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Sprocati, l'antidivo diventato indispensabile

L'attaccante, il solo in rosa con Adorante e Kulusevski, è ben visto da D'Aversa che ne ha bloccato la cessione

Si starà guardando attorno, Mattia Sprocati. E si starà sentendo sempre più solo al centro dell’attacco di Roberto D’Aversa. Le assenze pesanti lo spingono verso una maglia da titolare nel derby, una promozione - mettiamola così – dopo essersi riscoperto come l’uomo del destino nel pomeriggio in cui il Parma ha giocato la sua miglior partita stagionale. La lezione alla Roma, diciamo la verità, è partita dalla sua bacchettata, una stoccata di sinistro che per tutti è stata una sorpresa, tranne che per D’Aversa, che da anni lo segue e da due lo stima potendone apprezzare le qualità da vicino in questa seconda vita a Parma.

Già perché Sprocati – a Parma – ci è arrivato tempo fa, nel 2012, quando l’occhio lungo di Francesco Palmieri lo aveva pescato nelle giovanili del Pavia. Sforzo costato poco più di 15 mila euro. Aveva notato le qualità fisiche straordinarie di un giocatore che con i suoi pari età faceva la differenza. La stessa che ha fatto nei sei mesi di Parma, quando il giovane Mattia si è fatto notare per la facilità di calcio che aveva con il destro e il sinistro. Lui, mancino naturale, questa facilità pare se la sia trascinata dietro fino a farne la caratteristica che di più lo esalta agli occhi del tecnico crociato D'Aversa, bravo a valorizzarne il talento e a dargli fiducia seppure a partita in corso, perché Sprocati è uno che può cambiare le partite.

D’Aversa se lo è trovato quasi per caso, alla fine della sessione estiva del 2018 Faggiano lo ha sottratto alle pretendenti portandoselo a Parma nello scetticismo generale. Nel girone d’andata ha collezionato solamente 85’, un po’ pochi per far emergere le qualità sempre decantate da D’Aversa pubblicamente. Forse dopo averlo visto da vicino, mentre colpiva Frattali con una sassata impressionante. Era un Parma-Salernitana in cui i granata si trovavano sotto di due gol. Si pensava potesse – in questa sua seconda vita a Parma – tornare a fare il giro dei sette mari, cambiando maglia e finendo in prestito via Lazio. Ma la stessa Lazio – per volere di D’Aversa e Faggiano – alla fine incasserà i 2 milioni di euro per il riscatto del cartellino. Sprocati trova stabilità, diventa un giocatore a tutti gli effetti del Parma e dopo 552’ nel girone di ritorno e un gol (inutile nel 4-1 di Roma con la Lazio) finisce per essere blindato da Bob che lo ha voluto a tutti i costi nella seconda stagione di Serie A.

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Domenica contro la Roma il fato lo ha premiato: Gervinho out per un problema muscolare, entra Sprocati che va a segno e trova così il secondo gol in carriera nella massima serie. L’uomo del destino, l’eroe per caso, dopo quindici giorni ha un’altra opportunità per farsi notare: dettata dalle circostanze, ok, ma sempre di opportunità si tratta e, dato che in questo mondo più ne hai e più ne devi sfruttare, farà meglio a farsi trovare pronto. E chissà se anche sabato sera farà la solita chiamata alla famiglia, quella che serve a comunicare che la domenica scenderà in campo da titolare. Gli serve per distribuire l’ansia ‘positiva’, l’adrenalina e passarla anche ai suoi genitori che lo seguono a ogni latitudine. Mattia ha messo sempre la famiglia al primo posto, è un ragazzo semplice – della porta accanto, dai – per rimanere nei luoghi comuni. Molto devoto, lo notiamo ogni volta che entra in campo e chi lo conosce bene giura che prima di ogni gara si prende un po’ di tempo per parlare con Dio e riporre in lui speranze e aspettative.

E chissà se domenica, prima di pranzo, ascolterà il suo solito pezzo di reggaeton. Lo carica quella musica, quasi come il rombo delle auto da corsa, l’altra grande passione di Sprocati, che è nato a un passo dall’autodromo di Monza: si svegliava con il boato delle Ferrari, un'arroganza che per lui è melodia, lo ‘distrae’ dal calcio solo nel tempo libero, quello che passa anche con la famiglia e la fidanzata.

Domenica – per forza di cose – non potrà mangiare la lasagna, il suo piatto preferito: c’è il Bologna all’ora di pranzo. Ma chissà se quando torna a casa, magari dopo aver vissuto da protagonista la partita, si siederà a tavola per degustare il suo piatto con davanti agli l’istantanea della giornata. Che, si spera, possa essere positiva.

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