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Ribalta: "Parma, una grande opportunità: il futuro? Finiamo prima con dignità"

Il dirigente spagnolo non si sbilancia su quello che sarà: "Non mi sembra giusto parlare di chi arriverà o di chi partirà. Conosco la Serie B, servono calciatori forti per vincere. La categoria non cambia i nostri piani a lungo termine"

"Il Parma è un grande club, vuole costruire qualcosa di importante". Javier Ribalta è arrivato come un dirigente che sa guardare lontano. Il suo curriculum, pieno zeppo di esperienze europee, parla per lui: lo introduce nel mondo Parma, con molta aspettativa. "Penso che sia una grande opportunità per tutti, di crescita. Ho visto un progetto a lungo termine, ho girato parecchio, sono stato in Italia tanti anni, per me in questo momento è molto importante capire come il club sia strutturato. Diciamo che ancora la retrocessione non è avvenuta, penso che bisogna giocare lunedì, dobbiamo finire con dignità e per i nostri tifosi e la nostra maglia abbiamo questo dovere. Io sono arrivato dieci giorni fa, sto sfruttando questo tempo per conoscere tutto, siamo ancora in un processo conoscitivo. E’ chiaro che un po’ più avanti dovremo prendere delle decisioni. E’ vero che dobbiamo essere realisti, andare in B è una possibilità concreta. Adesso per me è un momento di conoscere il club. Devo capire anche se i valori che abbiamo siano utili per sfruttarli o meno. Oggi abbiamo ancora un allenatore, dobbiamo ancora giocare delle partite. Non è giusto che io parli di altri giocatori. Preferisco concentrarmi sul presente. Ogni club è diverso dall’altro. Non ho modelli: conosco il mercato europeo, conosco l’Italia, conosco molto bene la Serie B e la Serie A. Non vorrei dire nessun club, ma in tutti i paesi c’è qualcosa da club. Noi vogliamo creare un modello nostro: per vincere la Serie B sappiamo cosa fare, bisogna prendere i calciatori forti. Ma con un club così hai già tanto di guadagnato. Capisco la preoccupazione dei tifosi, ma verrà affrontata con le massime garanzie. HO visto più partite di Serie B che di Serie A. Proveremo a fare una squadra molto competitiva, che però non ci condizioni troppo negli anni successivi.

Vogliamo andare su un modello di club dove il calcio è attrattivo-offensivo sia una priorità. Vogliamo dare un’idea di un calcio attrattivo, di pressing senza aver paura di nessuno. Starà poi all’allenatore piano piano aggiustarsi.

Il settore giovanile è importante per noi, ho visto già che abbiamo fatto grossi investimenti. E ne faremo tanti altri. I giovani sono fondamentali, ma questo non vuol dire che giocheranno solo giovani. Penso che la linea della società sarà chiara: a prescindere dalla categoria, non sono i giocatori a decidere se vanno via o meno, è la società che decide. Ci sono dei contratti da rispettare, a prescindere dalla categoria. Che si retroceda o meno, il nostro progetto è a lungo termine. Qua si rispettano le regole, la linea della società e i contratti". 

"Non penso che i giovani siano stati il problema, voglio prendere solo le cose positive. Non sono state decisioni mie, non voglio giudicare. Vedo dei valori positivi. Ho visto tante partite in cui il Parma si è fatto rimontare. Non so cosa sia successo, non lo so. Per 70’ fai una gara all’altezza di tante squadre di Serie A. Parliamo di una squadra che vince, va in vantaggio e fa una partita di livello. Credo che sia comunque tanto un fattore mentale. Non saprei spiegarlo altrimenti". 

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