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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Parma-Venezia: il piano neve c'è ma si rischia di non giocare

Bisogna calcolare tutto nei minimi dettagli: per questo ci saranno uomini armati di pala organizzate in 4 squadre da 6 o da 8 uomini che opereranno dove ci sarà bisogno

Il rischio che Parma-Venezia venga rinviata per neve c’è. Molto dipende da quello che succederà tra la notte di giovedì e la mattina di venerdì. I bollettini meteo però non aiutano, le previsioni dei siti più affidabili di certo non sono rassicuranti ma si spera che il meteo sia clemente e dia una mano anche perché il piano neve preparato dal Parma sarà in atto dal mattino preso. Stefano Perrone, il delegato alla sicurezza e la sua squadra, si aspettano una precipitazione che porti su Parma almeno 15 centimetri di neve, che quando arriva al suolo potrebbe misurarne una decina o anche meno. Molto dipenderà da come nevicherà e dalle temperature. Sta di fatto che quello messo in atto è un piano neve consistente, l’unico elemento che può preoccupare è il fatto che si giochi alle 21. Perché se da un lato c’è più tempo per prepararsi - dodici ore – dall’altro c’è il rischio che venga vanificato tutto perché magari nel giro di due ore una precipitazione abbondante può far saltare i piani.

Il lasso di tempo per preparare tutto va dalle 9:00 del mattino alle 18:00. Bisogna stare attenti però e saper cogliere il momento significativo. L’apertura dei cancelli sarà prevista tra le 18:30 e le 19:00 e lo scopo del piano neve è quello di consegnare per quell’ora un impianto funzionante, fermo restando che la situazione esterna allo stadio resta in gestione del Gos. L’ultima volta che una nevicata abbondante ha costretto al rinvio di una partita è stato nel 2012, contro la Juventus. Per evitare di farsi trovare impreparati, il piano neve mira a liberare le vie d’accesso all’impianto, sperando che la città non si trovi congestionata per il traffico come allora. Se i soccorsi non possono percorrere la via che li porta dall’ospedale allo stadio tanto per intenderci, beh, allora non si giocherà.  

La parte esterna sarà valutata in giornata e si ragiona per ‘anelli concentrici’ (se i mezzi di trasporto sono in grado di raggiungere lo stadio dalla caserma dei vigili del fuoco, ad esempio). Il Gos (Gruppo operativo sicurezza) avrà l’ultima decisione, bisognerà valutare soprattutto in base all’efficienza dei soccorsi e mettere in sicurezza i diecimila del Tardini. Molto dipenderà dal feedback dei Vigili del Fuoco e della Polizia Municipale. Deve essere garantito il soccorso anche se il fattore di rischio rimane alto. 

Bisogna calcolare tutto nei minimi dettagli: per questo ci saranno uomini armati di pala organizzate in 4 squadre da 6 o da 8 uomini che opereranno dove ci sarà bisogno. Dove i mezzi non arrivano, in sostanza. Due trattori per spalare la neve nei piazzali antistanti allo stadio che manterranno pulito, in caso di precipitazione abbondante, il perimetro, un camion con una pala per stoccare la neve e smaltirla. All’interno dell’impianto ci saranno 4 camion spurgo con le botti di acqua calda e la doppia lancia per pulire le parti scoperte (curva nord e curva sud) che saranno sgomberate con lance d’acqua a pressione, idropulitrici per intenderci. 

In campo due trattorini con pala antineve, leggeri che non faranno danni al manto erboso e un bobcat piccolo per le zone di pertinenza. Anche in campo ci saranno 4 o 6 persone che procederanno a togliere i teloni e a garantire la praticabilità del terreno di gioco. Campo, tra l’altro, già coperto, segnato e preparato da martedì

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