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Parma | Il piano Tavecchio non convince: c'è bisogno di certezze anche per i dipendenti

Lucarelli e compagni vogliono garanzie anche per i lavoratori del Parma. Si deve salvaguardare il club, non avrebbe senso secondo i calciatori, giocare per gli interessi delle istituzioni per poi sparire

Un piano per salvare il Parma: Tavecchio ha predisposto tutto, grazie al colloquio con Pizzarotti e con Brunelli, dg della Lega. "Il piano prevede che domenica si possa giocare, vediamo che pensano i vertici della Lega venerdì e di conseguenza i calciatori. Spero venga accolto". Le parole di Tavecchio, presidente federale sono chiare.

Un coinvolgimento di uno sponsor, l'Errea del parmigiano Gandolfi disposta a iniettare nelle casse del club, 100 mila euro subito per garantire le partite contro Atalanta (steward e spese di sostegno per lo stadio) e Sassuolo (trasferta più albergo). Anche se la trasferta a Reggio potrebbe essere poco costosa, data la vicinanza e dato che anche lo scorso anno Lucarelli e compagni sono partiti al mattino pernottando nelle stanze del centro sportivo di Collecchio.

Tutto questo per presentare al curatore fallimentare delle garanzie subito, affinché venga concesso un esercizio provvisorio. La seconda tappa sarebbe quella di ottenere un contributo dalle società, almeno 5-6 milioni per coprire tutte le spese con l'impegno di ricoprire i costi fino a fine campionato. E dopo?  Già dopo, il problema è il dopo. Lucarelli è stato chiaro. Perché continuare fino a fine campionato per poi sparire non è interessante. Quindi "servono le nostre condizioni per giocare" ha detto il capitano nei giorni scorsi. Ci sono di mezzo i dipendenti e tutti quelli che avanzano lo stipendio da almeno tre mesi. O si tutelano anche loro oppure il Parma non scenderà in campo perché in ballo c'è il futuro di un'azienda.

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