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L'INCHIESTA

"A Parma tempi di attesa lunghissimi, ci vogliono mesi per una visita"

L'allarme lanciato da cittadini e forze politiche che mettono nel mirino il sistema pubblico locale. Ecco perché

La visita alla spalla? Non c'è posto fino a luglio e se non disdice qualcuno prima di quella data sarà impossibile prenotare". E' questa la risposta che ha ricevuto un cittadino di Parma che a inizio marzo ha tentato di prenotare con il sistema pubblico una visita per un problema all’articolazione”. E ancora: "La gastro? A un certo punto ho capito che sarebbe stato meglio farmela in privato". Poi: "Per un piccolo intervento chirurgico mi hanno detto che sarebbero passati mesi, e alla fine anche io ho optato per il privato".  I casi di Giovanni, Giuseppe e Matteo (li chiameremo così), sono solo alcuni dei tanti che riguardano i lunghi tempi di attesa nella sanità parmigiana. In Gastroenterologia servono mesi, per una visita chirurgica si scivola addirittura oltre l’estate. Il grido di allarme riguarda anche oculistica, urologia, ortopedia ginecologica. Dati preoccupanti che hanno portato ad alcune interrogazioni da parte di rete Civica e una netta presa di posizione di Forza Italia.

E proprio i ritardi biblici in gastroenterologia hanno portato il consigliere Simone Pelloni a una interrogazione in Giunta regionale nel tentativo di indagare sui numerosi, preoccupanti ritardi. Per lui i numeri parlano chiaro. “Nel trimestre da ottobre a dicembre 2023 si è registrato un significativo aumento dei tempi d’attesa per le prestazioni riguardanti la gastroenterologia ed erogate dall’Ausl di Parma. I numeri parlano di una riduzione dal 96 – 97 % del trimestre precedente, all’attuale 73% per le visite gastroenterologiche, all’80% per colonscopie e all’86 % per le gastroscopie. In diverse sedi del territorio tali prestazioni non sono addirittura più erogate, mentre in altre sono state drasticamente ridotte. Presso l’Ospedale di Vaio, ad esempio, è stata sospesa l’esecuzione delle endoscopie di urgenza durante le fasce notturne e nei giorni festivi, i pazienti che ne necessitano vengono dirottati verso l’Ospedale Maggiore di Parma con il rischio di pericolosi ritardi nel somministrare la terapia salvavita. Sono inoltre stati sospesi i test clinici per le intolleranze alimentari”.

 I motivi potrebbero stare nelle rotture e nell’obsolescenza dei macchinari (vedi gastroenterologia) e in altri casi per la carenza del personale medico e infermieristico.

“Una vergona” l’ha definita invece Forza Italia, secondo cui l’attesa è troppo lunga anche in pronto soccorso, dove i pazienti si autodimettono, ovvero, ci rinunciano, andando a casa senza essere stati visitati e curati.

Qualche settimana fa era scesa in campo anche Valentina Castaldini, capogruppo FI in Regione: “Alcuni esami, come l’ecoaddome o alla mammella hanno tempi biblici, così come le visite specialistiche. I tempi di attesa in Emilia sono oltre al 50% della media nazionale, al 60-70% per le prestazioni essenziali. Servono proposte significative per riforma sanitaria e vanno rivisti i rapporti col privato, immaginare una scontistica con lo stato che controlla i prezzi, la  qualità e faccia da garante”. Il grido di allarme riguarda ovviamente anche Parma e provincia, dove sono in sofferenza con liste lunghissime anche oculistica, urologia, ortopedia ginecologica.

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