo un paio di panchine D'Aversa lo ha lanciato a Chiavari sul sintetico. L'infortunio di Insigne lo ha costretto ad affidarsi all'olandese dopo 58' di nulla o quasi. Dalla sua Da Cruz ha doti atletiche, tecniche e fisiche, e soprattutto l'eta: diciamo che si farà sicuramente... . Non si può dire lo stesso di Gazzola, che avrà pure le doti atletiche, tecniche e fisiche ma certo non l'età: giocatore che viene da palcoscenici più illustri (Serie A, tanto per intenderci, anche se non l'ha vissuta da protagonista con il Sassuolo). Convincente solo nella prima uscita con il Novara, in cui ha sicuramente fatto valere la sua personalità e la sua esperienza, oltre che le sue doti di fluidificante di spinta. Poi confuso come e forse peggio degli altri.

CICIRETTI E VACCA - Il più discusso (almeno per gli aneddoti che si è portato dietro) Antonio Vacca, non ha di certo dimostrato di poter rimpiazzare nelle gerarchie - non in quelle dei tifosi - una colonna come Ciccio Corapi. Preceduto come Da Cruz dalla sua fama di giovane ribelle, smentita dai fatti, Vacca ha combinato pochissimo. Una manciata di minuti, poco più di 200', una sola gara da titolare, nel disastroso Empoli-Parma 4-0, e basta. Fino ad ora non si può certo dire di lui un gran bene sia perché non ha giocato molto sia perché quando lo ha fatto ha chiarito il perché non lo avesse fatto con continuità prima. Sostituto di Scozzarella, nelle idee di D'Aversa, il tecnico gli ha preferito spesso Munari e lui, dinamico centrocampista ma non regista, è rimasto fuori molto. Come Ciciretti, la vera delusione di un mercato costato al Parma parecchio. Il biondo ossigenato ha collezionato 88' dopo aver smaltito un infortunio che si portava dietro da Benevento - come Ceravolo - e prima di finire fuori per un altro guaio muscolare. Insomma, un po' poco per giustificare la spesa di un prestito secco molto oneroso. Ma il campionato certo non è finito oggi e Ciciretti - ammesso che stia bene - è uno che gli equilibri li può spostare veramente nell'andamento di un campionato ancora aperto. 

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