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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Aemilia: tra gli immobili sequestrati 3 appartamenti venduti a famiglie ignare del coinvolgimento

Appartamenti, garage, terreni, conto correnti sequestrati ed ispezioni in 2 banche, alla Camera di Commercio e presso la Conservatoria dei registri immobiliari. Ecco alcuni dettagli dell'operazione che ha portato agli arresti di questa notte

Non solo la città ma anche alcune zone della provincia sono state coinvolte dalle perquisizioni e dalle indagini dei carabinieri nell’abito dell’operazione “Aemilia”, nel corso della quale sono state arrestate 9 persone tutte residenti in provincia di Reggio Emilia. Attività legate al commercio e ristorazione e attività legate all'edilizia, questi i principali campi in cui investivano gli 'ndranghetisti a Parma.

I militari hanno infatti perquisito un cantiere/ufficio in via Marconi a Monticelli Terme collegato a società all’Immobiliare BG Srl, con sede a Reggio Emilia, riconducibile S.F, uno degli arrestati, alla quale venivano appaltati dei lavori edili in zona Parma. Molti i beni immobili sequestrati, non solo alla BG, ma anche all'Immobiliare Prestigio Srl. Oltre all’appartamento in zona Fognano e quello in via Parisi, c’erano 2 garage, un terreno a Sorbolo e uno in Strada argini. Sequestrate di fatto anche 3 abitazioni in via Lombardini a Parma rispettivamente del valore di 150, 160 e 163 mila euro, riconducibili alla Immobiliare Prestigio. Peccato che le case fossero già state vendute ad altrettante ignare famiglie, che continuano a risiedere negli appartamenti perché non coinvolte nelle indagini.

Inoltre i Carabinieri hanno effettuato, nel corso delle indagini, ispezioni presso 2 banche di Parma, presso la Camera di Commercio e presso la Conservatoria dei registri immobiliari, per verificare le irregolarità legate alle varie società sia nel campo edilizio che in quello imprenditoriale. Infatti i beni e le attività commerciali, come la discoteca “La Para” di Baganzola e il ristorante “l’Ariete” in via Milano, non erano mai riconducibili direttamente ai vertici dell’organizzazione, ma venivano intestati a prestanome. Quindi le ispezioni sono mirate proprio per accertare gli illeciti che venivano commessi e ad evitare, soprattutto nel campo immobiliare, che i beni posti sotto sequesto non vengano venduti terzi. Sequestrati infine in una banca di Parma conti correnti e rapporti bancari, sempre riconducibili agli affari degli arrestati.

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