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Parma, la A è salva ma che verdetto: -5 e due anni a Calaiò

La sentenza ha salvato la categoria ma non il giocatore. Con il ricorso in Appello si punta a diminuire la pena ma i tempi sono lunghi: si teme di arrivare ai primi di agosto

Il Parma salva la categoria. La sentenza emessa dal Tribunale Federale Nazionale ha comminato una penalizzazione di cinque punti per la società crociata da scontare nella stagione 2018/2019. Il verdetto ha il sapore agrodolce, ma la società può tirare un sospiro di sollievo viste le richieste iniziali: due punti da scontare nella stagione scorsa, che sarebbe significato Serie B. Per Emanuele Calaiò la sentenza prevede invece due anni di squalifica e 20.000 di ammenda. Già pronto il ricorso in appello, dove si mira sensibilmente a ridurre la penalizzazione. Ma si andrà per tempi lunghi. 

Ecco il testo estratto dal comunicato stampa comparso sul sito della Figc: 

Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto dall’avvocato Mario Antonio Scino, ha comminato al Parma una penalizzazione di 5 punti da scontare nella stagione 2018-19  e una squalifica di 2 anni, più un ammenda di 20 mila euro,  al calciatore Emanuele Calaiò, in relazione al deferimento della Procura federale per la vicenda dei messaggi sospetti precedenti la gara Spezia – Parma. 

“Ebbene – si legge nel comunicato del TFN - alla luce dei principi testé enunciati, questo Tribunale ritiene provato che il Calaiò, nell’inviare all’ex compagno De Col i messaggi in questione, abbia posto in essere il tentativo di illecito previsto dall’art. 7, comma 1, CGS, irrilevante essendo che, nello specifico, a tutto voler concedere, questi possa essersi riferito unicamente alla propria incolumità fisica. E’ di tutta evidenza, invero, che anche la sollecitazione e/o l’invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l’andamento e/o lo svolgimento della gara” .

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