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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Superato l'esame di Inglese: il Parma ritrova il suo bomber 174 giorni dopo

Il gol contro il Bologna è più pesante del punto. Per il morale: in 2' la zampata di Roberto ha salvato il Parma dalla quinta sconfitta consecutiva, restituendo a Inglese quello che gli ha tolto l'infortunio

Quando si dice che ‘alcune storie riesce a regalarle solo il calcio’. E’ così. Soprattutto se pensate a quello che è successo nella partita del Tardini, l’ultima. E contestualmente riflettete su quanto successo al suo protagonista. In due minuti è cambiato l’andamento di Parma-Bologna, probabilmente è cambiata anche la stagione di Roberto Inglese, che si è messo alle spalle – forse definitivamente – il peggiore momento della sua carriera ‘probabilmente della mia vita’ dirà a fine partita. Per capire quanto Roberto sia mancato al Parma basta sbirciare sui social. Intasati di omaggi – sia di tifosi che di compagni di squadra – per il ritorno del bomber. Perché è vero che alcune storie riesce a regalarle solo il calcio, ma il finale ieri sera l’ha scritto Roberto, un ragazzo semplice, fondamentale nella sua essenza. E chi non ha capito può leggere lo strabordante affetto dei compagni di squadra, stretto e condensato nell’abbraccio con Roberto D’Aversa, che più di tutti l’ha voluto.

Su Instagram si può cogliere quanto sia essenziale per il Parma questo ragazzo dalla faccia pulita. Più che Inglese, alla squadra è mancato Roberto, un giovanotto che ne ha passate di ogni, che non è riuscito a pensare solamente al campo – purtroppo per lui – e che spesso si è sentito schiacciato sotto il peso dei 22 milioni che il Parma ha garantito al Napoli per potersi accaparrare uno dei migliori profili in circolazione. Da Sepe a Grassi, passando per Iacoponi, Barillà, Kulusevski, Scozzarella: è un autentico plebiscito per il ritorno del bomber timido, del giocatore della porta accanto. Di un ragazzo umile che si è trascinato dietro un brutto guaio e che – con la zampata nel derby – è riuscito ad allontanare.

147 giorni dopo l’ultima apparizione (sul campo della Juventus) è tornato sul campo, dopo 41 domeniche Inglese si è tolto anche la soddisfazione di poter tornare a esultare. Ha scelto bene il suo momento, ha aspettato, ha smaltito la frustrazione comprensibile che lo ha portato a rimanere fuori ed è tornato a mostrare la lingua a tutti, sommerso dall’abbraccio, quello più caro, della squadra. Quello dei compagni, il più importante, e quello della gente che adesso vede in lui una specie di ‘redentore’ al quale aggrapparsi per le ultime uscite. La quarantena forzata lo ha aiutato a fortificare il suo spirito. Temprato dalla difficoltà più grande per un calciatore: non poter dimostrare il proprio valore, non poter vivere la quotidianità, lo spogliatoio, prendere a calci un pallone. Aveva sognato diversamente la sua stagione, Inglese.

La possibilità di potersela giocare per la maglia azzurra, dopo quello che di straordinario aveva fatto qualche mese prima con addosso la crociata, il ritorno da principe in una piazza che lo ha atteso come un re, la volontà di mettere il Parma davanti a tutto, poter restituire alla gente – che lo ha inondato di fiducia – l’affetto tramite i gol. Ma prima la distorsione alla caviglia, poi la lesione di alto grado della giunzione miotendinea ai flessori della gamba destra lo hanno frenato. L’operazione, il lungo stop e la riabilitazione con un fisioterapista dedicato. Il lavoro duro, con accanto il sorriso della famiglia, che ieri sera è stato anche il suo. Dopo 286 giorni, tanti ne sono passati dall’ultima gioia (il gol con il Torino), Inglese è tornato a esultare. E con lui anche il Parma. Alcune storie le regala il calcio, è vero. Ma il finale, ieri, lo ha scritto Roberto.

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