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IL RETROSCENA

Parma, quanto è difficile fare il Managing Director Sport: i motivi dell’addio di Fournier

Dopo 93 giorni dall'annuncio ufficiale è finita l'era del francese che non ha potuto incidere. La Governance duale imposta da Krause è rimasta senza una delle due testa designate, adesso si riparte con il casting

La sensazione è che fare il capo dell'Area Tecnica al Parma sia veramente un mestiere complesso. E' andata male con Javier Ribalta, giovane manager arrivato con gli  allori delle vittorie che hanno scaldato i tifosi nel gelo di San Pietroburgo e, per certi versi è andata anche peggio con il più navigato Julien Fournier. E pensare che Krause aveva lasciato la conferenza stampa di presentazione del manager francese dicendo: "Posso tornare in america, lascio l'Area Sport in buone mani", riservando una mezza punturina a Ribalta che ha lasciato in dote i suoi uomini, Pederzoli e Notari. Dopo 11 anni di Nizza, il francese a Parma è durato solo 93 giorni: tre mesi senza il tempo di scartare neanche il regalo di Natale dato che ha saltato anche il pranzo societario organizzato il 5 dicembre. Verrebbe da dire che non è riuscito neanche a mangiare il panettone, ma quello in genere è riservato agli allenatori.

E sì che Krause, in materia di tecnici, ha dato anche. Dopo essersi ritrovato Liverani, ha scelto e cambiato D'Aversa che era a libro paga, poi Maresca sostituito con Iachini che, a sua volta, ha ceduto a Fabio Pecchia la panchina del Parma. Cinque allenatori in 815 giorni, più cinque Manager: tre Managing Director Sport (Carli che si è ritrovato in casa al momento dell'acquisto della società, Ribalta e Fuornier) e due Managing Director Corporate (Kalma silurato un anno fa e Martines). Non è semplice, a quanto pare, lavorare al Parma. E meno semplice è piacere a Kyle Krause che si appoggia a un'agenzia esterna, Heidrick & Struggles, di fiducia nella scelta dei profili. Affida ai suoi uomini, i cosiddetti Head Hunters, il compito di selezionare i curriculum più interessanti e scremarli per prepararli poi al colloquio finale con il presidente in persona.

Requisiti minimi per partecipare al casting: l'esperienza nel mondo del calcio che conta meno dell'inglese. Conditio sine qua non c'è possibilità di avanzare al next level. Per arrivare a parlare con il presidente bisogna superare diversi step. Ma non è un videogioco, è la realtà di una società di calcio troppo simile a un'azienda. Fournier lascia ufficialmente per motivi personali, ma alla base della sua decisione ci sarebbero divergenze con la proprietà. Promesse non mantenute? Di sicuro percorsi intrapresi che Fournier e Krause immaginavano diversamente rispetto a quelli che poi sono realmente stati. Un dato di fatto che ha portato a una separazione che di certo non abbellisce l'immagine del Parma.

Differenti vedute, strategie opposte e caratteri forti, troppo perché si trovasse un punto di incontro. Meglio dunque non andare avanti e firmare la separazione diventata ufficiale attraverso un comunicato stampa scarno in cui si fa riferimento al desiderio espresso da Fournier "di terminare la collaborazione con il Parma Calcio per motivi personali, aspetto che è stato condiviso e concordato con il Presidente Kyle Krause". Non sembra un desiderio ma un atto dovuto. Fournier non è fuori dal Parma da oggi, è lontano dal club da tempo: l'assenza nel derby con il Modena aveva destato qualche sospetto, confermato poi con quella di Cagliari e quella con il Benevento. A Brescia lunedì sera Fournier non è andato, così come non era andato neanche in Iowa qualche settimana prima.

A casa Krause c'erano tutti gli alti dirigenti del gruppo, c'era anche Luca Martines, nuovo Managing Director Corporate che con il collega Julien avrebbe dovuto presentare il Progetto Parma davanti agli uomini del presidente. Ma Fournier non c'era. Qualche tremolio si era avvertito e oggi, dopo neanche 100 giorni, è arrivata la notizia ufficiale che fa il rumore fragoroso di una caduta. La struttura verticistica a due teste è stata decapitata, ora si andrà avanti con un altro casting, sperando che gli Heads Hunters di KK si prendano il tempo per trovare l'undicesima testa in due stagioni e mezzo di una struttura duale che, a quanto pare, fatica a crescere. 

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