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Zitti tutti, parla Morfeo: "D'Aversa è l'uomo giusto, fidatevi"

Intervistato durante l'inaugurazione del suo nuovo negozio d'abbigliamento in Borgo XX marzo, il fantasista ha parlato del Parma: "Sereni, stimo Roberto, non dico dove arriverà"

Da quando ha smesso di giocare a calcio, nel 2011 a San Benedetto de Marsi in seconda categoria, Domenico Morfeo ha deciso di darci un taglio netto con il mondo del pallone. Una recisione profonda con quel sistema che lo ha portato a diventare quello che è, che evidentemente gli ha dato tanto ma che forse gli ha tolto anche di più. Di sicuro la voglia di restarci. Ha deciso però di rimanere a vivere a Parma, dove ha diverse attività (un locale in Via Farini e da ieri anche un negozio di abbigliamento in Borgo XX marzo). Fa la spola tra Parma e Avezzano dove ha aperto anche un centro commerciale. Insomma, Mimmo pensava già in campo, era una mente eccelsa sul terreno di gioco e faceva grandi cose con il mancino. Quando ne aveva voglia, va detto. Adesso si è messo a fare l’imprenditore, con un discreto successo, sperando di raccogliere più di quanto ha raccolto nel mondo del calcio. Visti i mezzi a disposizione, Morfeo sarebbe potuto diventare tranquillamente un giocatore di gran lunga più celebre di quello che è. Con quel mancino che si ritrova.

Atalanta, Fiorentina, Inter e Parma con una parentesi (brevissima) a Brescia. Tanti gol, tantissimi assist (chiedere a Gilardino per conferma) e un ricordo che gli rimane impresso nella mente. “Lo spareggio con il Bologna è l’immagine che conservo più gelosamente nella mia carriera – ha detto il fantasista a Parmatoday.it -. A Parma si vive bene sia da calciatore che da persona normale, città ideale per fare del calcio, nessuno ti mette pressione”.

Morfeo, perché ha deciso di uscire dal calcio?

 “Perché non mi piaceva più starci dentro. E’ stata una decisione definitiva perché rimanerci non era una cosa che mi interessava fare. Non volevo restare nel mondo del calcio tanto per fare la comparsa. Da quando ho smesso non ho neanche più giocato neanche con i miei amici, ho staccato per rigetto”.

Segue però il Parma?

“A dire la verità no. Da quando è arrivato Roberto D’Aversa un po’ di più”.

Ci aiuti a conoscere il mister.

“Sono suo amico, ne parlo bene per forza (ride ndc). E’ una persona sincera, umile con cui si può parlare. Si sta bene insieme a Roberto. Poi è un allenatore preparato e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

Come sta lavorando?

“Dal punto di vista calcistico in questa città non ci sono pressioni e c’è una situazione ideale per un calciatore. Per me sta facendo bene D’Aversa, ha vinto un campionato, cosa volete dirgli? Sta facendo bene, non potete dirgli niente”.

Domenica sarà allo stadio?

“No, vado via per lavoro”.

Certo che la sua storia a Brescia è durata poco.

“Sì, ma perché l’ho deciso io. I tifosi avevano preso male il fatto che avessi giocato nell’Atalanta. Quando sono andato lì a Brescia non mi sopportavano e mi vedevano male.  Dopo un mese mi sono rotto le scatole e me ne sono andato, non li sopportavo più”.

Dove può arrivare il Parma?

“Non dico nulla perché qualcuno si tocca e non vorrei farlo arrabbiare (mentre parla, D’Aversa ascolta e ride a poca distanza da Morfeo)”.

A proposito: potrebbe servire un trequartista a D’Aversa, uno come lei….

“Scusi, ma perché hanno preso questo allenatore? Perché reputano giusto e opportuno quello che fa. A volte ho l’impressione che non si creda in lui in maniera convinta. Dovete credere nelle sue scelte e nei suoi schemi, dovete avere fiducia. Per adesso sta avendo ragione lui. A che serve il trequartista se D’Aversa non lo utilizza? Abbiate pazienza”.

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