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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cortile San Martino / Strada Burla

Centri di Espulsione: "Le prigioni per immigrati dove il diritto è sospeso"

Caporalato, lavoro nero, sfruttamento dei lavoratori senza documenti: gli antirazzisti della Fai hanno promosso un incontro pubblico per cercare di trovare una strada comune per sensibilizzare i cittadini

incontrocieDue giorni di confronto e dibattito sui temi del lavoro, dell'immigrazione e dei Centri di Espulsione: dalla mattinata di sabato al tardo pomeriggio di domenica un centinaio di persone, provenienti da tutta Italia, e una relatrice da Londra, si sono ritrovati al circolo Arci Matonge in via Burla, luogo di incontro di molte comunità africane di Parma,  per ascoltare le analisi dei relatori, partecipando poi ai dibattiti e all'assemblea conclusiva prevista dal programma. L'incontro 'Rompere le gabbie, cancellare le frontiere' è stato promosso dal Coordinamento Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana che a livello locale fa riferimento al gruppo anarchico Antonio Cieri di Parma.

Ad iniziare i lavori lo scrittore e musicista Marco Rovelli che ha mostrato i meccanismi sottesi allo sfruttamento della manodopera immigrata, raccontando la vicenda dei migranti che a Massa sono in presidio permanente davanti al Duomo per chiedere la regolarizzazione dopo la richiesta per la sanatoria colf badanti del 2009, la stessa rivendicazione degli immigrati che a Brescia salirono su una gru. Rovelli, che ha pubblicato diversi libri sulla questione del lavoro immigrato e dei Centri di Espulsione, da 'Schiavi' a 'Lager italiani' e 'Lavorare uccide' sulle morti sul lavoro, ha tracciato un quadro inquietante del ricatto a cui sono soggetti gli immigrati che, se perdono il lavoro, perdono anche il permesso di soggiorno.

Katia Torri della Rete Diritti in Casa di Parma e Simone Ruini della Fai di Reggio Emilia hanno parlato della 'corsa ad ostacoli' a cui un immigrato senza permesso di soggiorno è soggetto per cercare di ottenere le carte necessarie a garantirgli la possibilità di rimanere legalmente sul territorio italiano. Tra decreti flussi, permesso a punti e sanatorie varie il percorso è impervio, sono stati forniti dati ed analisi del fenomeno a livello locale e nazionale. Katia Torri poi ha legato la questione immigrazione con la lotta per la casa che è portata avanti a Parma dalla Rete Diritti in Casa.

Gli avvocati milanesi Eugenio Losco e Mauro Straini hanno ragionato sui temi del reato di clandestinità, bocciato recentemente dalla Corte Europea, sui numerosi rimpatri illegali che sono avvenuti negli ultimi anni, sulla difficoltà di difendere chi si trova chiuso dentro un CIE, Centro di Identificazione ed Espulsione. Hanno poi parlato di alcuni casi che hanno seguito come avvocati, a partire da quello di Joy, la ragazza nigeriana che, dopo essere stata costretta a prostitursi, riuscì a scappare dai suoi sfruttatori ma venne rinchiusa nel Cie di via Corelli a Milano, dove racconto di avere subito un tentativo di violenza sessuale da parte di un ispettore di polizia.

La giornata di domenica è stata dedicata invece ad un confronto sui CIE con il racconto di esperienze, dall'interno e dall'esterno, dei Centri di via Corelli a Milano, di corso Brunelleschi a Torino, del CIE di Trapani e di quello di Gradisca d'Isonzo. L'attivista Chiara Lauvergnac ha parlato della situazione dei richiedenti asilo in Inghilterra e dei Centri di detenzione per immigrati. Nell'assemblea del pomeriggio c'è stato un confronto per cercare di coordinare le varie esperienze antirazziste a livello nazionale per arrivare a campagne comuni di pressione e sensibilizzazione sulle tematiche trattate dal convegno, come il sostegno alle lotte dei lavoratori immigrati e l'informazione rispetto alla realtà dei Centri di Espulsione, considerati come luoghi dove il diritto è sospeso ed i diritti fondamentali delle persone sono spesso violati.

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