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"Bullo? No, grazie...io play boxe": il progetto sbarca al Sanvitale

Play boxe arriva nell'istituto al fine di far sperimentare alle ragazze le tecniche di autodifesa praticando una disciplina sportiva. L'11 giugno esibizione in piazza Garibaldi in occasione di Parma-Svizzera

All’istituto Sanvitale la boxe parla al femminile. Il progetto “Play boxe”, promosso da Boxe Parma in collaborazione con l’assessorato al Benessere e alla Creatività giovanile del Comune, è da poco sbarcato in questo istituto superiore, dopo aver varcato i cancelli dell’Itis. Il fine è quello di far sperimentare alle ragazze delle tecniche di autodifesa praticando una disciplina sportiva.

Più in generale, l’obiettivo dell’iniziata, accompagnata dallo slogan “Bullo? No grazie… io play boxe”, è quello di aiutare i giovani, attraverso una disciplina completa come il pugilato, a formare la propria personalità, nel rispetto delle regole, “scaricando” l’aggressività in azioni ludiche e aumentando il self control.
I corsi sono tenuti dagli istruttori Adriano Guareschi, Maurizio Zennon e Pasquale Garzilli e i migliori studenti/atleti si esibiranno in piazza Garibaldi in occasione dell’incontro internazionale Parma - Svizzera previsto per l’11 giugno 2011.

Boxe Parma in sinergia con il Comune e con l’istituto Sanvitale ha sviluppato un progetto di benessere, al contempo ricreativo ed educativo. Attraverso “Play Boxe” si vuole trasmettere ai ragazzi coinvolti fiducia in loro stessi, lealtà, rispetto per gli altri, disponibilità verso i più deboli, tutti valori fondamentali per formare i cittadini del futuro.

“La boxe – ha affermato Lorenzo Lasagna, assessore al Benessere e alla creatività giovanile – ci ha colpito subito per le sue grandi potenzialità educative. Questa disciplina sportiva infatti è ben diversa da come appare. La boxe non è violenza, ma costringe l’atleta a controllare la propria forza e ad usarla rispettando un preciso sistema di regole. Attraverso la boxe si acquisisce fiducia in se stessi e, nel caso di voi ragazze, si possono tenere a distanza i possibili aggressori”.

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