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Bussandri: "Per i giovani è sempre più difficile lavorare"

Il Segretario Regionale della Cgil: "Negli ultimi due anni si sono dimessi circa 200 mila persone in Regione, per lo più giovani. Si dimettono da un lavoro di scarsa qualità, precario e malpagato. Come si fa a mettere in campo un progetto di vita con 1.100 euro mensili"

Giovani e lavoro, sono questi i temi messi al centro dell'incontro organizzato dal Partito Democratico nella sede dell'Assistenza Pubblica in via Gorizia. Il Segretario Regionale di Cgil, Massimo Bussandri, ha fatto un punto della situazione con un intervento mirato a sottolineare le difficoltà riscontrate dal mondo giovanile nel contesto lavorativo: "Le proposte per rilanciare l'occupazione giovanile sono legate al superamento della precarietà che, in questo Paese, è dilagante. Ma senza andare tanto lontano, pensiamo a quello che succede in Emilia-Romagna. In Regione l’occupazione in generale non ha certo raggiunto i livelli visti nel pre-covid ma si segnala comunque in crescita. Ma non illudano i dati. Perché si tratta di occupazione precaria, di scarsa qualità, legata a periodi determinati. I contratti, infatti, sono a tempo determinato e in Emilia-Romagna si sono dimessi volontariamente più di 200 mila persone negli ultimi due anni. Il fenomeno delle grandi dimissioni riguarda i giovani. Si dimettono da contratto precari e lavori malpagati. La media della retribuzione si aggira sui 1.100 euro mensili. Si dimettono perché il lavoro e l’occupazione di questo tipo non è stabile, non c’è prospettiva di mettere su famiglia e non si può mettere in campo un progetto di vita. Sono circa 100 mila i giovani che ogni anno lasciano l’Italia per andare all’estero. C’è un problema emigrazione. C’è da contrastare la precarietà e questo governo non lo sta facendo. In legge di bilancio non mette un euro per rilanciare la presenza dei giovani nel nostro Paese. Questa è la triste fotografia di un momento difficile". 

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