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università parma, prof. tiseo: circa 60 pazienti con tumore al polmone alk+ ogni anno, spesso giovani e non fumatori

Ogni anno, sono circa 60 i pazienti diagnosticati in Emilia Romagna con tumore al polmone non a piccole cellule ALK+ per i quali è disponibile una nuova opzione terapeutica che migliora sensibilmente l’aspettativa di vita • Professor Marcello Tiseo, Università di Parma: “…grazie a questi farmaci mirati verso ALK, tra cui Lorlatinib, possiamo migliorare l’aspettativa di vita dei pazienti con tumore polmonare ALK + passando da circa un anno/un anno e mezzo fino cinque/sei anni. Un enorme passo in avanti”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday I pazienti adulti con tumore non a piccole cellule ALK+ in stadio avanzato hanno oggi una opzione in più: lorlatinib, approvato in regime di rimborsabilità per il trattamento in monoterapia di pa-zienti che, dopo trattamento con alectinib o ceritinib come terapia di prima linea oppure crizoti-nib e almeno un altro TKI anti-ALK, abbiano avuto una progressione di malattia. Il nuovo farmaco è un inibitore tirosino-chinasico (TKI) di terza generazione, disegnato specificatamente per supe-rare la barriera ematoencefalica e agire quindi a livello cerebrale, nonché per essere attivo anche in pazienti precedentemente trattati in cui si siano sviluppate delle mutazioni secondarie di resi-stenza . “In Emilia Romagna - spiega il Professor Marcello Tiseo, Università di Parma – Azienda Ospeda-liero-Universitaria di Parma Professore Associato di Oncologia e Direttore della Scuola di Specia-lizzazione in Oncologia - Università di Parma – sono tra i 50 e i 60 i nuovi pazienti all’anno con tu-more al polmone non a piccole cellule ALK+. Si tratta di un dato in linea con quello nazionale ed in-ternazionale; un piccolo sottogruppo, ma spesso costituito da pazienti giovani, anche al di sotto dei 30-40 anni”. Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse, in Italia è la seconda più frequente negli uomini e la terza nelle donne, e causa un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di cancro. Grazie alla ricerca scientifica, negli ultimi anni è stato però possibile individuare numerose alterazioni molecolari che sono alla base del suo sviluppo e che possono rappresentare dei target terapeutici. Fra queste l'alterazione a carico del gene ALK (Anaplastic Lymphoma Kina-se) – un riarrangiamento dovuto alla fusione di due frammenti di geni -, presente nel 4-5% dei pa-zienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), con una maggiore incidenza in pa-zienti più giovani (sotto i 50 anni) preferenzialmente - ma non esclusivamente - non fumatori. In presenza dell'alterazione viene prodotta una proteina mutata che promuove la crescita tumorale e la metastatizzazione delle cellule neoplastiche. “Si tratta di pazienti per lo più non fumatori o deboli fumatori, con età mediana alla diagnosi intorno ai 50 anni, più precoce rispetto agli altri pazienti con tumori polmonari, per i quali la diagnosi arriva tra i 60 e i 70 anni; in alcuni casi con diagnosi in pazienti molto giovani anche al di sotto dei 30-40. Con l’avvento degli ALK inibitori – spiega Tiseo - si passa da un’aspettativa di vita di circa un anno/un anno e mezzo a oltre cinque/sei anni. Un enorme passo in avanti”. Gli inibitori della tirosin-chinasi ALK sono una classe di farmaci capace di bloccare l'azione della proteina mutata, dimostrando efficacia nel trattamento dei tumori che presentano tale alterazio-ne molecolare. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti trattati con i TKI di prima generazione va incontro a una progressione della malattia a causa dello svilupparsi di mutazioni secondarie . Sebbene molecole di seconda generazione siano state sviluppate proprio per superare il proble-ma delle resistenze, altre mutazioni di resistenza portano inevitabilmente ad una progressione di malattia ulteriore, specialmente a livello del sistema nervoso centrale . “Lorlatinib – continua il Professor Tiseo - rappresenta la migliore opzione terapeutica che possiamo offrire ai nostri pazienti in seconda linea dopo progressione da inibitori di ALK di seconda generazio-ne; una molecola che va a rispondere a un unmet medical need importante, sia per la sua capacità di raggiungere l’encefalo e agire sulle metastasi cerebrali facendole regredire, con conseguente mi-glioramento della qualità di vita, sia in termini di tollerabilità rispetto all’opzione alternativa che è la chemioterapia”.
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