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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Toccherà a Tarozzi. Adani: "Andrea è uno che vorrei sempre al mio fianco, in campo e fuori"

La squalifica di D'Aversa 'mette' in panchina il suo vice, compagno dell'attuale commentatore di Sky alla Fiorentina: "Nato per fare questo mestiere. Il Parma? Sbagliati i tempi delle scelte"

“Andrea? E’ la persona ideale sia come collaboratore, sia come amico, sia come confidente. L’alleato che vorresti sempre avere al tuo fianco, in ogni ambito: sia professionale che nella vita privata”. Le parole sono di Lele Adani, rivolte chiaramente ad Andrea Tarozzi, che per un giorno – per la terza volta da quando è a Parma – indosserà giacca e cravatta per dirigere la squadra contro la Roma. Riporrà la tuta e le cuffiette che solitamente servono per comunicare con Marco Piccioni, match analyst, per un’ora e mezza, causa squalifica di D’Aversa e proverà a condurre il Parma fuori da una serie di 17 partite senza vittoria.

Adani, ma davvero Tarozzi è nato per fare il vice?

“Sono già una decina di anni che fa questo lavoro, credo che sia nel suo habitat ideale. Riesce come pochi a tenere il legame tra allenatore e squadra, riesce a essere referente del tecnico, ha una grande capacità di divulgare le idee, è lucido. Riesce a essere equilibrato e distaccato, vivendo la sua professione con grande dedizione. Credo che il suo mestiere sia quello di fare il braccio destro. Ma attenzione: non perché non è in grado di fare il capo allenatore, ma perché ha qualità immense per fare quello che fa oggi. Conosce molto bene e interpreta alla perfezione il mestiere del vice”.

Qualità che si intravvedevano anche sul campo.

“Da giocatore era lo stesso, ve lo assicuro. E’ un ragazzo di valori, pieno di ideali e soprattutto uno che sa stare in questo mondo. Vede e interpreta le cose nella misura giusta. Posso dire che è stato un compagno e un alleato prezioso. Abbiamo passato tre stagioni alla Fiorentina, spesso ho giocato con lui. Lui giocava a destra in difesa, avevamo una bella comunicazione e una buona intesa tecnica. Professionista esemplare. Allo stesso tempo era goliardico e simpatico”.

Qual è il suo pregio?

“Quello di riuscire ad adeguarsi sempre alla situazione. Al di la dei risultati che poi condizionano il giudizio di tutti: è una risorsa preziosa. Entra nel cuore delle persone e riesce a ottenere questa fiducia. Per te si butterebbe nel fuoco. Porta valore. Non da ‘ruffiano’, attenzione. Non baratta i suoi principi. Riesce a farsi apprezzare da persona giusta”.

Avrà un difetto.

“Sarebbe troppo facile dire il classico “E’ troppo buono”. Ma è così, anzi, le dirò: non credo sia un difetto. Credo che nel calcio per discrezione, eccesso di rispetto e buone maniere si sia precluso l’opportunità di dire la sua. Quando Andrea è uno che può dire sempre la sua. Io lo conosco bene, siamo stati compagni di camera oltre che di squadra. Ci frequentavamo fuori dal campo. Posso dire che se tornassi indietro sarebbe uno dei miei calciatori in ogni mia squadra”.

Se l’aspettava un Parma così in basso?

“Purtroppo sono stati commessi degli errori”.

Quali?

“D’Aversa ha fatto benissimo a tornare, voglio dire questo. Però dico anche un’altra cosa: il punto non è chi c’è, ma chi arriva. Mi spiego. E’ la tempistica e la coerenza delle scelte che per me non è stata giusta. Secondo me a livello di tempistica le scelte sono state sbagliate tutte. Tante cose fatte sono state giuste, i calciatori che sono arrivati sono tutti bravi.  I tempi per le scelte le hanno rese sbagliate. Il Parma ha fatto confusione nella gestione dei tempi. Poi questa gestione ha dato esiti negativi. Ha fatto cose apparentemente giuste, in contesti e in tempi sbagliati. Non in sintonia con i progetti tecnici prima scelti e poi cambiati”.

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