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Giorgino, l'uomo derby: dal Lecce al Parma sempre con Davids in testa

Il centrocampista ha segnato il gol che ha sbloccato il match. Un giocatore importantissimo per il centrocampo di D'Aversa

Certo che quel combattente di Giorgino si è scelto il miglior giorno per segnare. Lui che di gol ne aveva fatti talmente pochi in carriera che si contano sulle dita di una mano, ha deciso di prendersi la gloria nel derby che mancava da vent’anni. L’ultimo gol lo ha segnato addirittura a Rovigo, quando giocava nel Delta, un anno e mezzo fa, contro la Ribelle. Andrea Galassi lo ha strappato da lì, con la convinzione che questo giocatore sarebbe servito e avrebbe fatto la differenza. Uno con il suo peso specifico in campo te lo senti soprattutto quando manca, perché è un giocatore talmente intelligente da poter ricoprire tutti i ruoli di un centrocampo a tre, oltre che quello di mediano in un centrocampo a due e, volendo, può fare anche il difensore centrale, sia a tre che a quattro. Un autentico jolly arrivato al Parma dopo anni di militanza in squadre come Delta Rovigo, Sambenedettese e Lecce, dove ha assaggiato la Serie A lanciato da Zdenek Zeman, non esattamente l’ultimo arrivato. Ha collezionato dieci presenze nel massimo campionato, allenandosi con Vucinic, Ledesma e Cassetti, insomma, gente che qualcosa ha fatto nell’arco della sua carriera. Se non fosse per quell’incidente d’auto avuto a Lecce al mattino, probabilmente non l’avremmo conosciuto, perché era destinato a un altro calcio. Era entrato nel giro dei grandi, ha esordito in A marcando Zola ed era ben visto, come uno dei giovani più interessanti. Poi quell’episodio che un po’ lo ha condizionato…

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E’ cresciuto con il mito di Edgar Davids, uno che in mezzo al campo comandava, dettava legge. Cosa che fa anche lui, che ha fatto lunedì sera in mezzo a quattordicimila reggiani, ammutolendo uno stadio intero che tifava granata. Dall’alto dei suoi 175 centimetri, si è arrampicato su Rozzio e con la veemenza che lo contraddistingue ha fissato il pallone alle spalle del portiere granata, andando a brandire la spada con la quale aveva ferito i Cugini sotto lo spicchio della Nord. Scaricando verso di loro l’adrenalina che lo invadeva e che lo ha invaso per tutta la partita. Chissà quanti sfottò ha dovuto subire all’interno di uno spogliatoio che non stava più nella pelle, alla fine di una gara attesa vent’anni e vissuta, sentita di più da gente come lui che qui, a Parma, abita da un anno e mezzo e si sente rimbombare l’eco di un derby che non è mica finito qui.  Sono diciotto mesi che non si parla d’altro che di questa partita e lui, Giorgino, deve aver capito quanto importante sia per la gente che lo sostiene. Segnando un gol che lo ha fatto diventare un idolo per i compagni che lo hanno preso in giro per il fatto che non segna mai. Non ha vissuto un periodo bellissimo, il mediano. Si è fatto male l’anno scorso, a campionato nettamente acquisito, saltando le ultime partite del campionato. E’ rimasto a curarsi e per tutta l’estate ha atteso una chiamata, che poi è arrivata, che sancisse la sua conferma in maniera ufficiale. Un altro anno di contratto, un'altra stagione insieme per il centrocampista di Brindisi che si muove lesto in campo, che ti pressa e ti attacca. Un altro anno sperando che sia quello buono per riportare il Parma in B e magari guadagnarsi un rinnovo che lo premierebbe parecchio.

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