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Tra giovani promesse e vecchi ritorni: Parma chiamato a un'altra impresa

Investimenti sì, ma l'allenatore chiedeva gente d'esperienza: basterà il restyling per salvarsi?

L’entusiasmo contagioso del presidente Kyle Krause si è tradotto in un esborso economico non indifferente. In poco più di sei mesi, lo yankee ha sganciato grano vero, mettendo sul piatto più di 100 milioni di euro, tra rilevamento quote, mercato estivo e finestra di gennaio. C’è un dato che da un lato può confortare i tifosi, comprensibilmente in apprensione per una classifica che non sorride. Il mercato di riparazione ha visto i crociati spendere più di tutte le altre squadre, senza lesinare investimenti. Sintomo di volersi tirare fuori dalle sabbie mobili. Nessuno può dire oggi se questi saranno soldi spesi male o bene, solo il campo si pronuncerà. Ma c’è già un primato: i 12 milioni più 3 di bonus investiti per Dennis Man fanno del romeno l’acquisto più costoso di gennaio in Serie A. A questi vanno aggiunti gli impegni presi con il Milan, che in caso di salvezza attraverso l’obbligo di riscatto, incasserà 7 milioni per Andrea Conti. Stesso discorso per il Genoa, che ‘tifa’ Parma per incassare i 5 milioni per Mattia Bani in caso di salvezza, mentre 1,5 è stato già depositato nelle case del Grifone. Anche il Bayern Monaco spera che il diritto di riscatto confezionato per Joshua Zirkzee, strappato ai tedeschi con la formula del prestito, possa essere esercitato. Nel caso entrerebbero altri 15 milioni nelle casse del club. Pellè svincolato ha firmato un contratto di 5 mesi, fino al 30 giugno del 2021, per poi valutare eventualmente il prolungamento. E si è accontentato di fare leva sui bonus in caso di gol. Motivazione ulteriore di un calciatore la cui ultima partita è stata il 19 dicembre, il suo ultimo gol il 31 ottobre. Si aggiunge all’elenco Zagaritis, greco del Panathinaikos, per il quale il Parma ha sborsato 300 mila euro, un indennizzo per incentivarne l’uscita prima della scadenza naturale del contratto.  

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Il progetto Parma – come annunciato da Krause in sede di presentazione di D’Aversa – va avanti. Al manipolo di ragazzi presi in estate, c’è da aggiungere questo pacchetto completo di giovinezza (Man, Zirkzee e Zagaritis) e esperienza (Conti, Bani e Pellè) che dovrebbe aiutare Roberto D’Aversa a traghettare la nave in porto. L’allenatore ha manifestato a più riprese l’esigenza di andare a combattere le sue battaglie con soldati pronti, celebre quel ‘da solo non basto per salvare il Parma’, diventato già slogan  nelle settimane precedenti. Il tecnico ha fatto leva sul bisogno di qualità e di tempra giusta, quella che vorrebbe rivedere nei suoi giocatori, strigliati per bene dopo Napoli e accompagnati in ritiro da oggi. Qualità, tempra, motivazioni e scorza dura per poter concorrere alla salvezza. Qualche suggerimento è stato disatteso, come ha fatto capire il tecnico dopo la sconfitta al Maradona “Io ho dato le direttive ma non sempre vengono ascoltate le direttive dell’allenatore – ha detto nel dopo partita –“ specificando anche un’altra cosa: “Avevo chiesto delle garanzie sotto l’aspetto del mercato. Chiaro che si era parlato di giocatori pronti, il penultimo posto non è casuale”, ha mostrato qualche divergenza di vedute tra le parti,  ma a mercato finito ci sarà una valutazione anche da parte sua della rosa. Prima di ogni discorso tattico però, il tecnico vorrebbe per davvero veder acceso  – almeno in quelli che sono stati i suoi calciatori per lungo tempo – l’animo combattivo da cui una squadra che deve salvarsi non può prescindere. Ed è in questa direzione che va letto il ritiro imposto dall’allenatore e condiviso dalla società, un ritiro che segna forse l’ultima possibilità di tirarsi fuori da questa situazione e l’inizio contemporaneamente di un periodo decisivo, nel quale si capirà in che verso andrà la stagione del Parma.

Il lavoro, alla base dei principi di D’Aversa, è sempre venuto prima di tutto nelle gerarchie del tecnico. Con il lavoro si possono colmare i gap, persino appianare le distanze di pensiero e i differenti modi di vedere le cose. Ad esempio, la visione di Kyle Krause di investire in calciatori da formare, per poi vendere rivendicando l’auto sostentamento, non è affatto sbagliata. E’ lodevole, ma in questo momento, alla luce dei numeri, poco attuabile. Basti pensare che il migliore acquisto è Yordan Osorio, anni 27… Sembra quasi utopia, se l’esigenza primaria del club è quella di dare linfa a un progetto affascinante che prenderà piede solo in caso di salvezza. E per salvarti, probabilmente, c’è bisogno di ritrovare l’animus pugnandi, oltre che avere a disposizione calciatori che conoscono certi affanni. Come si può responsabilizzare uno Zirkzee, olandesone di 19 anni che tra Terza divisione, Bundesliga, Champions League e Coppa di Lega ha messo insieme solo 392’? Interrogativi ai quali deve rispondere Roberto D’Aversa, chiamato a costruire l’ennesima impresa. “L’esperienza ci porta a dire che ci servono giocatori pronti, prenderemo ragazzi che conoscono il campionato – aveva detto Marcello Carli il 13 gennaio – “. Vero a metà, se si guarda alla lista delle entrate. Il direttore sportivo, assieme al suo braccio destro Alessandro Lucarelli, alle volte si è visto anche ‘superato’ nelle operazioni di mercato, dalla voglia di Krause di arrivare ai giovani. A ogni modo ha cercato di accontentare il suo allenatore, mettendosi anche in discussione in prima persona. Riconoscendo le difficoltà. La squadra allestita ha diverse soluzioni, ma a centrocampo, dove gli obiettivi dell’allenatore avevano le sembianze di gente come Ekdal, Pulgar e Obiang, non è arrivato nessuno. Anzi: è partito Scozzarella, un fedelissimo di D’Aversa, che non è stato rimpiazzato. Ad ogni modo, dalla rosa affollata, D’Aversa dovrà tirare fuori il meglio, come sempre. Servirà per condurre la nave in porto, poi a fine anno ci sarà tempo e modo – se lo si vorrà – di appianare certe distanze di veduta. Altrimenti amici come prima, meglio se con il Parma in Serie A.

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