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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'INTERVISTA / Lubiana / Martorano

Martorano, la protesta dei residenti: "Non è giusto che la politica scarichi la gestione dell'emergenza sui cittadini"

Intervista a Lino Cirri, coordinatore del comitato Abbiamo fatto un incontro con il sindaco di Parma ed il Prefetto sul tema ma le loro parole non ci convincono. Pensiamo che i richiedenti asilo abbiano diritto di vivere umanamente e non di essere trattati come schiavi"

All'ultimo presidio contro l'apertura del nuovo centro per migranti di Martorano c'erano circa duecento persone. Tutte chiedevano il blocco del progetto che prevede - a partire da metà settembre dopo lo slittamento, dovuto probabilmente a difficoltà nella ricerca di volontari - l'arrivo di una cinquantina di richiedenti asilo., soprattutto tunisini ma anche cittadini del Mali, del Gambia, del Niger e del Pakistan. La protesta, come le precedenti, è stata organizzata dal comitato Gruppo Unito Anno Uno, creato da Lino Cirri, candidato nel 2022 alle elezioni comunali con la lista civica “L’altra Parma” e tra gli animatori del movimento 'Io apro' contro le chiusure imposte per l'emergenza covid. 

Vi opponete all'apertura del nuovo Centro per migranti di Martorano. Quando è nato il vostro comitato e cosa chiedete?

"Il primo problema è che da subito noi residenti non siamo stati messi al corrente della situazione. Quando abbiamo avuto le prime informazioni abbiamo iniziato a muoverci. Siamo attivi da un paio di settimane. Domenica al presidio c'erano circa 200 persone, tutte residenti della zona. C'erano anche alcuni partiti di opposizione. Attraverso gli avvocati del sindacato d'azione stiamo cercando di capire se ci sono possibilità per fermare il Centro a livello legale. A mio avviso questi container sono dei lager e far vivere le persone quì dentro è disumano".

In particolare cosa temete con l'arrivo dei richiedenti asilo nell'area Ex-Columbus? 

"Abbiamo paura per la nostra sicurezza, inoltre molte persone non riescono più a vendere le case in zona. Non ci sono servizi, non c'è illuminazione, non è giusto che la politica scarichi la gestione dell'emergenza sui cittadini. Abbiamo fatto un incontro con il sindaco di Parma ed il Prefetto sul tema ma le loro parole non ci convincono. Non ci fidiamo più della politica in generale. E' ora che il popolo si svegli e denunci questa situazione. Non siamo razzisti: pensiamo che queste persone abbiano diritto di vivere umanamente e non di essere trattati come schiavi, in una condizione che così ci sembra disumana. Le cooperative ci lucrano mentre noi cittadini siamo lasciati soli: il Centro sarà aperto, molte persone saranno libere di girare in zona e abbiamo paura. Questa è una zona dove i residenti girano con il cane o fanno delle passeggiate ma queste attività ora verranno messe in dubbio da tante persone"


 

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