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Parma, prendi gol e... perdi

Solo una volta i crociati sono riusciti a evitare la sconfitta dopo essere andati sotto: è successo con il Palermo. Nelle altre sette partite hanno raccolto sei sconfitte

“Tutte le squadre che sono arrivate in alto non sono poi riuscite a mantenere la posizione, c’è molto dispendio psico-fisico per mantenere la testa della classifica e quando si resta su ci vuole ancora più cura dei particolari”. Così parlava Roberto D’Aversa prima della partita che di fatto riconsegna al campionato un Parma ridimensionato. Forse la sconfitta va oltre i demeriti di una squadra che nel secondo tempo non ha mai calciato in porta, che si è resa pericolosa solo con Barillà all’inizio e con Siligardi alla fine, ma che non ha impensierito più di tanto il Carpi, bravo a sfruttare gli errori dei crociati e a fare il minimo indispensabile portando a casa tre punti che sarebbero valsi oro anche per i gialloblù. Il Parma lascia la  vetta della classifica, non che avesse l’obbligo di starci per forza, ma perde una partita, la sesta, dopo essere andato sotto e aver regalato una manciata di minuti e forse un tempo alla squadra avversaria.  

Troppi regali

Evidentemente aveva avuto sentore di qualcosa Roberto D’Aversa. Se a ventiquattro ore dalla partita contro il Carpi l’allenatore crociato ha espresso tutte le sue paure, fondate a questo punto, che di fatto gli hanno impedito di rimanere in testa e di starci senza il Bari almeno per mezza giornata, un motivo ci sarà stato. Se la partita del Cabassi doveva essere un ulteriore banco di prova per il Parma, si può tranquillamente dire che all’esame il Parma ci è arrivata impreparato. Almeno a giudicare dai freddi numeri: sotto di due gol dopo dieci minuti contro quello che fino a sabato era il peggiore attacco del campionato (13 gol in 15 partite senza quelli di Pasciuti e Verna). Sempre secondo i numeri, quando il Parma ha subito il primo gol ha evitato la sconfitta solamente una volta, sul campo del Palermo, portando a casa un solo punto su 21 disponibili. Cifre che certificano il mancato raggiungimento di una maturità tale per cui si possa sopperire alla mancanza di personalità denotata in alcuni periodi della gara. 

Occasioni sciupate

Non è la prima volta infatti che il Parma manca l’obiettivo: quando la squadra di D’Aversa è chiamata a dare una risposta importante sembra non reggere la pressione e finisce per darla in senso contrario. E’ successo contro il Brescia all’inizio di questo campionato, quando dopo due vittorie consecutive con Cremonese e Novara, serviva mettere fieno in cascina in attesa delle partite difficili contro Perugia ed Empoli: zero punti in quell’occasione (con tutte le attenuanti che non servono a muovere la classifica) e una sconfitta che ha dato il via all’emorragia che si è chiusa con la vittoria di Venezia. E’ successo ancora con la Salernitana, quando in vantaggio di due gol il Parma si è fatto rimontare in casa e ha rischiato la beffa alla fine, esultando al triplice fischio dell’arbitro in nove contro undici. Si è ripetuto con il Pescara e ancora a Frosinone, quando dopo tre vittorie consecutive si aspettava il salto di qualità che non è arrivato neanche sabato a Carpi dopo partite in cui i crociati avevano convinto e, forse, illuso … . Ma il tempo c’è, basta solo non regalarne altro agli avversari.

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