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Visita guidata in primavera: La Cittadella di Parma

Un viaggio fotografico alla scoperta delle caratteristiche storiche, architettoniche e artistiche

In compagnia dell’architetto Manrico Bissi, esperto dell’Associazione Culturale Archistorica “Memorie di Parma”, scopriamo le caratteristiche storiche, architettoniche e artistiche della Cittadella di Parma. La fortezza, dalla forma pentagonale e pentastellata, è circondata da ampio fossato e delimitata da cinque bastioni. Prototipo delle moderne fortificazioni italiane, fu progettata dall’ arch. e ing. Francesco Paciotti (1521-1591), nobile urbinato, presumibilmente tra il 1545 e il 1547, su incarico di Pier Luigi Farnese, primo duca del nobile casato a Parma. Il progetto della Cittadella, almeno sulla carta, ha rappresentato un modello  tecnologicamente nuovo, rispetto a quello alto e turrito medioevale ed è stato punto di riferimento per le successive fortezze realizzate in Italia e all’estero, come a Torino e ad Anversa (1572), nelle Fiandre.

La struttura pentagonale incorpora ai lati i cinque bastioni con le cosiddette “traditoie”, “orecchioni”, aperture che permettevano alle bocche di fuoco di operare in sicurezza e con sorpresa, con il lancio di pesanti palle di pietra e successivamente di piombo sugli eventuali nemici esterni. All’interno dei bastioni sono ancora visibili i resti delle “casematte” o “piazze basse” tra loro collegate attraverso una galleria (v. immagine). In questi locali, venuti alla luce durante operazioni di scavo, erano sistemate le artiglierie. Il fossato che circondava la fortezza era allagato con poca acqua e risultava fangoso, coperto da melma, per mettere in difficoltà gli eventuali nemici esterni, appesantiti dalle armature. Il progetto prevedeva anche vie di fuga, che permettevano di uscire all’esterno, la cosiddetta “difesa manovrata” utile per prendere alle spalle gli assalitori, per recuperare viveri e altro, in caso di assedio prolungato. Un esempio di quelle sortite che, durante la battaglia di Parma del 18 febbraio 1248, pose fine all’assedio della città da parte dell’imperatore Federico II di Svevia, costretto alla fuga in seguito alla distruzione del suo accampamento 

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“Victoria” e all’abbandono del tesoro e della sua stessa corona imperiale. All’interno della fortezza era presente anche una galleria delle acque, una sorta di acquedotto, essendo la fortezza, al contrario di quella di Piacenza, staccata e lontana dalle mura cittadine. Sul suolo dove sarà costruita la struttura difensiva, esisteva già l’originaria Chiesa dell’Annunziata che, nel 1566, il duca Ottavio Farnese decise di far abbattere e far ricostruire nella sede attuale di Oltretorrente.

La facciata dell’ingresso monumentale della Cittadella fu costruito da Giambattista Barra su progetto di Simone Moschino, nel 1596. Lo scultore orvietano, chiamato dal 1578 a Parma dal duca Ottavio Farnese, fu anche progettista di altre opere architettoniche cittadine. Nel progetto della facciata era sottinteso un asse immaginario che, dal sud, attraverso il ponte di accesso, arrivava fino al nord della Pilotta, sede della corte ducale. La Cittadella fu un’opera voluta e finanziata dalla nobile dinastia Farnese, a Parma dal 1545 al 1731. Per la sua costruzione fu necessario abbattere i bastioni di Porta Nuova e dello Stradello oltre la deviazione del Canale maggiore. Alla sua realizzazione, che doveva celebrare la grandezza del casato all’interno e all’esterno del ducato, si sono succeduti Pier Luigi, Ottavio, Alessandro e Ranuccio I Farnese. Nei secoli successivi i loro discendenti perfezionarono in parte il sistema difensivo originario, a parte qualche modifica
fatta realizzare da Carlo III Borbone con la costruzione di trincee ed edifici per l’esercito.

Lo stesso Napoleone, prima temuto e poi acclamato, conquistò la città senza colpo ferire e non cambiò più di tanto la struttura. Sul progetto del Paciotti subentrarono altri tecnici come Giovanni Antonio Stirpio de’ Brunelli da Busseto, Bresciani e Smeraldo Smeraldi. I lavori di realizzazione della fortezza ebbero inizio nel decennio 1580-1590 e proseguirono anche oltre. La costruzione richiese più tempo del previsto e diede origine a molti problemi di natura tecnica, contabile e a controversie tra il committente dell’opera duca Alessandro, impegnato nelle Fiandre a combattere per gli Spagnoli, il Comune e gli interessi spesso contrastanti tra i casati nobiliari della città, che curavano la parte finanziaria. A seguito di ulteriori intrighi e sospetti, il tecnico incaricato dell’opera Stirpio de’ Brunelli fu richiamato nelle Fiandre dal duca farnese e sostituito da Smeraldo Smeraldi. Nel biennio 1591- 92, fu registrato un deficit di 100.000 ducati d’oro nella contabilità dei lavori. Lo sforzo finanziario enorme, messo in campo dal duca Farnese, servì anche a dare lavoro a molti popolani e a ridurre le frequenti proteste della popolazione, afflitta da carestie e indigenza. Nel corso dei secoli successivi, il suo interno prese l’aspetto proprio di una caserma, con strutture atte ad ospitare soldati, prigioni, corpi di guardia, magazzini, appartamento del castellano e anche una casa per il sacerdote. In una mappa della Cittadella risalente al 1840 la fortezza è denominata “Castello”.

Report e foto a cura di Antonio Nunno 

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