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Mercoledì, 24 Aprile 2024
SERIE B

Vazquez, la cooperativa del gol e quel precedente: Parma, ricomincia da tre

Nella stagione della promozione in Serie A, i crociati avevano fatto lo stesso e identico cammino dopo 26 giornate. Pecchia contro il Pisa vuole risposte concrete. Domani si capiranno tante cose

Il Parma ricomincia da tre. Come i punti che Pecchia e i suoi si sono messi in tasca a Frosinone, ultima tappa di un viaggio sull'ottovolante che prima o poi dovrà trovare una stabilità. Tre, come le vittorie in questo 2023. Allo Stirpe è stata di sicuro la più significativa perché arrivata contro una squadra che non aveva mai perso in casa in un cammino dominante servito a tracciare un solco profondo tra se stessa e le inseguitrici. E tre sono anche i buoni motivi per tornare a sperare almeno in una degna chiusura di stagione. Il primo ha un nome e un cognome: Franco Damían Vazquez, nato a Tanti in Argentina 34 anni fa. Da due regala numeri di magia al Tardini con la maglia del Parma: giocate strepitose, assist (cinque in questa stagione), avversari seminati con tocchi illusori. Prende botte, Franco, si rialza e segna gol strepitosi come quello con il Perugia o l'ultimo di destro a Frosinone. El Mudo spesso ha lasciato tutti senza parole e in questa stagione è andato a rete sette volte, due in meno rispetto alla precedente dopo 26 giornate. È universale, Vazquez, e in questo Parma ha già fatto tutti i ruoli dalla mediana in su. Mezzala, mediano, trequartista, falso nove, mezzo esterno, regista. Tra Maresca e Pecchia, passando per Iachini, Franco è risultato essere buono per tutte le stagioni: e in questa - che potrebbe essere la sua ultima in maglia Parma - è ancora la speranza alla quale si aggrappano tecnico e compagni. La luce che indica la via per il traguardo più alto in un percorso che resta pieno di insidie. 

Come quello che aveva portato D'Aversa e i suoi scudieri, nell'ultima vittoriosa cavalcata del Parma in Serie B, alla conquista della gloria eterna nel mondo del calcio. Il secondo motivo per cui sorridere è dettato dai numeri. Dopo 26 giornate, questo Parma come quello che ha conquistato la Serie A, presenta lo stesso conto: 10 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte. Un cammino identico in un campionato che però aveva 22 squadre e quattro gare in più rispetto a questo che si sta avviando verso l'ultima parentesi. Anche nella stagione 2017/2018 crociati viaggiavano con un ritmo segnato dalla discontinuità e, prima di trovare la quadra dopo la sonora batosta di Empoli (un 4-0 senza appello che portò D'Aversa a un passo dall'esonero), avevano inanellato una serie di gare anonime servite a disseminare non poche perplessità. Poi finì come è finita. Il precedente aiuta a pensare che tutto, Frosinone a parte, sia ancora a portata di mano. Ma solo se il Parma resta quello dello Stirpe da qui a fine campionato, almeno per atteggiamento e voglia di combattere.

L'ultimo indizio sulla via della speranza è il numero di giocatori che Pecchia ha iscritto sul tabellino dei marcatori: con i 'nuovi gol' di Ansaldi e Zanimacchia a Frosinone, il Parma è la squadra che ha portato in rete il maggior numero di calciatori nel campionato di Serie B. Sono 15 i crociati che hanno trovato gloria in questo torneo. L'esaltazione del gruppo, la forza del collettivo che l'anno scorso ha trascinato la Cremona di Pecchia dopo 26 anni nuovamente in Serie A, è proprio questa. Le incognite restano ancora maggiori rispetto alle certezze, domani al Tardini va di scena un grande classico e servono risposte immediate per capire se a Frosinone è stata solo l'esaltazione del weekend oppure se si è ritrovato lo spirito giusto. Parma e Pisa sono separate da un punto in classifica, entrambe lottano per lo stesso obiettivo: servono almeno tre punti per mantenerlo vivo. Serve per forza ricominciare da tre. 

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