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Salute: due accademici di Parma promuovono il nuovo ecografo ostetrico SensUS Touch

E' il risultato delle ricerche svolte da Amolab, spin off del Centro nazionale di ricerca di Lecce: le prime lezioni teoriche e pratiche per l'impiego ai fini di un corretto uso in sala parto sono state svolte nella nostra città il 25 febbraio

Due docenti dell'Università degli studi di Parma e uno di Tor Vergata di Roma hanno “promosso” il nuovo dispositivo
ecografico made in Puglia che, attraverso l’elaborazione automatica di immagini, permette di monitorare in modo sicuro e
non invasivo tutte le fasi del parto in tempo reale. Il dispositivo si chiama SensUS Touch, è stato brevettato dalla società Amolab,
spin off (distaccamento) del Centro nazionale di ricerca (CNR) di Lecce, nata nel 2011 e fondata da un gruppo di ingegneri con
l'obiettivo di supportare la comunità medica attraverso la ricerca scientifica, e dopo un periodo di sperimentazione ha ottenuto i
consensi dei tre docenti universitari. 

Le prime lezioni, teoriche e pratiche, per l'impiego di SensUS Touch ai fini di una corretta ecografia in sala parto sono state
svolte a Parma il 25 febbraio scorso in occasione della giornata organizzata dal CNR di Lecce e dalle università degli studi di
Parma e Tor Vergata di Roma, in partnership con Amolab. Il dispositivo ha ricevuto gli endorsement dei professori universitari:
Tullio Ghi ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell'ateneo di Parma e direttore dell'Unità complessa di Ginecologia e Ostetricia
dell'Azienda universitaria di Parma, Giuseppe Rizzo ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell'Università di Tor Vergata di Roma e
Andrea Dall'Asta professore associato di Ginecologia e Ostetricia dell'Università di Parma.

Seguendo lo stesso modulo, sono stati organizzati altre due workshop: a Lecce l'8 luglio 2022 e a Roma il 25 novembre 2022.
“SensUS Touch è un dispositivo di grande utilità per la gestione del travaglio di parto perché consente di misurare in modo
oggettivo alcuni parametri collegati alla progressione della testa del feto nel canale del parto”, spiega Tullio Ghi. “Permette di
eseguire in modo rapido misure automatiche, riproducibili e affidabili della stazione della testa fetale. Nella nostra pratica
clinica, l'utilizzo di SensUS è finalizzato a capire come deve essere gestito il travaglio nelle pazienti che presentano una difficoltà alla progressione”, aggiunge il docente. 

“La tradizionale valutazione dell'ostetrica rispetto a quella di SensUS è sicuramente meno accurata perché il dispositivo ci ha
permesso di calcolare in modo automatico sia la posizione dell'occipite fetale che il livello della sua stazione”, sottolinea
Giuseppe Rizzo. “Esistono vari dati della letteratura che corroborano questa affermazione e l'utilizzo pratico di questa
metodica ci ha chiaramente dimostrato come sia più preciso e accurato valutare tramite SensUS il livello della stazione fetale”,
sottolinea. “Per questioni medico-legali avere un dato oggettivo, numerico, che viene memorizzato e riportato in apposite schede
nelle cartelle cliniche riduce la possibilità di avere qualsiasi forma di contenzioso”, conclude Rizzo.

“L'ecografia è una metodica che va imparata e ad oggi, al di là di pochi centri di riferimento, è in balia dell'esperienza personale.
Non c'è ancora una diffusione come per altri tipi di branche della medicina materno-fetale, sono pochi i corsi pratici in cui si
insegna come eseguire una ecografia. Ad oggi, quindi, è poco standardizzata e in questo contesto introdurre una macchina che
partendo da una scansione corretta, rende possibili valutazioni oggettive, certamente può rappresentare un passo in avanti”,
evidenzia Andrea Dall'Asta. “Nel corso del workshop a Parma abbiamo mostrato come si fa l'ecografia in sala parto attraverso dei simulatori che consentono di riprodurre l’esame ecografico per imparare ad eseguirlo in maniera corretta, in modo da procedere alla misurazione dei parametri di progressione del  travaglio. L'impiego dell'intelligenza artificiale in sala parto aiuterebbe nello standardizzare le misurazioni fatte in maniera soggettiva da un operatore”, conclude il docente universitario.

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