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Lisa Gattini: "Ecco perché le famiglie non arrivano a fine mese"

Intervista alla segretaria generale della Cgil di Parma: "Il Governo sembra voler punire i poveri. Il Comune? E' aperto al dialogo su proposte concrete e stiamo partecipando alle cabine di regia"

"Tutte le azioni che vengono messe in campo dal Governo sembrano voler punire i poveri. Si mettono le persone sotto la soglia della povertà, che secondo l'Istat sono 5.7 milioni di lavoratori e lavoratrici in Italia, nella condizioni di chiedere sussidi". Lisa Gattini, Segretaria Generale della Cgil di Parma riflette sui temi del lavoro povero, del sistema di welfare, delle stragi sul lavoro e degli interventi dell'organizzazione sindacale per cercare di contrastare la situazione. "I sindacati fanno i contratti ma se porto a casa un aumento di 300 euro all'anno ma poi le bollette e le rette scolastiche aumentano, e devo pagare i ticket, gli aumenti vengono azzerati". 

I dati dell'Istat fotografano una situazione in peggioramento per quanto riguarda le famiglie in povertà assoluta e relativa 

"I dati preliminari dell'indagine Istat rivelano che 5.7 milioni di lavoratrici e lavoratori si trovano sotto la soglia di povertà. E' evidente che i problemi di povertà assoluta e povertà relativa non sono nei primi dieci pensieri del governo Meloni: tutte le politiche che vengono messe in atto sembrano quasi voler punire chi è povero. Se consideriamo che è stato tolto il reddito di cittadinanza, diminuiti i fondi ai Comuni per gli affitti, diminuita la cifra e la quota per l'implemento dei fondi per la sanità nazionale è evidente che la condizione di questi 5.7 milioni di lavoratori, in questo modo, non può migliorare. Possiamo aggiungere il fatto che continuiamo a dire che in Italia c'è un aumento del tasso di occupazione, quando in realtà in quel calcolo viene considerato anche chi lavora a chiamata per pochissimo tempo. Non è questa l'occupazione che cresce. Soltanto una percentuale residuale di contratti in Italia sono a tempo indeterminato" 

Impoverimento delle famiglie e stipendi che non aumentano. Anche a Parma...

"Anche nella nostra provincia ci sono delle criticità. La prova sono le frequenti dichiarazioni di Caritas e di associazioni come Sant'Egidio e l'Emporio che continuano a fotografare la situazione. Le persone sotto la soglia di povertà non sono persone che non hanno lavoro. Anzi, lavorano ma magari hanno una busta paga da 800 euro al mese e in ambiti con scarso lavoro aggiunto: terziario, pulizie e ristorazione. Non riescono a garantirsi una vita dignitosa. Tutto questo ricade sulla spesa pubblica collettiva: tanto più si restringe la maglia del finanziamento nazionale anche il sistema del welfare locale deve fare delle scelte. Il lavoro c'è ma una parte di lavoro è povero. Il gap salariale tra uomo e donna è ancora di circa il 30%. I Comuni possono mettere in campo, con i fondi che hanno, una programmazione virtuosa per cercare di lavorare con risorse ridotte. Stiamo seguendo il progetto Parma Sociale per Parma, attivato dall'Amministrazione comunale, con tante realtà associative e istituzionali del territorio, fra le quali le organizzazioni sindacali per mettere insieme risorse economiche e competenze per produrre azioni positive che abbiano impatti concreti per le persone in difficoltà. I progetti pilota riguardano la genitorialità, la disabilità e le fragilità degli anziani ma verranno trattati anche temi come le politiche abitative. Le politiche di questo Governo mettono le persone nella condizioni di chiedere la carità, che è sempre fatta discrezione di chi la elargisce, e non di autodeterminarsi attraverso il lavoro". 

Quali interventi del sindacato sono attivi a livello locale, anche in collaborazione con gli Enti del territorio?

"Questa Amministrazione comunale ha dimostrato un dialogo su temi concreti. Oltre al tavolo sociale abbiamo quello per il monitoraggio dei lavori del Pnrr. Il Comune si sta muovendo anche sulle politiche abitative. Concretamente il sindacato fa contratti e sarebbe fondamentale che si rinnovassero i tanti contratti nazionali che ancora devono essere rinnovati. Per portare soldi nelle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici. A titolo esemplificativo è stato rinnovato il contratto dell'industria alimentare. I metalmeccanici, poi, stanno facendo le assemblee per la validazione della piattaforma per il rinnovo del Ccnl Federmeccanica

C'è il problema dei contratti pubblici, poiché lo Stato è il maggior datore di lavoro. Vanno rinnovati anche per dare un segnale ai rinnovi dei Ccnl nel privato. Dobbiamo lavorare su quel settore e sulla contrattazione di secondo livello, che si aggancia a quella nazionale. Su questa c'è un buon clima: alcune aziende ci stanno per soluzioni che possano incrementare il reddito. Su questa c'è un buon clima: alcune aziende ci stanno per soluzioni che possano incrementare il reddito in particolar quelle che abbracciano l'idea di una responsabilità sociale di impresa legata al benessere delle maestranze". 

Quale contributo può dare il volontariato? 

"Il volontariato è socialmente importante ma non può sostituirsi al lavoro. Non mi piace l'idea di demonizzarlo: ognuno di noi ha una vocazione è bene che usi il suo tempo per aiutare gli altri. Il rischio, in ristrettezza economica, è che le Amministrazioni utilizzino il volontariato per coprire il più possibile i servizi. Nell'assistenza socio sanitaria, dal mio punto di vista, non ci può essere un volontario altrimenti si rischia di smantellare il sistema pubblico. Non c'è e noi vigiliamo che non ci sia. Ambiti come la manutenzione del verde pubblico non possono essere affidati ai volontari". 

Redditi di sostegno e contributi per l'affitto, cosa andrebbe fatto secondo voi su questo tema? 

"Non si sa fino a che punto si potranno mantenere gli attuali contributi per gli affitti, in assenza di finanziamenti. Se restringi sempre di più queste maglie diventa difficile trovare le coperture. Poi c'è il problema degli alloggi. Un nucleo familiare che viene sfrattato ha bisogno di un alloggio. Il progetto Fa' la casa giusta è nato per cercare di ristrutturare e rendere disponibili un certo numero di alloggi. Tutto il personale medico infermieristico dell'Ospedale Maggiore, oltre a quello scolastico, ha difficoltà a trovare alloggi, così come gli studenti. Il fenomeno degli affitti turistici ha peggiorato la situazione: si privilegia una forma di affitto meno rischiosa e più remunerativa. In questa città, poi, chi è di colore non trova casa, anche se ha un reddito altissimo: è gravissimo. La manodopera sarà sempre di più extracomunitaria, con sempre più presenze di lavoratori e lavoratrici africani. Come si può pensare di avere questa manodopera specializzata senza offrire abitazioni?"

Autonomia differenziata. In che modo, nel concreto, questo provvedimento andrà ad incidere sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici?

"Se venisse approvato in Parlamento il Ddl Calderoli di fatto ogni Regione potrebbe legiferare su tutte le materie previste per l'autonomia differenziata intervenire in maniera diversa, anche per quanto riguarda, per esempio, la legislazione sulla sicurezza. Oggi esiste un contratto nazionale che è valido da Aosta fino a Palermo. Già adesso qualcuno sta mettendo in discussione il fatto che si debba applicare e si cerca di proporre il criterio del contratto maggiormente applicato. Con l'autonomia differenziata si creerebbero le gabbie salariali. A qualcuno potrebbe andare bene, ad altri no ma per la Cgil è sbagliato". 

A Parma due morti sul lavoro in poco più di un mese. Qual è il problema maggiore per la Cgil? 

"Il fatto che siano successi due eventi così drammatici in pochissimo tempo è indice di un rallentamento di una consapevolezza dei rischi che si corrono in ambito lavorativo. La legislazione nazionale è stato modificata. Le maglie sono state allargate, non regolamentando più i subappalti a cascata. Non esiste un livello alto di ispezione e di controllo perchè non si vuole investire sul personale. Non ci sono abbastanza ispettori del lavoro. Inoltre, c'è una cultura generale per cui la sicurezza non è prioritaria. Anche il singolo lavoratore non è sempre consapevole: le figure dell'RLS e dell'RLST servono anche a far capire che non è banale non mettere la maschera durante la saldatura, per fare un esempio. L'obiettivo del sindacato è anche costruire una consapevolezza nei lavoratori e nei datori di lavoro". 

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