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La fabbrica tessile abusiva dove cinesi clandestini lavoravano 18 ore al giorno

Chi erano i clienti del laboratorio? Indagini della magistratura sulla filiera dello sfruttamento

Diciotto ore di lavoro al giorno, nessun contratto e nessuna tutela, né tantomeno la formazione per la sicurezza. Dieci cittadini cinesi clandestini sono stati sorpresi mentre lavoravano all'interno di un casolare nei pressi dell'argine del Po a Colorno, trasformato in un laboratorio tessile abusivo. I carabinieri, arrivati sul posto dopo una segnalazione, hanno bloccato subito l'attività. All'interno gli operai stavano utilizzando alcune macchinari industriali per il confezionamento delle camicie.

Ma chi erano i clienti del laboratorio? Le indagini della magistratura, che ha disposto il sequestro dell'edificio, sono in corso e per ora non trapelano dettagli. Certo è che se almeno dieci persone lavoravano ogni giorno con turni massacranti anche di 18 ore al giorno, la produzione non deve essere stata marginale. Ed è probabile che dovesse anche rispettare degli standard di produttività alti, anche per quanto riguarda la velocità di consegna del materiale finito. 

All'interno del casolare, il cui indirizzo era associato ad una serie di ditte individuali con a capo due responsabili, sempre di nazionalità cinese, c'erano numerosi scatoloni, con la merce e il materiale per il confezionamento. I lavoratori all'interno della fabbrica abusiva erano sconosciuti all'Ispettorato del Lavoro, così come all'erario. Non avevano documenti e sono stati portati in caserma per l'identificazione.

La zona in cui si trova il casolare (Google Street View)

Le indagini sulla filiera dello sfruttamento 

Sono in corso le indagini per cercare di ricostruire la filiera della produzione tessile che avveniva all'interno del casolare, così come le rotte di arrivo dei cittadini cinesi, tutti clandestini. Invisibili che, oltre a non avere un contratto di lavoro, erano esposti ai rischi per la sicurezza dei macchinari, oltre a quelli relativi alla struttura.

Le condizioni dell'ambiente di lavoro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano pessime. Sporcizia e degrado all'interno del casolare utilizzato come capannone, rifiuti smaltiti in modo illecito all'esterno della struttura, nessun rispetto delle procedure relative alla sicurezza degli ambienti di lavoro. 

I carabinieri forestali hanno denunciato due coniugi cinesi, titolari delle ditte individuali registrate alla Camera di Commercio, reati relativi alla gestione dei rifiuti i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno ricostruito le mansioni di ogni singolo lavoratore sorpreso all'interno della struttura, in orario serale. Sul posto anche i carabinieri di Colorno, i colleghi di Fidenza, il personale dell’Ausl e la Polizia Locale. Le sanzioni ammontano ad un totale di circa 150 mila euro.

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