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Raccolta fondi per la Turchia: oltre 46mila euro alla Caritas

Realizzati 9 impianti di depurazione e distribuzione dell’acqua potabile per i terremotati

Il 6 febbraio dello scorso anno una scossa di magnitudo 7.9, con epicentro in Turchia nel distretto di Pazarcık della provincia di Kahramanmaraş, ha causato distruzioni gravissime sia nel sud-est della Turchia che nel nord della Siria e in Kurdistan.  In Turchia sono state oltre 50 mila le vittime, 170.000 i feriti e 3 milioni gli sfollati, numeri impressionanti che, nei giorni immediatamente successivi al terremoto, hanno spinto Comune, Diocesi e Provincia di Parma a farsi promotori del Fondo Emergenza Terremoto, acceso presso Fondazione MUNUS, per aiutare le popolazioni duramente colpite dal sisma.

Grazie alla raccolta fondi, che ha visto una significativa mobilitazione dei parmigiani, sono stati raccolti 46.650 euro, tempestivamente trasmessi a Caritas Italiana che da anni opera nei territori colpiti dal terremoto.

Le risorse finanziarie sono state impiegate per realizzare 9 impianti di depurazione e distribuzione di acqua potabile in due campi di sfollati nella città di Iskenderun e nella provincia di Hatay in cui ha sede Caritas Anatolia. Questa zona ha una popolazione 1,69 milioni di persone, ed è stata la più colpita dal terremoto. Il 36% dei danni totali si è verificato proprio ad Hatay: sono stati danneggiati il 42% degli edifici residenziali, il 40% degli edifici non residenziali e quasi il 34% delle infrastrutture. L’accesso all’acqua potabile ha rappresentato, fin dal primo momento, una delle criticità più impellenti. L’intervento ha consentito l’accesso all’acqua ad oltre 6500 terremotati, migliorando sensibilmente la qualità della vita nei campi e riducendo il rischio di contrarre malattie.

Daria Jacopozzi, assessora a Partecipazione, Associazionismo e Cooperazione internazionale del Comune di Parma: “Importante per il nostro Comune sostenere e promuovere iniziative come questa, che concorrono a costruire la sensibilità e la cultura della cittadinanza globale, dimensione che aiuta ad allargare la mente, a sentire empaticamente vicino ciò e chi è solo apparentemente lontano, e a prendercene cura. La risposta della cittadinanza è stata forte e chiara, Parma è capace di abbracciare concretamente chi è in difficoltà e fare almeno un pezzetto di strada insieme. Un ringraziamento speciale va a Caritas diocesana ed internazionale per il riconoscimento dei bisogni e il concreto e continuo lavoro di risposta degli stessi non solo nella nostra città ma anche in altre aree del mondo, come in questo caso la Turchia terremotata. E grazie a Munus, indispensabile nodo di questa rete”.

Monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma: “Ringrazio i cittadini, le comunità parrocchiali, le associazioni che hanno contribuito partecipando a questo progetto che – come è nello stile di Caritas – individua insieme alle popolazioni locali le priorità per sostenerle non solo nella prima emergenza, ma anche nella difficile e lunga ricostruzione del dopo sisma.

Significativamente, grazie alla somma raccolta, si è potuto procedere all’acquisto e messa in opera di depuratori che rendono possibile l’accesso e l’utilizzo di un bene prezioso, ma non scontato, come l’acqua potabile.

Un ulteriore segno di quella vocazione ‘dal borgo al mondo’ che caratterizza la nostra collettività e che deve sempre rinnovarsi, non solo in caso di calamità. Costituisce anche un appello a non dimenticarci di queste popolazioni, a non far calare il silenzio sulla loro situazione, sempre difficile al limite della sopravvivenza, e a continuare l’ascolto dei loro bisogni.”

Giorgio Delsante, presidente di Fondazione MUNUS: “Questa raccolta, oltre ad aver raggiunto un risultato economico significativo, ha visto l’aggregazione di più soggetti, il superamento dei nostri confini territoriali e ci ha permesso di operare per radicare la cultura del dono, rendendo possibili azioni di solidarietà importanti come via di attenuazione al grave disagio vissuto dai terremotati turchi. L’entità delle risorse raccolte dà testimonianza – ancora una volta – del fatto che una solidarietà diffusa produce molti buoni frutti. Promuovere, diffondere e mettersi a servizio della cultura del dono rimangono la prima responsabilità e il primo impegno di MUNUS, sempre in collaborazione convinta con tutti soggetti e le persone della nostra Comunità”

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