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Parto all'avanguardia al Maggiore: anche il padre può affiancare la madre durante il cesareo

Nel caso in cui madre e feto siano in buona salute

La prima ora che segue il parto è considerata cruciale in letteratura medica perché favorisce i legami psico-affettivi quali l’imprinting e il bonding all’interno del nuovo nucleo familiare; incide positivamente sull’equilibrio microbiologico del neonato e promuove nella madre la cascata ormonale che facilita il processo di produzione del latte e, in ultima analisi, l’allattamento al seno. Non a caso viene definita “golden hour”, ora d’oro.

Ecco perché la struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretta da Tullio Ghi ha intrapreso la strada all’avanguardia del parto cesareo familiare, una procedura che favorisce il rapporto di vicinanza fisica tra entrambi i genitori ed il loro bambino per la prima ora che segue al parto, anche in un contesto di parto cesareo.

“Effettuare un “parto cesareo familiare” – spiega Tullio Ghi - significa non solo rendere meno artificiale e medicalizzato un percorso di nascita non fisiologico, ma soprattutto contribuire concretamente alla salute del neonato e della sua famiglia. Ovviamente è una procedura a cui possono accedere le gestanti con taglio cesareo programmato prima dell’insorgenza del travaglio su indicazione materna (es. pregressa chirurgia uterina,) o fetale (es. presentazione podalica). Inoltre madre e feto devono essere in buone condizioni di salute e presentare un basso rischio di complicazioni peri-operatorie e il taglio cesareo deve venire eseguito in anestesia locale”.

La procedura può essere considerata anche in caso di parto cesareo non urgente deciso durante il travaglio se lo stesso non progredisce nei tempi naturalmente attesi.

Stefania Fieni, responsabile della sala Parto presso il reparto di Maternità, ha contribuito all’organizzazione di questo percorso clinico multiprofessionale che coinvolge oltre a ginecologi, ostetriche, infermieri del comparto operatorio, anche i neonatologi e gli anestesisti dei reparti di Neonatologia e 2°Anestesia e rianimazione. “Nei casi in cui le coppie ne facciano richiesta - spiega Stefania Fieni - il partner potrà accedere alla sala operatoria e, rimanendo seduto su uno sgabello di fianco alla mamma, potrà accudire il suo bambino fin dai primissimi istanti di vita insieme alla sua compagna”.

Un approccio sempre più fisiologico anche nel caso di parto gemellare. Grazie a tecniche imparate nei migliori centri specializzati d’Europa la Maternità dell’Ospedale Maggiore di Parma è in grado di offrire procedure sicure per consentire un parto naturale anche nel caso di gemelli in cui il secondo si presenti di piedi anziché di testa. E’ motivo di orgoglio per il direttore dell’Ostetricia e Ginecologia  Tullio Ghi convinto sostenitore dell’idea che l’ospedale debba intervenire nei parti complicati ma, allo stesso tempo, debba preservare in sicurezza la naturalità della nascita affinché questa rappresenti un momento di forte condivisione di una coppia e sviluppi a pieno i benefici documentati in letteratura.

“Per poter offrire la gestione clinica più appropriata nei parti gemellari - sottolineano sia Tullio Ghi che Stefania Fieni - è indispensabile la presenza di un gruppo di professionisti dedicati (medici e ostetriche) motivati a garantire la loro presenza in ospedale anche quando il travaglio si presenta con anticipo, come spesso capita nelle gravidanze gemellari”.

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