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Parma, quello che non c’è: squadra a colloquio con i tifosi

Nel Parma che si butta via da due mesi a questa parte c’è proprio tutto: c’è la poca convinzione di una squadra che fatica parecchio a riportare sul campo quello che prepara in settimana, c’è il calo di forma – inevitabile e fisiologico –  di qualcuno che ha tirato la carretta fino alla sosta e appena dopo (si fa per dire, dopo), c’è la mancanza di serenità che si vede anche nella difficoltà a eseguire tocchi elementari, c’è la mancata ‘integrazione’ dei nuovi arrivati nel mercato di gennaio con il gruppo, c’è un’assenza cronica di fortuna, che di solito aiuta gli audaci, in un periodo in cui non gira nulla a favore del Parma. Che audace non è e che ci ha messo del suo per fare in modo che nulla girasse come da programma – va detto –. Da quel pari con la Ternana (dicembre 2017), il Parma di D’Aversa ha cominciato a sgonfiarsi piano fino a sparire prima di sprofondare a Empoli e occupare l’ottava posizione di una classifica che adesso si fa anche brutta.

In linea, certo, con gli obiettivi della società, ma pericolosa sia per la distanza dalle prime che per la vicinanza di quelle che inseguono con il fiatone ma in gran ripresa. In due mesi, il Parma è stato capace di dilapidare un patrimonio e di mettere in cascina la miseria di otto punti in nove partite con un balzo indietro che è stato triplo se si calcola che si sono perse posizioni, certezze e punti. Tanti punti che hanno evidenziato il gap con le prime della classe e che hanno messo nel mirino di una contestazione pacifica il tecnico e tutta la squadra. Chiamata nella serata di martedì a un confronto con la tifoseria che – giustamente – vuole vederci chiaro e che non ne può più di una situazione che non è ancora al collasso ma che è molto vicina a esserlo. Un confronto molto sereno tra squadra (una parte di essa), allenatore e sostenitori per fare il punto della situazione, per guardarsi occhi negli occhi e capire il reale problema di una rosa che ha sulla carta tutti i numeri per fare bene ma che bene non sta facendo affatto, soprattutto nelle ultime settimane.

E pensare che dopo la sosta, in quattro partite, sono arrivate due sconfitte e su dodici punti a disposizione il Parma ne ha collezionati solamente quattro. Con il motore al minimo non si va da nessuna parte e i tifosi hanno voluto effettuare un giro di ricognizione per capire cosa non va. Un colloquio di un’ora con scambi di battute e domande rivolte alla squadra e al tecnico, ritenuto responsabile almeno – se non di più per alcuni – al pari dei giocatori ‘accusati’ di scarso mordente e di un atteggiamento placido e non consono a una squadra di calcio. Sicuramente – e questo lo si può affermare con sicurezza – non all’altezza di una squadra come il Parma.

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