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Parma, uno scatto per la Serie A

Gruppo compatto, tutti si sentono importanti grazie al lavoro di Pecchia che ha centrato la terza vittoria consecutiva, il primo a riuscirci nell’era Krause. L’ultima volta al Parma era successo 1873 giorni fa

Il giro sull’ altalena, lungo 38 tappe, è finito. Il Parma scende dalla giostra, tutto sommato si è divertito. Con il quarto posto in tasca e l’accesso diretto alle semifinali (con l’opportunità di giocarsi quella di ritorno al Tardini contro chi vince tra Cagliari e Venezia, il 3 giugno), il panorama è più bello. Poteva andare meglio, di sicuro, ma poteva andare anche peggio, visto come era finito il primo tempo con i crociati al sesto posto e inchiodati sull’1-1 dal Venezia. Il Parma deve ringraziare in primis Vazquez, Camara, autori degli ultimi due centri della regular season, e il Südtirol rimasto fermo  con le quattro frecce a Modena. Deve ringraziare Fabio Pecchia, entrato nella storia americana del club dalla porta principale. È stato il primo tecnico dell’era Krause a vincere tre partite consecutive, roba che non succedeva al Parma dal 2018. Nell’anno della promozione di D’Aversa, la squadra riuscì a collezionare quattro vittorie consecutive (contro Foggia, Palermo e Frosinone in casa e ad Avellino), poi non è più successo un evento del genere. Dopo 1873 giorni è servita la mano di Pecchia per rimettere al centro del tavolo una serie così lunga di vittorie, cominciata dopo Como dove la squadra ha fatto registrare una maturazione importante, reagendo alla sconfitta che avrebbe potuto compromettere anche questa stagione. Dalla nona posizione è cominciata la scalata che ha portato il Parma al quarto posto: in otto partite ha raccolto 20 punti su 24 disponibili, mantenendo un ritmo da prima della classe. Ha rosicchiato 13 punti al Südtirol, soffiandogli il posto con vista mare e imponendosi in modo autoritario per un finale di campionato condotto in maniera impeccabile. 

Verrebbe da dire: che peccato fermarsi proprio ora. La squadra di Pecchia ha il motore a pieni giri, ha trovato i giusti automatismi e gli equilibri rimangono intatti anche quando cambiano gli interpreti. Con il Venezia Benek, uno dei più caldi, ha cominciato in panchina. Al suo posto ha giocato Zanimacchia, decisivo a suo modo con strappi importanti seguiti a un’ottima fase difensiva. Quando è uscito Vazquez, l’anima di questa squadra, Bonny e Camara hanno accompagnata il Parma alla vittoria con la combinazione del gol del definitivo 2-1. Tutti si sentono importanti in questa fase, merito di Fabio Pecchia che ha saputo aspettare i suoi ragazzi: l’allenatore non si è abbattuto quando le cose non andavano per il verso giusto riconoscendo che bisognava passare attraverso cadute fragorose per temprate i suoi giovani. E così è stato. Adesso nel suo 4-2-3-1 con il centravanti-spazio, spicca pure Simon Sohm: e non è un caso. Il Parma ha trovato nel momento giusto lo sprint per la Serie A e non era scontato dopo più di mezzo campionato trascorso tra alti e bassi. Un’altalena che adesso si è fermata, per la gioia di Pecchia che ieri si è lasciato andare ad un lungo abbraccio con il team

manager Cracolici: “Me l’ha detto lui che eravamo quarti”, ha spiegato il tecnico in conferenza stampa. In quell’abbraccio c’era tanto: c’era una stagione trascorsa a cercare il filo per uscire da un labirinto complicato. C’era la tensione di chi ci ha creduto e la gioia della sesta vittoria nelle ultime otto partite. Il Parma ha trovato la rotta e prova sognare in grande a quattro partite dalla Serie A. 

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