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Parma è tra le città italiane altamente digitali

Secondo ICity Rank, la ricerca di FPA sulla digitalizzazione dei comuni, si colloca al 32° posto nella classifica delle amministrazioni digitali, al 12° in quella dei comuni aperti e al 24° in quello delle città connesse

Bergamo, Firenze, Milano e Modena sono le città italiane leader dell’innovazione, le uniche ad entrare nelle prime dieci posizioni in tutte e tre le graduatorie in cui è articolataICity Rank 2023, la ricerca annuale sulla trasformazione digitale dei 108 Comuni Capoluogo realizzata da FPA, società del gruppo DIGITAL360, e presentata oggi a FORUM PA Città. Le quattro città “leader” sono seguite da vicino da Bologna, Genova,Torino, Trento, Venezia (due volte in top ten) e poida Cagliari, Cremona, Padova, Roma Capitale,Monza, Parma e Vicenza che, insieme alle altre,compongono il gruppo delle 16 città “altamente digitali”, con punteggi superiori ai 65/100 nei tre rating.

Nell’edizione 2023 della ricerca, la valutazione delle città è stata articolata in tre dimensioni (sulla base di 37 indicatori costruiti su 171 variabili) che hanno mostrato caratteristiche e dinamiche diverse: la dimensione “Amministrazioni digitali” riguarda la digitalizzazione dell’attività amministrativa, tra siti web, fruizione dei servizi online e adozione delle piattaforme nazionali; quella “Comuni aperti”analizza il livello di utilizzo dei social media, la diffusione di dati aperti e la fruibilità di app; infine,“Città connesse” è la dimensione di impatto della trasformazione digitale sul governo delle città e riguarda lo sviluppo di reti di connessione, sistemi di sensori e device a essi collegabili e strumenti perl’elaborazione dei flussi informativi e analisi dei dati.

Dai punteggi acquisiti nei tre rating si evidenzia come oltre metà dei Comuni capoluogo sia ormai “digitale”, ma con diverse articolazioni. Sotto le 16 città“altamente digitali”, altre 17 sono di livello “intermedio”, grazie ad un punteggio di oltre 65/100 in due rating: Bari, Cesena, Perugia, Reggio Emilia,Brescia, Livorno, Lodi, Napoli, Palermo, Pescara,Pisa, Pistoia, Prato, Ravenna, Rimini, Siena,Verona. Altre 26 città mostrano un livello digitale“base” con un solo punteggio oltre i 65/100:Alessandria, Andria, Aosta, Arezzo, Asti, Bolzano,Catania, Cuneo, Ferrara, Imperia, La Spezia,Lecce, Mantova, Massa, Messina, Novara, Nuoro,Pavia, Piacenza, Reggio Calabria, Rovigo, Taranto,Treviso, Trieste, Udine, Verbania. Ci sono poi 29 Comuni che si trovano ancora in una fase di“alfabetizzazione digitale”, mentre 20 sono addiritturain “ritardo digitale”. Tra questi, si segnalano in particolare Agrigento, Enna e Isernia, le uniche con due punteggi su tre di livello basso (meno di 33).

“Non è più il momento di parlare soltanto dicontrapposizione nord-sud o tra grandi centri e periferia, gli scenari dell’innovazione urbana mostrano oggi dinamiche più articolate - commenta Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA -. Da qui, la nuova struttura a tre indici di ICity Rank. Nell’indice‘Amministrazioni digitali’ le differenze tra le città sono meno marcate, grazie al consolidamento di “modelli di riferimento”, in primis quelli del Piano triennale, senza dimenticare il PNRR che, con le sue risorse per il digitale, sta spingendo verso una ulteriore riduzione dei gap. Gli altri due indici, invece, mostrano maggiori differenze tra le realtà territoriali, in particolare ‘Città connesse, che è ancora caratterizzato dal dominio delle grandi realtà metropolitane, essendo connotato da elementi più sperimentali e innovativi e datal’esigenza di governare dinamiche più complesse”.

“Le città sono da sempre i primi luoghi di sperimentazione e di messa a terra dell’innovazione - afferma Andrea Rangone, Presidente di DIGITAL360 -. Ora che si sono consolidate le basi per una diffusa amministrazione digitale, ci aspettiamo un ulteriore passo avanti, perché le frontiere dell’innovazione si spostano sempre più in là. In particolare, gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale aprono scenari che non potevamo immaginare solo fino a qualche anno fa. Ènecessario conoscere questa nuova realtà, farla propria, guidarla, perché diventi un ulteriore strumento di crescita e di innovazione locale”.

Tutte le Città Metropolitane sono ormai “digitali” (di livello alto, intermedio o base):si evidenziano Firenze e Milano tra i 4 leader, ma anche Bologna, Genova, Torino e Venezia hannopunteggi molto alti. Ormai la digitalizzazione non è più solo appannaggio delle grandi: si è affermato un gruppo di città medie “innovative” quali Trento, Cremona, Padova, Monza, Parma e Vicenza, che si affiancano a Bergamo e Modena come città altamente digitali. Ma anche Cesena, Perugia, Reggio Emilia, Brescia, Livorno, Lodi, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Ravenna, Rimini, Siena e Verona sono loro vicine, classificate come “digitali” insieme ad altri 23 capoluoghi non metropolitani. Infine, Cosenza, Frosinone, Sassari, Siracusa e Varese, pur rimanendoal di sotto della soglia delle città digitali, manifestanocrescite significative in diversi indicatori.

Nell’indice Amministrazioni Digitali, al primo posto si colloca Cremona con il punteggio massimo di 87/100, seguita a distanza dalle toscane Siena (secondo), Firenze e Pistoia (terzo a pari merito) e poi da Lodi, Perugia, Bergamo, Cesena, Milano e Modena a chiudere la Top 10. Sono 41 le città oltre la soglia dei due terzi nel rating (almeno 66/100 punti) e tra queste solo 5 del Mezzogiorno (Pescara, Andria, Cagliari, Nuoro e Taranto). Le differenze geografiche sono più contenute che in altre dimensioni. La digitalizzazione dei servizi amministrativi, avviata oltre una decina di anni fa da alcuni capoluoghi metropolitani, ha visto emergere un gruppo città intermedie innovative (come Bergamo, Modena, Parma, Trento) e realtà meridionali dinamiche. È stata sostenuta dalle attività di Agenzie Nazionali e dal consolidamento di “modelli di riferimento”, fino alla forte spinta del Covid. Per effetto del PNRR si prevede un ulteriore avvicinamento al vertice.

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