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Martorano, il nuovo centro tra proteste e incertezze: l'arrivo dei migranti slitta di due settimane

Le voci dei residenti: "Abbiamo paura per la nostra sicurezza: arriveranno tante persone che non avranno nulla da fare, questa zona industriale non è collegata con aree con servizi, ci sono solo le nostre case"

I migranti che verranno ospitati all'interno del nuovo centro di Martorano, in allestimento presso il cortile dell'ex Columbus, nel territorio del Comune di Parma, arriveranno tra circa due settimane. C'è stato infatti uno slittamento di tempistiche: in un primo momento, infatti, era stato comunicato l'arrivo dei primi ospiti - soprattutto tunisini ma anche cittadini del Mali, del Gambia, del Niger e del Pakistan - a partire da lunedì 4 settembre. Sembra che alla base della decisione ci sia la difficoltà nel reperire volontari da impiegare all'interno della struttura per gestire le circa sessanta persone che arriveranno. La gestione del centro è affidata alla Protezione Civile. 

Le proteste dei residenti: "Abbiamo paura per la nostra sicurezza" 

Nei giorni scorsi sono stati tanti ad alzare la voce contro la presenza del Centro di accoglienza e l'arrivo dei migranti, in un'area industriale dove fino al 2020 i residenti della zona vedevano passare gli operai e le operaie della Columbus. Alcuni giorni fa è stato anche organizzato un presidio. "Non ci fa certo piacere l'arrivo di persone che non avranno niente da fare qui, in questa zona industriale distante da tutto. Abbiamo paura per la nostra sicurezza. Ci dispiace dirlo ma è cosi" ci racconta una donna, residenti a pochi metri dalla zona in cui sorgerà il centro per migranti". Le fa eco un giovane, che abita qualche centinaio di metri più indietro: "Non abbiamo chiesto questo centro e non sappiamo chi arriverà e soprattutto di preciso quante persone saranno. Non ci fidiamo di quello che ci raccontano". 

I primi prefabbricati arrivati nell'area Ex-Columbus

Dal luogo di lavoro a luogo di accoglienza: la parabola della Columbus e la scelta dell'area per i migranti 

La parabola dello stabilimento Columbus, azienda eccellenza del nostro territorio, per anni nella filiera della trasformazione del pomodoro per conto terzi,  si è conclusa nel 2020. La proprietà ha deciso di chiudere i battenti per la mancanza di redditività della struttura che per tanto tempo è stata un centro importante per i lavoratori e le lavoratrici, oltre che per l'economia provinciale. Molti dei prodotti con i marchi della grande distribuzione uscivano dallo stabilimento di Martorano che dava lavoro a circa 200 addetti: 60 a tempo indeterminato, il resto divisi tra appalti di logistica e manutenzione, molti gli stagionali, assunti con contratto a tempo determinato anche per otto mesi. Nonostante le proteste dei sindacati Flai Cgil di Parma, Fai Cisl e Uila Uil i titolari hanno chiuso le saracinesche e se ne sono andati. 

Il Prefetto Garufi: "Escluso che il centro serva da Hub regionale" 

Dalla Prefettura si fa sapere che la struttura - cui si deve ricorrere per la difficoltà di far fronte alle pressanti, crescenti esigenze di accoglienza ai migranti – fungerà da centro provvisorio ove ospitare temporaneamente i migranti in attesa di collocazione nei CAS attivi sul territorio. Escluso dunque che il Centro serva da hub regionale, la caratteristica saliente è la sua gestione, che sarà curata dalle organizzazioni di volontariato della protezione civile, che hanno manifestato la volontà di collaborare con la Prefettura in un momento, come quello attuale, complicato dalla carenza di nuovi posti in accoglienza.

L'ex Columbus, qui sorgerà il Centro per migranti

Il sindaco Michele Guerra: "Il centro sarà presidiato 24 ore su 24" 

"L’incontro è stato estremamente positivo - ha detto il sindaco Michele Guerra riferendosi ad un recente incontro con i residenti - perché ha permesso di rassicurare circa la tipologia del centro, il presidio 24 ore su 24 che sarà garantito dagli operatori e gli obiettivi e gli impegni della Prefettura, del Comune e di tutti i soggetti coinvolti. Ho particolarmente apprezzato la consapevolezza e la moderazione con cui i cittadini hanno approcciato la riunione, segno di quella propensione all’accoglienza che è nelle corde della nostra città, ma che in un momento così difficile ha bisogno di informazioni chiare come quelle fornite oggi in Prefettura. Auspico che questo dibattito favorisca un sempre maggiore impegno territoriale, che consenta anche al capoluogo di vedere allentare la pressione dovuta ai tanti arrivi, nella speranza che il governo provveda ad aiutare i territori con risorse e politiche di regolazione dei flussi".

I sindaci della zona: "Ci hanno garantito che sarà potenziata l'illuminazione verso San Prospero e ci saranno le navette" 

Il sindaco di Montechiarugolo Daniele Friggeri, il presidente dell’Unione Val d’Enza, il sindaco di Sorbolo Mezzani e il sindaco Dall’Orto di Traversetolo hanno chiesto rassicurazioni sulla qualità dell'accoglienza, sul controllo igienico-sanitario e sulla sorveglianza della zona, oltre che sui servizi che verranno arrivati a favore dei migranti. 

"Abbiamo confermato necessità di certezze sulla qualità dell’accoglienza in particolare sul controllo igienico-sanitario, sulla sorveglianza e il sostegno alle forze dell’ordine locali oltre alle criticità connesse alla localizzazione già espresse pubblicamente più volte: viabilità, lontananza dai servizi, percorsi pedonali non in sicurezza, assenza di trasporto pubblico locale, altre problematiche storiche della zona, presenza di un CAS a poca distanza a Ponte Enza nel reggiano. Ci hanno confermato le rassicurazioni date ai cittadini di Martorano e cioè di attivazione del Wi-Fi, di personale preposto ad attività di coinvolgimento dei migranti, di potenziamento dell’illuminazione dei percorsi verso San Prospero e di navette per poter raggiungere meglio i servizi cittadini. Sono rassicurazioni che sicuramente vanno nella direzione giusta cioè dare dignità alle persone accolte ma che evidentemente cercano di compensare una sistemazione che presenta innumerevoli limiti". 

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