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Parma, tra le belle notizie c'è anche Dezi

Il giocatore finora ha collezionato quattro assist ma sta diventando decisivo e cresce di gara in gara

Le notizie positive in questo momento per il Parma sono molteplici. La vittoria nella gara del recupero con il Palermo ha accorciato una classifica che adesso, nelle zone alte, si fa più interessante, almeno dal secondo posto in giù se si considera che l'Empoli ha già un piede nella massima serie. Al di là di questo c'è da dire che nell'ultimo mese i crociati sembrano davvero aver svoltato e con la squadra anche Jacopo Dezi. Però attenzione: tre partite giocate bene (su quelli che erano i livelli dello scorso anno) non possono certo giustificare i 2 milioni di euro spesi in estate da Faggiano, bravo ad accaparrarsi il talento che mezza Serie B cercava grazie a un blitz a Dimaro che ha portato i suoi frutti già a luglio. Tre gare in cui il centrocampista, che aveva deluso parecchio in tre quarti della stagione, si sta riproponendo ai suoi livelli, quelli per i quali Dezi è stato riconosciuto universalmente come un giocatore che sa fare bene le cose. Certo che l'etichetta di potenziale fenomeno gli resta ancora appiccicata alla schiena, ma se a venticinque anni non si è fatto quasi nulla per poterla scucire non è solamente colpa degli altri. Cominciare adesso non sarebbe troppo tardi e giustificherebbe l'investimento oneroso. Ma bisogna tener conto della continuità: soprattutto dopo aver chiuso la passata annata con numeri che hanno fatto ingolosire i molti acquirenti del suo cartellino (Bari e Frosinone lo volevano a tutti i costi) che il Parma pagherà in maniera dilazionata e in base al raggiungimento di certi obiettivi. I 2 milioni di euro che sono serviti ad assicurarsi il giocatore (su cui c'è un diritto di recompra da parte del Napoli fissato a 2,5 milioni - diritto che la società di De Laurentiis non eserciterà mai) certo non possono essere 'rappresentati' sul campo da prestazioni come quelle che Dezi aveva offerto fino a un mesetto fa, quando latitava per il campo a caccia della zolla migliore da cui offrire il suo contributo.

Eppure D'Aversa - che ha cercato sempre di tenerlo nel vivo del gioco - lo ha schierato prima a destra e poi a sinistra in mediana, nel ruolo di mezzala, ma Dezi non è riuscito a imporsi e molti - l'allenatore in primis - iniziavano a chiedesi se la spesa sostenuta fosse stata necessaria. Sicuramente, tale spesa non ha prodotto la resa sperata, ma Dezi certo non poteva essere quello che si è visto in questi tre quarti di stagione. Magari nel suo percorso di crescita non è stato aiutato da questo sballottamento a destra e a sinistra (da Bari a Crotone, a Perugia), il Napoli ha sempre mostrato di non credere mai in lui mandandolo in giro per mezza penisola, ma Dezi non si è certo aiutato. E adesso, in una fase delicata e decisiva del campionato, complice l'apporto di due centrocampisti che sanno giocare 'sporco' come Munari e Scavone sta facendo valere le sue doti migliori che sono, oltre alla corsa mai lesinata in questi mesi, tecnica e capacità di inserimento. Quella vista a Salerno, dove ha segnato il suo primo gol con la maglia del Parma, oppure quella mostrata contro il Palermo, quando ha certificato di poter essere letale nell'aggredire le linee e creare la superiorità numerica essendo decisivo nell'ultimo passaggio. Tutte cose che prima non aveva fatto vedere. Fino a qui di Dezi abbiamo visto soprattutto i palloni persi in zone decisive del campo e le stories di Instagram. Chissà che adesso, per il piccolo principe, non sia giunta l'ora di diventare grande: il tempo c'è, dipende anche da lui. 

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